Passiamo dal 1965 al 1967 perché abbiamo perso le copie di quel 1966? No. Il 1966 Pieve Nostra, organo dell’Associazione Turistica Pievese, presieduta dal dottor Domenico Bartolini non esce. E non esce perché ci sono problemi nei rapporti fra l’associazione e il direttore del giornale. vi si accenna anche in questi numeri che pubblichiamo. Sta di fatto che Mario Villani, il giornalista che aveva fondato e diretto il giornale dal 1956, e che indirettamente lo aveva anche “battezzato”, lascia sia il giornale che l’associazione turistica e dopo poco tempo pubblicherà un nuovo periodico che si chiamerà “Trasumenus” e che avrà l’ambizione, a cominciare dalla testata, di parlare di tutta l’area che comprendeva anche il Trasimeno.
Ma già parlando dei numeri del 1964, dicevamo che comunque in questi anni cambia pelle non solo la stampa pievese, cambia pelle l’associazione turistica, perché cambia pelle la società pievese, il cosiddetto contesto di riferimento. Le campagne sono ormai con un terzo della popolazione del primo dopoguerra, sorgono le prime attività economiche di carattere industriale e accanto alla Fornace Frazzi, che comincia a dare primi segnali di crisi, sorge qualche piccola fabbrica. ma soprattutto si comincia a costruire. decolla l’edilizia, si costruiscono nuovi quartieri e nuove zone edilizie. Di qui il grande interesse suscitato dalla prima proposta di Piano regolatore cui sono dedicate diverse pagine. Ed il tema è proprio quale futuro per Città della Pieve e per il suo assetto urbanistico, come difendere le sue zone pregiate. Sembra un dibattito sempre aperto ed è così. se si vanno a vedere i temi, le zone i problemi. Sono ancora quelli di oggi o quasi. E questo a distanza di tanti anni non è certo un buon segno.
Allora si parlava della grande variante che doveva escludere il traffico dal centro di Città della Pieve e dalla circonvallazione a ovest. Come? Con due strade nuove. Una che dalle Selve, ad est, doveva arrivare al Fornello e una che dall’Ospedale dovevano portare alle Barricate. Protagonista indiscusso su questo tema un altro dei medici condotti della storia pievese di quegli anni Mimmo Gostinfini. Alcuni decenni dopo si parlerà comunque della stessa necessità anche se le soluzioni individuate erano meno impegnative e più ravvicinate. ma anche di queste non se ne è fatto nulla, E tutto è tornato alla Monache, quelle Monache da cui la discussione era partita.
C’è anche dell’altro per fortuna nostra in queste pagine. C’è il problema dell’acqua, ci sono gli 80 anni del vescovo e l’inaugurazione del museo diocesano, c’è la proposta di creare a Città della Pieve il Liceo Scientifico che comincia a prendere corpo. C’è una grande attenzione al turismo. Ed ormai se ne parla in modo “moderno”, da piccola città certo ma che si sente parte di un’Italia che più in generale sta vivendo quello che verrà chiamato il “boom economico”
(g.f)