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Servizio di informazione turistica. Cosa sta succedendo?

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Da qualche giorno pare  che  il servizio di informazione turistica e stato sospeso in attesa del’ inizio dell’attività di un nuovo gestore.
Il nuovo gestore da notizie ufficiose sarebbe una associazione di nome “ Itinera” di Tarquinia. Andando sul sito web sembrerebbe avere buone referenze. Sul sito web del Comune c’è la delibera con le nove aziende che avevano risposto all’invito. In questo caso diciamo che l’operazione trasparenza del Comune non ha funzionato o perlomeno non è stata tempestiva.
Il vecchio gestore era la società Lagodarte di Castiglione del Lago. Il personale occupato sinora è fortemente preoccupato. Nei passaggi di gestione di appalti pubblici, in alcuni settori i contratti prevedono una certa continuità per i dipendenti. Ma ci deve essere alla base una chiara applicazione dei contratti di settore ed un sindacato attivo.
Non sappiamo se e  attraverso quali procedure  e con quali criteri sia stata fatta questa scelta. Notizie ufficiose dicono che si sia trattato di una trattativa privata. Al di sotto di una certa soglia di importo economico la cosa è del tutto  legittima. Ma le ragioni devono comunque essere evidenti.
Ci sono due questioni dietro questo problema. Il primo e’ quello del funzionamento di un servizio importante per il turismo, quello dell’accoglienza e della prima  informazione turistica. Non si può dire  che sinora abbia funzionato in modo adeguato. Gli orari erano ridotti e pare anche che vi fossero nella azienda diversi problemi.
Inoltre la carenza principale è stata la divisione delle competenze, la frammentazione e la scarsa comunicazione all’ interno fra i diversi soggetti. Ufficio comunale, Confraternite, Chiesa, e in ultimo Museo don Oscar  e  Collezione Verri. Il secondo problema è quello del coinvolgimento della realtà pievese , delle aziende che operano in questi servizi e del loro rapporto con città della Pieve.

“Lagodarte” era molti anni che gestiva questo servizio,come “Isola” quello della ristorazione scolastica, o come il “Cammino” quello della Comunità Terepeutica del Comune di Roma. Tutte gestioni cambiate in questo ultimo anno.Gli appalti sono regolati da leggi e le leggi vanno rispettate e danno esiti non sempre prevevedibili. Gli appalti  possono essere fatti con diversi criteri di aggiudicazione e la discrezionalità, positiva  o negativa che sia, del committente, è sempre ampia.
A parità di costi e di qualità di un servizio le realtà locali dovrebbero essere sempre preferite. Per farle crescere, per avere qualche ricaduta in più, perché dalle parti chi gioca in casa è sempre favorito. Anche se tanti treni sono passati ed il tempo è scaduto per tanti viaggi.

A mio modesto parere i mesi di prova dovrebbero servire a raggiungere  l’obbiettivo di una qualificazione del servizio in base al miglior rapporto costo/qualità.
Ma occorre anche  passare da una logica di “percorso museale” a quella di “sistema museale”.
Cioè progettare un sistema museale locale ( pievese) e di zona che attragga e impegni il turista nella sua visita almeno quasi una giornata. Allora ai beni artistici e monumentali sinora proposti ( (Adorazione dei Magi, Duomo, Santa Maria dei Servi, Palazzo Corgna) deve aggiungersi una nuova gamma di offerte, il Museo don Oscar, il Museo dela Scienza e del Territorio, gli altri musei dei Terzieri, Il Giardino dei Lauri, il museo della Fornace vanno e potrebbero andare in questa direzione. Ma servono altri progetti. Ci sono delle idee. Dovrebbero rientrare  all’interno delle prossime linee di finanziamento europee.

Il secondo obbiettivo dovrebbe essere quello di avviare,  anche in collaborazione e in associazione temporanea di impresa, primi tasselli di una azienda pievese operante in questo settore del turismo culturale. Ci sono professionalità, ci sono progetti, ci sono format ed esperienze da cui partire. Manca il progetto imprenditoriale nella sua gradualità ma a questo si dovrebbe lavorare.

Che non esclude il volontariato,che in questa fase resta comunque insostituibile. Anzi lo integra e lo valorizza.

Una città che vuole candidarsi ad essere una piccola città d’arte  e polo culturale nella zona, non può vivere solo di gestioni e progetti altrui. Se non altro perché lascia ad altri tutto il valore aggiunto.
Occorre parlarne, senza chiusure, senza preconcetti, senza vecchie diatribe, ma anche con le giuste ambizioni.

(g.f)

corrierepievese@gmail.com