L’Autorità Garante per l’energia elettrica il gas ed il sistema idrico (Aeegsi) con delibera 200/2015/R/COM del 30.4.2015, ha attivato una diversa modalità di fatturazione emessa da gennaio 2016: la c.d. bolletta 2.0, che avrebbe dovuto risolvere i frequenti problemi che i consumatori spesso devono affrontare anche per leggere la fattura della luce o del gas.
La bolletta 2.0 prevede una diversa grafica che riporta un’aggregazione delle singole componenti del prodotto non più come quella precedente (che prevedeva i servizi di vendita e quelli di rete) ma avente una classificazione in 4 voci di spesa: le spese per la materia energia in cui confluiscono i precedenti “servizi di vendita”; le spese per il trasporto e la gestione del contatore, che ricomprendono le operazioni di distribuzione, misura e trasporto dell’energia; le spese per oneri di sistema nelle quali confluiscono la perequazione della commercializzazione della vendita, oltre agli interventi per il risparmio energetico e lo sviluppo delle fonti rinnovabili e le immancabili imposte.
Cosa e quanto si paga nella bolletta luce ?
In un ipotetico grafico “a torta”, la stessa Autorità Garante nel comunicato del 30.4.2016, chiarisce che nel secondo trimestre 2016 una famiglia tipo, avente consumi medi di energia elettrica pari a 2.700 Kw/h all’anno ed una potenza impegnata di 3kW, vedrà in bolletta un importo da pagare che, nel dettaglio riportato nelle pagine della fattura, sarà costituito all’incirca per il 42% dalle spese per la materia energia mentre per più della metà, il costo della bolletta sarà dato da spese per oneri di sistema (circa il 26%), spese per trasporto e gestione del contatore (circa il 18%) ed imposte (circa il 13%).
Preme sottolineare che queste, sono percentuali indicative e che per consumi tipizzati (massimo 2.700 Kw all’anno con potenza impegnata di 3kW) dovrebbero essere dati di riferimento per il dettaglio delle bollette che riguardano l’energia elettrica.
Cosa accade per la bolletta gas ?
Allo stesso tempo, l’aggregazione si modifica anche per la bolletta gas, nella quale verranno riportate le medesime 4 voci prima riportate: la composizione in percentuale della spesa per una fornitura di gas di una famiglia con consumi tipo, con le avvertenze sopra effettuate (pari ad un massimo di 1.400 metri cubi annui) dovrebbe essere circa il 38% per spese per la materia gas naturale e per il rimanente 62% ripartito in circa il 40% per imposte inclusive anche della quota di approvvigionamento, circa il 19% per spese di gestione e trasporto del contatore e circa il 3% concernenti spese per oneri di sistema
Vi è un dato che balza all’occhio dopo l’arrivo della bolletta 2.0: i clienti finali, appaiono spaesati di fronte al nuovo dettaglio della fattura, la quale presenta come grossa variazione la diversa aggregazione, con l’aumento delle componenti che se non adeguatamente illustrate, rischiano di generare confusione ai consumatori.
I costi che nella precedente bolletta venivano riportati come “servizi di rete” ora confluiscono in 2 nuove voci di fatturazione: le spese per il trasporto e le spese per gli oneri di sistema.
La riforma delle tariffe energetiche: ecco le principali novità
La novità della Bolletta 2.0 si pone all’interno del solco della c.d. riforma delle tariffe energetiche in risposta all’attuazione della Direttiva n°27 del 2012, recepita dal nostro Paese con D.Lgs n°102 del 4.7.2014.
La riforma, composta da più passaggi che si concluderanno nel gennaio 2018, prevede l’abolizione della progressività dei costi di rete i quali si sposteranno gradualmente alla parte fissa del consumo e che quindi, saranno uguali per tutti e non varieranno a seconda dei Kw/h consumati ma si calcoleranno a seconda del punto di prelievo e della potenza impegnata. Ciò dovrebbe comportare degli effetti vantaggiosi per i nuclei familiari numerosi mentre a farne le spese (in termini di aumento della bolletta) saranno i soggettiche abitano da soli (che siano benestanti o meno) e che perciò consumano di meno durante l’anno.
Contemporaneamente, all’interno della manovra, è stato previsto oltre ad un ampliamento della base di soggetti che potranno usufruire del bonus sociale che viene applicato per decurtare le bollette agli indigenti, anche un incremento del bonus che si stima possa aumentare dall’attuale 20 al 35%.
La graduale abolizione della progressività nella tariffazione non incontra il favore degli ambientalisti e genera perplessità anche fra alcune Associazioni dei Consumatori, che come noi, si impegnano a tutelare i diritti dei cittadini.
L’impatto che avrà la riforma nelle tasche degli italiani dovrà essere valutata nel tempo.
Il dato certo è che gradualmente si assisterà ad un appiattimento dei consumi che non premieranno più coloro che fino ad ora hanno consumato poco; tale circostanza, attualmente, sta generando diversi malumori fra l’utenza.