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Luca Giulietti esce allo scoperto… Ecco chi è il vero leader della Pievese

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La Pievese è prima, quasi irresistibile per ogni avversario. Camminando per il paese le voci sono sempre quelle: “E’ merito di Cacciamano”, “Per fortuna che c’è Canuti”, “La vera forza della squadra è Zappaterreno”, ecc..
Facile fare i discorsi dall’esterno… la verità è tutta un’altra storia.
Sì, perché per 11 (al massimo 13) giocatori titolari, ci vogliono almeno 7-8 riserve. E sono proprio loro la vera forza della squadra, loro che quando il mister prova l’11 contro 0 si mettono da una parte a fare passaggi.
Tengono alta la concentrazione in allenamento, mai una parola fuori posto, organizzano le cene e le serate, costruiscono un gruppo unito, incitano continuamente i compagni: e sai quante cose avrebbero da dire…
E’ facile fare un’intervista e parlare dei 27 goal realizzati in campionato quando ti chiami Lorenzo Cacciamano.. E’ meno facile se ti chiami Luca Giulietti.
Luca Giulietti, nato il 18 luglio 1992, ha cominciato a giocare a calcio con la Pievese all’età di 7 anni e fin dalla categoria dei Pulcini è sembrato essere uno dei più promettenti. E’ stato così fino all’anno di juniores, poi qualche infortunio e qualche circostanza hanno fermato la sua carriera.
Ad oggi, nonostante la stima di tutto l’ambiente Pievese (è senza dubbio uno dei giocatori più amati dal pubblico e dagli altri giocatori) e il contributo fondamentale che ha dato alla sua squadra di calcetto per conquistare in estate l’ambito trofeo di vincitore del Torneo di Calcetto a Città Della Pieve, è stato il meno utilizzato da Fabrizi nell’arco dell’intero campionato. E pensare che ad inizio anno sarebbe dovuto essere anche qualcosa in più di un semplice membro della rosa.
Andiamo ad intervistarlo.

Togliamoci subito una curiosità in merito alle voci che correvano in estate: Giulietti è un giocatore o è il secondo allenatore di Mister Fabrizi?
Diciamo che sono partito con il doppio ruolo di giocatore-collaboratore, poi le cose sono andate per il verso sbagliato e adesso non sono più nessuna delle due cose.

Ci sono stati dei disguidi col mister? E’ vero che è sempre Giulietti che doveva risistemare tutto a fine allenamento?
Del mister preferisco non parlare perché non voglio fare polemica. Preferisco rimanere in “silenzio stampa” come si dice in questi casi.
Giulietti all’inizio dell’anno prima di ogni allenamento e al termine di ogni allenamento preparava il materiale e lo riponeva. Poi, con il passare del tempo, mi sono un pò stufato per vari motivi.
Adesso diciamo che mi “sostituisce” Damiano, che tra l altro s’incavola pure con me perché non l’aiuto mai.

Quando ancora aiutavi il mister con i tuoi consigli, condividevi le sue scelte o ti saresti affidato ad altri giocatori? Chi sono quelli da cui non si può prescindere?
Ognuno il calcio lo vede a modo suo e ognuno ha le proprie idee di calcio, di tattica, di filosofia di gioco, di preparazione e gestione delle partite, degli allenamenti e dei giocatori.
Tuttavia non si può avere dubbi sul fatto che Cacciamano e Canuti sono giocatori fuori categoria.

Passiamo al dunque: c’è chi gioca sempre, chi gioca a volte, chi poco.. Poi c’è Giulietti: 10 minuti in 23 partite: cosa si prova ad essere l’ultima ruota del carro?
Ti correggo.. i minuti sono stati circa 15 a dirla larga (ride) e le partite sono state 26 perché ci sono anche quelle di Coppa Umbra dove ho collezionato ben 0 minuti. E’ una cosa incredibile in queste categorie fare 0 minuti in Coppa, ma è meglio se lasciamo perdere.
Sono entrato soltanto in due partite e le condizioni erano queste: vantaggio nostro di due reti o più e l’altra squadra in inferiorità numerica.
Per fortuna non mi sento l’ultima ruota del carro, ma questo lo devo solo ed esclusivamente ai miei compagni di squadra e al DS Cisio.

