Rassegna: Bcc, mobilità in sanità, disturbi alimentari, biomasse.

by Gianni Fanfano

Rassegna stampa di lunedì 9 marzo 2015

 Riforma delle BCC,Castiglione: i disturbi del comportamento alimentare,Sanità: i dati della mobilità interregionale, Biomasse: ex Montana in azione

 

 Dal “Corriere Economia”

Bcc Schema a tre punte per la riforma Trento e Bolzano da sole, l`Iccrea per le altre

Il consiglio della Federcasse del 12 marzo dovrà scegliere il modello futuro. II sistema delle banche cooperative davanti ai nodi dell’integrazione e alle richieste arrivate dalla Banca d’Italia . Schema a tre punte per la riforma: Trento e Bolzano da sole, per le altre il consiglio della Federcasse del 12 marzo dovrà scegliere il modello futuro . Ci sarà lo stato maggiore delle Banche di credito cooperativo per una riunione cruciale del Consiglio nazionale dove sono rappresentale le 15 federazioni regionali, espressione di 379 istituti di credilo e dei loro 1,2 milioni di soci. Da li dovrà uscire una proposta di autoriforma condivisa con cui andare al confronto con la Banca d’Italia e il ministero dell’Economia di Pier Carlo Padoan. Ma non sarà una passeggiata perché un sistema così complesso, a forte vocazione locale, esprime anime e autonomie territoriali accentuate. E infatti si discute con toni vivaci. Adesso però sembra emerge -re un accordo che si può sintetizzare così: al vertice una holding spa da creare ex novo e sotto tre gambe rappresentate dalle provincie di Trento, di Bolzano e infine Iccrea quale capogruppo di tutte le altre banche. Con la richiesta di 18 mesi per arrivare al disegno finale, che non sarebbe sgradito a Bankitalia. Tulio il mondo delle bcce è in fibrillazione dopo la frase pronunciata da Matteo Renzi («Togliere le banche ai signorotti») alla vigilia del decreto legge del 20 gennaio sulla trasformazione delle grandi popolari in Spa. Cerano anche le bcce, in una prima bozza della norma, che avrebbe consegnato le banche mutualistiche alle direttive del Tesoro e della Vigilanza di Pa- lazzo Koch. Scampato il pericolo, è stato imboccato il sentiero dell’autoriforma che ha avuto la rassicurazione di Padoan: «Per le Bcce non è allo studio un decreto, ma sono troppe e troppo piccole». Nell’audizione davanti alla Camera, il numero uno di Federcasse ha chiesto «qualche settimana» per arrivare a una proposta organica, rimarcando i paletti irrinunciabili. Primo: l’indipendenza del sistema da capitali esterni, tanto più da quelli «impazienti». Secondo: la natura locale mutualistica, dove ogni testa conta un voto e il credito è rivolto ai soci. Terzo: la storia di player bancario alternativo ai gruppi integrati, quotati e obbligati al profitto. L’aggregato delle 379 banche conta su 4.460 sportelli, una quota di mercato nella raccolta del 7,9″O e negli impieghi del 7,3% (ma sale’al 22% nelle imprese artigiane).

 

Dal Giornale dell’Umbria

Castiglione del Lago – I disturbi del comportamento alimentare

I disturbi del comportamentc alimentare Se ne discute a Castiglione del Lago nel convegno promosso dall’associazione “Ð Bucaneve” Cas tig! i une del Lago Si svolgerà il 15 marzo, in occasione della Giornata nazionale dedicata ai disturbi del comportamento alimentare, il convegno dal titolo “Oltre lo specchio la vita: lo sguardo de II Bucaneve” promosso dall omonima associazione. L ‘ evento ha ricevuto il patrocinio delle amministrazioni comunali di Castiglione del Lago e di Spello, del distretto sanitario del Trasimeno-Usl Umbria 1, della Regione; della Provincia di Perugia e del Ministero della Salute. Parteciperanno docenti provenienti da tutta Italia, tra cui anche la dottoressa Laura Dalla Ragione e la dottoressa Paola Bianchini del Centro per i Dea (Disturbi del comportamento alimentare) di Todi e Città della Pieve. La partecipazione al convegno è gratuita ma è necessario prenotarsi entro il 10 marzo.  

