da Pietro Spadoni, esponente storico della politica castiglionese e non solo, riceviamo e volentieri pubblichiamo.
” L’opportunità, che sembra rendere concreto uno scalo per treni ad alta velocità da localizzare in un’area intermedia, nel percorso Roma – Firenze, può rappresentare una circostanza anche per mettere un tassello di concretezza all’aspettativa “storica” per Perugia di migliorare le condizioni ed contenere i tempi per raggiungere il Nord Italia, la Capitale ed anche il Sud.
Ritengo che questo sarà possibile se crescerà, nella comunità e nelle istituzioni che gravitano sulla direttrice Perugia –Chiusi, una consapevolezza “nuova” di operare congiuntamente per collocare su un terreno di reciproco interesse sia le relazioni con Perugia che con le comunità di confine della Toscana che volgono verso Arezzo, Siena e l’alto Lazio.
Un primo punto di interesse comune con Perugia – Corciano può concretizzarsi con l’obbiettivo di accorciare il percorso Perugia – Chiusi, aprendo la sponda sud – ovest del lago Trasimeno su Solomeo – Ellera – Corciano zona Quattro Torri – San Sisto – Silvestrini – Perugia, con un “varco” all’altezza di Monte Buono che taglia di 17/18 Km (andata-ritorno) la distanza Perugia – Chiusi. Questo, colloca in un nuovo orizzonte l’area Solomeo, Agello, Monte Buono, San Savino, San Feliciano, Sant Arcangelo, Casalini-Montalera, Panicarola, Macchie fino a Panicale, Sanfatucchio, lo stesso capoluogo del Comune di Castigione del Lago, Paciano per l’intero Comune, Villastrada, Vaiano, Porto, Moiano fino a Città della Pieve, Po Bandino, fino a Chiusi.
Voglio dire, per verità, che questa evidenza era ben chiara ai Consiglieri del gruppo di “progetto democratico” nel presentare un’ordine del giorno, poi approvato dal Consiglio Comunale di Castiglione del Lago, per chiedere di inserire il territorio dello stesso Comune nella “area interna dell’Orvietano” definita dalla Regione a valere sulle risorse europee 2014-2020.
Da quanto emerge il tema viene affrontato con una certa calma dalle Amministrazioni Locali, fatta eccezione per Città della Pieve e dintorni, mentre, ci si consenta di osservare che l’argomento merita ben altro vigore anche per le ragioni socio-economiche ad esso correlabili per dell’intera area del Trasimeno-Pievese, si pensi per esempio all’ottica, nuova, indispensabile, in cui si collocherebbe il dibattito sulla riorganizzazione dei servizi socio – sanitari dell’intera area e di tutto il bacino del perugino, dopo i responsabili insuccessi incontrati dalle aspettative delle Amministrazioni Locali in ordine ai servizi per acuti.
Quindi ad evitare ancora scaramucce e conflitti che finiscano per lasciare lembi marginali di territorio nostrano solo sfiorati da percorsi fuggenti per nuovi viandanti per imbarchi lontani e diretti altrove, vorremmo che si levasse un coro deciso, vocioso e festante che dice: “per noi MEDIA ETRURIA c’è già, si chiama CHIUSI!”.
Insieme ai toscani, fino ad Arezzo, Siena, e Perugia la chiameremo: MEDIA ETRURIA”
Pietro Spadoni