Non si può essere primi senza un grande gruppo ed un grande spogliatoio: si dice che in questo sei il trascinatore.. quanto ti senti importante in questo gruppo? E chi sono i peggiori elementi?
Mai visto uno spogliatoio del genere: siamo molto compatti e uniti. Siamo prima amici e poi compagni di squadra. Si è instaurato un rapporto che va al di là del calcio. La forza del gruppo è la nostra vera forza, siamo tutti importanti allo stesso modo: tutti per uno e uno per tutti..!
Fa piacere sentirsi uno dei cardini dello spogliatoio, ma per questo ringrazio i compagni per la fiducia.
Il “peggio” è sicuramente Zapata (Zappaterreno), ho un grandissimo legame con lui ma mi punzecchia e mi provoca in continuazione.
Anche Damiano (Guidantoni) non è da meno, “il cobra” Salvi lo può confermare.

Dopo anni ed anni di Pievese, cosa ti senti di dire di questa società?
Sono cresciuto nella Pievese calcisticamente parlando fin dai Pulcini e devo tantissimo alla Pievese.
Spero davvero che riusciremo a vincere il campionato.
Mi sono sempre trovato benissimo con tutti, ma soprattutto con Luca Ciarapica e da quest’anno ho stretto un rapporto particolare anche con il DS Cisio che è una grandissima persona.
Ho sempre aspirato alla prima squadra, ma purtroppo non ho mai avuto la possibilità di dimostrare niente. Finita la juniores mi hanno mandato in prestito e, sinceramente, dopo i tanti anni nel settore giovanile non pensavo che venissi “allontanato” anche se questo fa parte del calcio.
Per vari infortuni non ho giocato mai e sono tornato l’anno scorso a metà anno.
Quest’anno ho iniziato con tutte le buone prospettive sperando di ritagliarmi uno spazio in squadra. Purtroppo così non è stato, ma di certo non incolpo la società.

Bisogna però dire che gli infortuni che ti hanno condizionato in passato sembrano alle spalle: cosa pensi per il tuo futuro da calciatore? O dobbiamo aspettarci quello da allenatore?
Si, diciamo che sotto l’ aspetto degli infortuni quest’anno sono stato piuttosto fortunato non avendo avuto grandi problemi: mi sento bene tutto sommato e spero di contribuire alla vittoria del campionato.
Il prossimo anno, per quanto riguarada il Giulietti calciatore (o quello che ne rimane), vedremo: ancora è presto per parlarne ma la mia intenzione senza ombra di dubbio è quella di tornare a calcare i campi la domenica e non di essere un semplice spettatore. La voglia di riscatto e di dimostrare a certa gente (soprattutto quelli che non hanno mai creduto in me) che si sbagliavano è tantissima. Conosco le mie capacità e so di poterlo fare.
Per quanto riguarda l’allenatore vale la stessa cosa. Vedremo in estate quali prospettive si presentano, per adesso sto ancora imparando il mestiere anche se la voglia d’iniziare è tanta, così come la passione.

In ultimo non possiamo non parlare dei soprannomi di Giulietti, diventati ormai uno degli argomenti più trattati in ambito pievese. Quanti ne hai collezionati?
Il primo soprannome che mi è stato affibbiato è Ivo Pulga: questo deriva dal secondo allenatore del Cagliari.
Mi sono stati conferiti anche altri soprannomi e tutti nelle partitelle agli allenamenti: se gioco esterno sono Lichsteiner, in difesa Bonny (Bonucci), a centrocampo Lampard. Se gioco in avanti anche “falso nueve”.
Quasi tutti (se non tutti) sono opera di Cacciamano!
Forse tutti tranne “O’ Rey” che mi è stato dato da Dudi (Fanone) perché secondo lui sono “il re del certe notti”…!

Abbiamo finito, vuoi lasciare una dichiarazione?
Sono consapevole che dopo questa intervista non avrà pace. Le prese per il c… saranno pane quotidiano agli allenamenti.Zapata è quello che mi preoccupa di più. Lui è come un avvoltoio, non aspetta altro che un mio passo falso… Ho appena firmato la mia condanna a morte!
Faccio solo un saluto a tutta la squadra e…. guai a chi molla adesso!

Grazie davvero a Luca Giulietti che ci ha raccontato questa Pievese dal suo punto di vista.
La sua simpatia, la sua umiltà, la sua voglia di stare insieme fanno la differenza all’interno di un gruppo come quello di mister Fabrizi.
E allora ricordatevi che se la Pievese sta facendo un grande campionato, sicuramente sopra ogni aspettativa, il merito non è solo dei soliti noti ma anche, anzi soprattutto, di quelli come Luca Giulietti.