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Dell’Annunziata “10 anni di Corriere Pievese. La gente e il territorio in prima pagina.”

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In questi ultimi dieci anni è cambiato il mondo…manco a dirlo. Ed è buffo sorprendersi nella più sfacciata delle retoriche trite. Si sa che il mondo è un continuo cambiamento di situazioni: convincimenti irrevocabili che si scopre poi essere sorretti dal nulla, intuizioni assolute che si rivelano vecchie come il cucco. E niente, alla fine si scopre che non si era capito nulla. Ma andiamo per ordine. La realtà, la storia, sono argomenti molto complessi ed è quasi impossibile individuarne le dinamiche. In Italia poi questa difficoltà è ancora più spigolosa e inestricabile. Ora, in questo rudimentale e iper semplificato  scenario sociale, che ruolo ha l’informazione, in quale posizione si colloca una “voce” che volesse levarsi. Prima, un giornale (in linea di massima) sosteneva un settore sociale e di conseguenza l’idea politica alla quale la detta fascia della società faceva riferimento. E anche gli azionisti del giornale,  avevano pressappoco la stessa idea. Più o meno era questo il paradigma che regolava l’informazione. Quando è nato Corriere Pievese, ancora vi era traccia di uno schema somigliante a quello da me tracciato. Oggi non è più così. Oggi esiste solo una fascia di  inespugnabile potere economico che si contrappone al resto mondo, schiacciandolo. Se guardiamo al lavoro, alla sanità, a quelle che un tempo si chiamavano conquiste sociali, e se guardiamo al potere di acquisti degli stipendi, non vi  è dubbio che siamo tornati indietro. Non esiste praticamente più una politica che difenda e accolga le istanze della parte debole della società, anzi del mondo. Né esiste informazione che supporti le categorie deboli. L’informazione è ridotta ad una pappa unica e pilotata dalla grande finanza. Gran parte della popolazione non crede più nella politica e nemmeno nella narrativa propinata dalla cosiddetta informazione.

Tutta questa premessa era necessaria per parlare del Corriere Pievese perché anche un giornale territoriale e abbastanza generalista si muove comunque in uno spazio diluito poi nell’umore “nazionale”. Per tutto questo che ho detto, e ovviamente l’ho fatto a posta, una informazione, benché limitata al territorio, degna di questo nome, possono onorarla solo piccoli giornali locali. Giornali sganciati dai grandi circuiti del profitto. Giornali dove vige e la fa da padrona, una sorta di artigianalità che garantisce qualitativamente l’informazione.  Nello specifico il Corriere Pievese, nato per lo più per animare un dibattito dialettico nell’ambito della politica locale, oltre ai meriti qualitativi sopra descritti, ha avuto anche l’intuizione e il buon senso di aprirsi ad una forbice di argomenti veramente ampia ed interessante. Dalla cronaca al dibattito politico, dalle necessità di tutti a tutte le forme artistiche sempre espressione del territorio. A questo proposito rammento la grande soddisfazione l’onore di aver pubblicato sul Corriere Pievese, moltissimi racconti. E quale altro giornale lo avrebbe fatto? Quindi un giornale pronto a dare spazio, accogliere e divulgare, aspetti, fermenti veramente diversificati provenienti dal territorio di sua competenza. E una volta sempre io fui accolto sul giornale con una serie di haiku (componimento in diciassette sillabe della letteratura giapponese) dedicati al territorio appunto, e al lago  Trasimeno. Forse informazione dovrebbe  significare: la gente comune, le loro esigenze, le loro istanze, la loro umana libera, varia espressione, in prima pagina. Secondo me questo è riuscito a fare Corriere Pievese in questi dieci anni di attenta, sobria, fantasiosa, coerente, rigorosa, linea editoriale. Dimenticavo un particolare di non poca importanza: Grazie Gianni.

Nunzio Dell’Annunziata