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Rassegna. Perugia – Via libera alla fecondazione eterologa

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Dal Giornale dell’Umbria del 6.7.2015 di Marco Checchi

 La fecondazione eterologa entra nei livelli essenziali di assistenza (Lea). Questa ed altre modifiche ai processi di procreazione medicalmente assistita (Pma) sono contenute nel decreto di aggiornamento della legge 40 del 2004, firmato nei giorni scorsi dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin.

II nuovo testo, che aggiorna le linee guida del 2008, è stato rivisto in rapporto all’evoluzione tecnicoscientifica del settore e all’evoluzione normativa. In particolare, le modifiche prendono le mosse dai decreti legislativi 191/2007 e 16/2010, dall’accordo Stato-Regioni del 15 marzo 2012 e dalle sentenze della Corte costituzionale (la 151 /2009 e la 162/2014) le quali hanno eliminato, rispettivamente, il numero massimo di tre embrioni da creare e trasferire in un unico e contemporaneo impianto, e il divieto di fecondazione eterologa.

Numerose le variazioni introdotte rispetto alle linee guida attualmente in vigore. Fra le principali l’accesso alle tecniche di fecondazione eterologa, la raccomandazione di un’attenta valutazione clinica del rapporto rischi benefici nell’accesso ai trattamenti con particolare riferimento alle complicanze ostetriche, alle potenziali ricadute neonatologiche e ai potenziali rischi per la salute della donna e del neonato nonché l’accesso generale a coppie sierodiscordanti, cioè in cui uno dei due partner è portatore di malattie virali sessualmente trasmissibili per infezioni da Hiv, Hbv o Hcv (nella versione precedente era previsto solo per l’uomo portatore, in quella attuale si consente anche alla donna portatrice).

Riguardo la fecondazione eterologa, nelle linee guida vengono fomite le indicazioni per la coppia che accede ai trattamenti di fecondazione assistita, mentre tutto ciò che riguarda i donatori di gameti sarà contenuto nel testo di un nuovo regolamento, già approvato dal Consiglio superiore di Sanità, che sta proseguendo il suo iter per il recepimento delle direttive europee di riferimento. Tra gli aspetti più rilevanti, il fatto che i trattamenti di Pma saranno inseriti nei Lea e dunque a carico del sistema sanitario nazionale.

In attesa che l’Umbria si adegui alle disposizioni per la fecondazione eterologa, è però possibile tracciare un bilancio delle attività di procreazione medicalmente assistita (fecondazione omologa). Sono due i centri autorizzati in regione (178 quelli che operano su tutto il territorio nazionale) per l’applicazione delle tecniche di Pma.

Si tratta del Centro di sterilità e fecondazione assistita (riferimento regionale per la Pma) che si trova presso l’Azienda ospedaliera di Perugia e dello Studio associato ostetrico-ginecologico e di medicina della riproduzione – Primigenia center che si trova ad Umbertide.

Dal 2008 al 2013 (anno a cui si riferiscono gli ultimi dati disponibili) nelle due strutture sono state trattate 1.549 coppie (il record di 345 nel 2011) per un numero complessivo di 1.934 cicli iniziati. Le gravidanze ottenute – sempre relativamente all’attività che è stata svolta nel quinquennio – sono state 389 (una ogni cinque cicli iniziati) mentre i parti sono stati 286, per un numero complessivo di 360 bambini nati vivi.