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Recensioni: La libertà è un colpo di tacco.

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Io ho un grande e caro amico, che vive poco lontano da noi in un casale da dove vede il Cetona ed il Trasimeno e quando l’aria è chiara, dopo una giornata di tramontana,  anche l’Amiata da una parte e Perugia dall’altra. Coltiva per l’ autoconsumo suo, della sua donna e di noi pochi intimi,  ulivi, viti, castagni, nespoli e uva spina. e ogni anno, cascasse il mondo, fa ammazzare un maiale, che utilizza tutto, come una volta,  dai prosciutti fino ai budelluzzi.

Si è laureato in saggezza in una famosa università di cui ora non ricordo il nome e quando tiene le sue lezioni io sono un suo assiduo studente. Anche perché le sue lezioni hanno il selezionato pubblico degli amici e sono conditi da solenni mangiate del suo prosciutto e bevute del suo vino rosso. Lui sostiene nelle  sue lezioni conviviali che tre  sono le cose per cui merita vivere. La politica, la donna e il pallone.

Ecco quando ho incominciato a leggere le prime pagine di “La libertà è un colpo di tacco” di Riccardo Lorenzetti,  Armando Curcio Editore, ho pensato al mio amico e alle sue teorie.

Queste piacevolissime e scorrevoli pagine  con sulla copertina il grande Socrates con il pugno chiuso e la bandiera verdeoro  brasiliana in mano, sembrano voler dire che sono d’accordo  almeno su due cose, il grande valore del calcio e della politica.  Naturalmente sempre con la maiuscola in tutti i casi, altrimenti e’ robetta, come la politica in questi tempi magri. Nel libro manca un po’ la donna, anche se Violeta, ha un ruolo importante ma non emerge fino i fondo  come protagonista.

Protagonista è il Brasile e il suo popolo generoso, la sua storia di paese immenso in ogni senso, compreso quello calcistico,  compressa dentro una ottusa e feroce dittatura, che però,  nei famosi “anni di mezzo”, quelli in cui è ambientata la storia, quelli in cui non c’è  più il passato ma il presente non è ancora diventato un futuro diverso, comincia a scricchiolare e farlo è proprio il calcio.

Protagoinista è la “democrazia corinthiana” una bellissima esperienza di calcio politico vissuta agli inizi degli anni ottanta da una delle due grandi squadre di San Paolo, la squadra dei poveri cioè il Corinthians, opposta ai tricolor del Sao Paulo, quella cioè dei ricchi.

Protagonista sono i giocatori di quegli anni, con a capo il dottore, cioè Socrates che giocò anche  nella Viola, per un anno, e in un Brasile fantastico, con Zico, e Falcao,sconfitto in una partita irripetibile dall’Italia di Rossi, Conti e Zoff, in quella che fu la vera finale dei campionati del mondo giocati e vinti dagli azzurri nel 1982 in Spagna.

Protagonista è “Il Cardellino di San Paolo”, giornale di cultura sindacale brasiliana, come diceva la testata,  conosciuto, letto e stimato, non solo perché “…chiamava ladri i ladri e gli dava pure un nome e un cognome…”, ma anche e soprattutto, perché ospitava, in prima pagina gli indimenticabili articoli di Alvaro Cunha, ineguagliato grande giornalista  che parlava del Corinthians e dei suoi uomini come di una continua epopea a difesa della creatività e della libertà, nel campo come  nella vita. Fu in quegli anni che a San Paolo, ma anche in tutto il resto del Brasile, la dittatura imposta dall’esercito  nel  1964 cominciò ad essere messa in discussione ed i primi vagiti della libertà cominciarono a diffondersi fino alla vittoria della democrazia  nel 1989.

Ma come va a finire la storia del “Cardellino di San Paolo” di Violeta, di Alvaro Cunha, degli altri giornalisti libertari e della democrazia corinthiana, non ve lo diciamo, lo dovete andare a leggere nel libro.

Io intanto vado a conoscere Riccardo Lorenzetti domani sera al Cafè degli Artisti.

(g.f)

Riccardo Lorenzetti. La libertà è un colpo di tacco. Armando Curcio Editore.2014.

 

corrierepievese@gmail.com