Home Rubriche Cose scritte tra noi. Bianconi. Il calendario del barbiere

Cose scritte tra noi. Bianconi. Il calendario del barbiere

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Erano profumati di cipria o chissà quali essenze i calendari tascabili che il barbiere regalava per le feste di Natale. Avevano immagini di stelle del cinema in costume da bagno. Le foto erano piegate a mo’ di libretto e tenute insieme da un morbido spago, verde , rosso o blu, i cui capi erano annodati. Dal nodo scendevano due brevi fili, anch’essi profumati. A noi bambini non era dato ricevere il godibile regalo. Il barbiere ci tosava i capelli, ci spruzzava con la pompetta qualcosa sul collo e ci faceva scendere dal seggiolino girevole, piccolo trono per gli infanti. Ai grandi erano riservate poltrone rivestite di pelle rossa , lisa dal tempo e con qualche strappo nelle cuciture. Un inserviente nostro coetaneo ci spazzolava faccia, petto, spalle e poi… a casa , ragazzo, diceva il barbiere , che non chiedeva soldi, tanto sarebbe passato il capofamiglia a pagare. I babbi mettevano in remoti scomparti dei portafogli le signorine procaci. C

Comunque ricordo che riuscivo a vedere le varie Loren, Bardot, Pampanini, quindi desumo che mio padre lasciasse in giro il calendario e non avesse reconditi anfratti per occultare le indecenze . Nelle case della Democrazia Cristiana, invece, c’erano cassetti a doppio fondo e spesso veniva chiamato il muratore a fare un buco nella parete, coperto poi dal falegname con uno sportellino con la serratura. Spettava poi al padrone di casa decidere che quadro metterci sopra. Di solito l’opera mostrava un paesaggio di montagna, ameno, cielo azzurro e qualche nuvola. Lì dietro riposavano le maggiorate. Le sere d’estate gli uomini erano al bar e capitava che vi portassero i figli. I grandi bevevano birra e gassosa “Saggia” di Perugia, aranciata rigorosamente San Pellegrino e chinotto. I bambini leccavano gelati al cono, gusti cioccolato, limone, vaniglia e crema, seduti a dondolare le gambe.

Una sera mi accorsi che s’era fatta ressa intorno ad un tavolino all’aperto e gli avventori, chi seduto, chi in piedi, ma tutti ricurvi, guardavano qualcosa. Leccando il gelato mi avvicinai e riuscii a intravedere tra magliette e canottiere le famose fotografie. Capii che oggetto della discussione era se fossero più belle le gambe di Brigitte o quelle di Sofia. Troppo secca la francese! , udii sentenziare. Uno si accorse della mia presenza e mi disse di allontanarmi, ché ero piccolino. Ubbidii. Non ero ancora nella fase della pubertà e la notte non mi concessi all’onanismo. Ma mi addormentai pensando alla Bardot. Erano belli i suoi lunghi capelli biondi, gli occhi che mi guardavano come se fossi al suo fianco e le labbra rosso scarlatto. Era la mia preferita.

Massimo Bianconi