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Pieve Nostra 1957: una lettera al sindaco Sacco, l’asfalto in Via Cappuccini, i tipi della vecchia Pieve

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Il quarto numero della raccolta di “Pieve Nostra” che pubblichiamo, del luglio-agosto 1957, si segnala innanzitutto per la testata nuova dopo quelle provvisorie e non proprio all’altezza dei primi tre numeri. Compare infatti per la prima volta quella che resterà la storica veste del giornale pievese fino alla sua chiusura nel 1977.

Dai racconti di Mario Villani, direttore e fondatore del giornale,  e di altri abbiamo ricostruito che mentre il nome lo si deve come si è potuto anche leggere nelle sue pagine ad un concorso fatto fra i ragazzi delle Elementari e vinto da Paola Scarpelli che appunto propose “Pieve Nostra”, forse ispirata dalla associazione quasi omonima “Italia Nostra” che all’epoca era una delle pochissime associazioni culturali di rilievo nazionale che operavano per la tutela dei beni culturali ed artistici italiani, la grafica invece fu proposta e realizzata da Ennio Mangiabene che si ispirò come è evidente, al mattone pievese che da sempre è una sorta di simbolo della città.

Nel numero odierno, risalta una lettera aperta scritta dal giornale all’allora sindaco Solismo Sacco in cui si segnalano una serie di problemi che la Pieve viveva e la necessità di promuovere iniziative ed azioni per la sua crescita. Vedremo nei numeri seguenti lo sviluppo della questione.

Interessante è anche il primo articolo di una serie scritto da Ernesto Ciarapica sui tipi, i personaggi della vecchia Pieve e la vita e le usanze dei tempi narrati. Continuano anche i pezzi di Gino Porzioli, con i suoi diversi pseudonimi (Gip, Pierino) che nel suo divertente dialetto opera una corrosiva di critica anche alla società locale.

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