Tramite l’amico Paolo Scandaletti ci è pervenuta una nota redatta dalla Associazioni di volontariato del settore socio sanitario operanti a Città della Pieve, sul tema della organizzazione dei servizi ospedalieri e dell’ospedale unico, che pubblichiamo integralmente.
Durante l’incontro che si è tenuto in data 14 luglio 2014 tra il Sindaco di Città della Pieve, Fausto Scricciolo, e le Associazioni di Volontariato che operano nell’ambito socio sanitario, ALICe, AUSER, AVIS, Confraternita della Misericordia e UNITALSI, il primo cittadino ha illustrato la proposta sul riordino dei servizi socio-sanitari a Città della Pieve che l’Amministrazione Comunale aveva intenzione di presentare in risposta alla delibera riguardante la riqualificazione dell’ambito distrettuale del Trasimeno.
Le Associazioni hanno preso atto della proposta che ritengono essere il minimo che la cittadinanza pievese merita.
Vista la realtà degli ospedali umbri dove i malati vengono ricoverati per giorni nei corridoi in situazioni di disagio e precarietà, le Associazioni ritengono opportuno fare alcune riflessioni.
Un ospedale nella zona del Lago Trasimeno è assolutamente necessario altrimenti le centinaia di malati che accedono ai due nosocomi, oggi esistenti, andrebbero a rendere ancora più caotica la realtà del Santa Maria della Misericordia o degli altri ospedali umbri.
Viste le difficoltà economiche in cui versa tutta la sanità nazionale, le Associazioni ritengono di dover chiedere che si mantenga un ospedale degno di questo nome nella zona del Trasimeno localizzato a Città della Pieve, dove esiste già una struttura edilizia a norma e con un numero di posti letto maggiore rispetto a quello di Castiglione del Lago. Inoltre, nell’eventualità si dovesse rendere necessario l’ampliamento della struttura, la spesa risulterebbe minore che nell’altra realtà sopra citata. I parcheggi esistenti hanno una capienza di circa 300 posti auto e vi è la possibilità di raddoppiarli.
Inoltre le sale operatorie sono recenti, ampie e dotate di tutta la strumentazione adeguata, inaugurate solo alcuni anni fa dal dottor Legato, allora Direttore Generale dell’ASL n. 2.
Città della Pieve si colloca territorialmente a confine con la Toscana e fra le due province umbre. Da sempre l’ospedale pievese è stato meta di pazienti provenienti dall’alto orvietano (Fabro, Ficulle, Montegabbione, Monteleone d’Orvieto, Parrano), ma anche dalla vicina Valdichiana (Chiusi, Cetona, San Casciano dei Bagni, Sarteano), perciò il bacino d’utenza risulterebbe molto più ampio rispetto ad un istituto costruito in altri paesi limitrofi come Castiglione del Lago. Gli utenti potrebbero usufruire di mezzi pubblici di linea già esistenti.
Si ricorda anche che il 118 di Città della Pieve ha competenza giurisdizionale nella tratta autostradale tra Fabro e Chiusi-Chianciano Terme.
Le Associazioni invitano la Presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, a visitare Città della Pieve per poter valutare oggettivamente la realtà ospedaliera pievese e prendere atto personalmente delle potenzialità della struttura esistente.
Se i politici non fossero miopi, il futuro dell’ospedale sarebbe sicuramente a Città della Pieve.
Le Associazioni di Volontariato