Gli anni settanta sono rimasti impressi a fuoco nella memoria e nella storia personale di Marco Lorenzoni, giornalista di Chiusi e direttore a partire dagli anni novanta di Prima Pagina. Un periodico che ha accompagnato gli ultimi trenta anni di vita politica, sociale ed economica di questa zona. Credo che vi abbiano scritto, a fasi alterne, tutte le persone che a vario titolo si sono occupate dei problemi e delle vicende locali di Chiusi, di Città della Pieve, dell’Orvietano e della Toscana confinante. Questi anni settanta benedetti hanno già fatto produrre, a Lorenzoni, uno spettacolo ed un libro ed ora un altro ancora. L’ultima fatica s’ intitola” Vortice” ed è stato presentato ieri in una sala della Biblioteca pievese gremita di amici, conoscenti e forse, in buona parte, anche di nostalgici di quegli anni. Un libro di ricordi, a forma di racconto breve e di raccolta di testimonianze. Il rapimento di Moro, la strage dell’Italicus, la bomba alla casa del popolo di Moiano, il rogo di Primavalle, le occupazioni delle scuole, le perquisizioni legate al covo dell Brigate Rosse, tornano con facilità alla memoria di Marco e di tutti quanti, fra noi, hanno vissuto quegli anni, da protagonisti. Invettiva e recupero di memoria lui lo ha definito parlandone insieme al giornalista della sede Rai di Perugia Chioini e accompagnato da efficaci e puntuali letture di alcuni brani. Ed ha ragione. Gli anni settanta sono stati anni cruciali per la storia italiana. Gli anni in cui si produsse lo sforzo più grande mai realizzato, a livello di massa, nel dopoguerra, per cambiare le cose nel nostro paese. Uno sforzo che fu sconfitto, con le buone e soprattutto con le cattive. Fino al rapimento e all’uccisione di Moro, che fermù tutto e diede inizio alla reazione. Una reazione che si sviluppù in tutto il mondo con gli anni di Reagan e della Thatcher, con la caduta del muro di Berlino, il liberismo, la globalizzazione selvaggia. E quegli anni settanta furono anni speciali anche qui da noi, in questa zona particolarmente rossa a confine fra Umbria e Toscana, fra la Pieve, Moiano e Chiusi. Con la bomba alla Casa del Popolo di Moiano messa da una cellula fascista aretina e il tentativo di costituzione di una cellula delle Brigate Rosse. Il libro di Lorenzoni rende bene quegli anni e quel clima nelle nostre zone. E serve a cominciare a fare un po’ di storia, possibilmente con il distacco necessario. Il prossimo anno ho intenzione di provarci, magari ancora con la Libuni. Dopo la storia economica che finiamo di trattare lunedì, la storia del calcio e della Fornace e quella iniziata dei terzieri. Mi piacerebbe fare la storia politica del ‘900 pievese. E sicuramente ne tornerù a parlare anche con Marco Lorenzoni. E con altri. Anche di quegli indimenticabili e cruciali anni settanta.