Dal Corriere dell’Umbria

Si guadagna dal Lazio ma troppi pazienti vanno in Toscana ed Emilia

Perugia – Sanità: i dati della mobilità. Ricoveri ok male farmaci e lungo degenza

Sanità: i dati della mobilità Ricoveri ok , male i farmaci a pagina 7 I dati ministeriali del primo semestre 2014 m chiaroscuro Si guadagna dal Lazio ma troppi pazienti vanno in Toscana ed Emilia Mobilità, ricoveri ok male farmaci e lungo degenza di Alessandro Antonini I PERUGIA – Mobilità sanitaria, la bilancia toma a muoversi. Il saldo tra la passiva (gli umbri che vanno fuori regione a curarsi) e l’attiva (i pazienti di fuori regione che vengono in Umbria) resta positivo ma si discosta al suo intemo, con dati ok e altri meno. Emerge dagli ultimi dati attinti dal ministero della Salute, relativi al primo semestre 2014. Si parte col piatto forte, l’attività per acuti in regime ordinario (la mobilità ospedaliera è il punto di forza del cuore verde): su 58.925 ricoveri totali erogati, gli umbri andati fuori sono 5.533, quelli che sono venuti in Umbria sono 8.869. La mobilità passiva è pari al 10%, quella attiva al 15,1. Un dato leggermente miglio re rispetto al 2013, quando la passiva era a quota 11,2% e l’attiva al 15 netto. Tornando al 2014 le regioni più attrattive nei confronti dell’Umbria sul fronte ricoveri per acuti sono Toscana (ha attratto 1.994 umbri e ha perso 1385 toscani a favore dell’Umbria), Emilia (948 presi contro 112 ceduti), e Lombardia (412 contro 101). Ecco dove è invece l’Umbria che attrae: Marche (472 ceduti dall’Umbria e 891 acquisiti), Lazio (1.259 ceduti e 4.585 acquisiti). E arriviamo alla riabilitazione. Su 2.030 ricoveri erogati nei primi sei mesi del 2014, 620 (30,5%) sono di mobilità attiva e 463 di passiva (24,7%). Perdiamo sempre sulla Toscana ( 162 ceduti e 76 guadagnati), Lombardia (89 ceduti e 34 guadagnati), prendiamo invece da Lazio ( 182 presi e 50 ceduti) e di poco Marche (66 presi e 54 ceduti). Va ancora male invece sulla cessione dei tarmaci. Vedi la chemioterapia. Sono 141 i ricoveri monitorati, di cui 42 in mobilità attiva e 211 persi, in mobilità passiva. Qui anche se per poco perdiamo sul Lazio (29 guadagnati e 23 ceduti). Sui ricoveri per tumore (4.838 in totale nel primo semestre 2014), 749 in mobilità attiva e 464 in passiva. Altro punto dolente l’attività di lungodegenza. Su 191 solo 11 (5,4%) sono “guadagnati” e 39 invece sono i persi (17%>).

 Nel 2012 c’era stato un dimezzamento della bilancia del fatturato. Recupero segnalato nel 2013

