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Gesenu: 1 arresto e 14 indagati

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L’arrestato è Il direttore operativo di Gesenu, Giuseppe Sassaroli, al termine di una maxi operazione che ha portato al sequestro del Bioreattore nella discarica Tsa di Borgogiglione (dopo che nei giorni scorsi era stata sequestrata anche Pietramelina), oltre che di beni societari e personali per oltre 27 milioni di euro. Oltre all’arresto, sono 14 gli indagati nell’operazione denominata «Spazzatura d’oro».

“Grazie alla collaborazione tra le due forze di polizia messe in campo dalla Procura della Repubblica di Perugia – si legge in una nota congiunta – è stato quindi possibile svelare l’illecita attività di raccolta e gestione dei rifiuti posta in essere in Umbria dal gruppo Gesenu, che ha prodotto, nel tempo, ingenti danni all’ambiente con potenziali ripercussioni sulla salute e sul portafoglio degli ignari cittadini che pagavano le tasse di smaltimento”.

Le indagini, coordinate e dirette dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura di Perugia, sono state iniziate e portate avanti per oltre due anni dagli uomini del Nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale del Cfs di Perugia, attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali, appostamenti, pedinamenti, perquisizioni e sequestri documentali e di materiale informatico, analisi e raccolta di numerose testimonianze, che hanno consentito di accertare l’esistenza di un’associazione a delinquere finalizzata al traffico ed alla gestione illecita di rifiuti, inquinamento ambientale, e numerose violazioni alle prescrizioni delle autorizzazioni ambientali.

È inoltre emerso – si legge in un comunicato – che le operazioni di recupero di rifiuti poste in essere presso gli impianti di Pietramelina e Borgogiglione, gestiti da Gesenu e Tsa a favore della Gest srl (Raggruppamento temporaneo di imprese tra Gesenu spa, Tsa spa, Ecocave srl e Sia spa) aggiudicataria della gestione dei rifiuti urbani e speciali a favore di 24 Comuni ricadenti nell’Ati 2 (Trasimeno – Perugino – Marscianese – Tuderte), in forza di un contratto d’appalto valido per il periodo 2009 – 2024 del valore complessivo di circa un miliardo di euro, in realtà «non venivano effettuate o venivano parzialmente effettuate”.

Il Nucleo polizia tributaria della gdf di Perugia ha inoltre  sottoposto ad analisi l’enorme mole di documentazione tecnica e amministrativa, acquisita insieme a  quella di natura contabile e commerciale, esibita alle Fiamme gialle dall’Ati 2, dai 24 Comuni interessati e dalle società coinvolte. Dall’esame di oltre 400 mila formulari di carico/scarico di rifiuti e da oltre 10 mila fatture, i militari della gdf hanno constatato, tra l’altro, la commissione di ulteriori reati di truffa aggravata ai danni di enti pubblici e di frode fiscale attraverso l’utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti. Ciò ha permesso di quantificare l’ammontare complessivo del profitto illecito da sottoporre a sequestro, sia come responsabilità amministrativa delle società coinvolte in fatti penali, sia come reati tributari, per un ammontare complessivo di oltre 27 milioni di euro.