Perugia – Saldo positivo, ma siamo sulle montagne russe

Nel 2012 cera stato im dimezzamento della bilancia del fatturato. Recupero segnalato nel 2013 Saldo positivo, ma siamo sulle montagne russe PERUGIA (AleAnt) Montagne russe. Il saldo della mobilità sanitaria – attiva e passiva – dell’Umbria è sempre stato positivo. Ma negli ultimi anni ha subito importanti flessioni. Dal 2011 al 2012 in particolare si dimezza la bilancia del fatturato: da dieci milioni a cinque. Aumenta di tre (milioni) la mobilità passiva (i pazienti che vanno fuori a curarsi) e diminuisce di due quella attiva. Nel 2013, stando ai dati -in questo caso espressi in euro – aggiornati, il saldo positivo è tornato ad essere sui livelli del 2011, raddoppiando cioè in un anno. Resta da vedere il 2014, e i dati fomiti dal ministero sono ancora in fase di valutazione dagli stessi uffici regionali. Una cosa è certa: a salvare l’Umbria è ancora una volta il fronte ospedaliero. Ð resta positivo, e tale positività è determinata principalmente dall’attività ospedaliera, sempre col segno più e pari à1Ã80% della mobilità interregionale. In questo senso l’Umbria è sopra la media nazionale, visto che la tendenza dei saldi della mobilità ospedaliera delle regioni di piccole dimensioni riporta un dato negativo per tutte le regioni (mantenere un sistema che eroga pre stazioni di alta specialità nelle realtà più piccole ha un costo più alto) ad eccezione di Umbria (12.852.000 euro nel 2011) e Molise (15.419.000), Per dò che riguarda i ricoveri in mobilità passiva è da evidenziare che, pur avendo subito un incremento in termini di fatturato – siamo ancora al 2012 – si è verificato in un lustro un decremento in termini di numero di prestazioni (-4,5%). L’aumento di fatturato è stato determinato dalle modifiche annuali subite dalle , utilizzando il criterio di penalizzare i ricoveri inappropriati e premiare l’alta specialità. Poi ci sono gli accordi tra regioni, soprattutto con quelle di confine, per calmierare i flussi e verificare l’appropriatezza organizzativa delle strutture ed il setting assistenziale utilizzato nelle diverse realtà. Ultimo in ordine di tempo quello tra Umbria e Lazio, dove quest’ultima realtà come mostrano i dati cede molti pazienti e dunque anche molti euro al cuore verde. 11 problema nostrano resta quello della specialistica ambulatoriale – il cui dato 2014 non è ancora disponibile – e della somministrazione diretta dei tarmaci. Con saldi negativi stando sempre alle ultime statistiche disponibili (2012). Anche se per nume ro di prestazioni c’è stata un’inversione di tendenza anche in questo settore. Certo, uno dei problemi della sanità umbra, come rilevato dall’istituto superiore Sant’Anna di Pisa, era e resta l’elevata quota di prescrizioni di risonanze magnetiche (soprattutto muscolo scheletriche). E qui torna in ballo il problema dell’appropriatezza, “bubbone” strettamente legato anche ai tempi di attesa. Problema, quest’ultimo, che stimola l’emigrazione di pazienti nelle strutture fuori regione.

L’obiettivo è dunque interrompere il circolo vizioso attraverso una campagna di sensibilizzazione nei confronti delle associazioni dei medici di base (ariva da lì il maggior numero di prescrizioni) e anche sugli stessi pazienti.

 

Da La Nazione

 Magione – Utilizzo delle biomasse, ex Montana in azione

L’ENTE PARTNER DEL PROGETTO EUROPEO «GREENGAIN» Utilizzo delle biomasse, ex Montana in azione – MAGIONE – LA COMUNITÀ Montana Associazione dei Comuni TrasimenoMedio Tevere, continua a perseguire e realizzare progetti innovativi, al fine di rendere disponibili soluzioni all’avanguardia per lo sviluppo sostenibile del territorio. E’ il caso del progetto europeo «greenGain», finanziato dal programma comunitario ‘Horizon 2020’ per la ricerca e lo sviluppo sostenibile, al quale si sta già lavorando. L’INIZIATIVA, alla quale la Comunità Montana partecipa assieme a partner tedeschi, cechi e spagnoli, si propone di individuare soluzioni sostenibili dal punto di vista ambientale, tecnico, economico, organizzativo e gestionale per incrementare e migliorare l’uso delle biomasse di risulta, prodotte dalle attività di competenza pubblica per la manutenzio ne e la valorizzazione del paesaggio. Le biomasse considerate sono cioè quelle prodotte dagli sfàlci della vegetazione lungo le strade, lungo gli argini dei ruscelli, dei canali di scolo e delle rive del lago, nonché quelle degli sfalci delle siepi e degli arbusti dei giardini pubblici. Attraverso questo progetto la Comunità Montana intende promuovere il recupero di questi materiali per produrre energia da fonte rinnovabile, quali essi sono. Il progetto, che si concluderà nel 2017, metterà a disposizione degli enti locali conoscenze relative alla disponibilità di tale tipologia di biomassa a livello locale.

 

 

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