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Città della Pieve. Terziere Castello. “Un intellettuale al servizio della città. I carri allegorici di Valerio Bittarello”

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(Cittadino e Provincia)  Inaugurata giovedì pomeriggio la mostra omaggio a Valerio Bittarello, storico “operatore dei beni culturali” del Comune di Città della Pieve, dal titolo “Un intellettuale al servizio della città. I carri allegorici di Valerio Bittarello”.

Organizzata dal Terziere Castello con il patrocinio del Comune di Città della Pieve, è stata presentata dal priore Gianni Fanfano, da uno dei curatori Gaetano Fiacconi, presente anche il Sindaco Fausto Risini, al numeroso e affezionate pubblico.

Sono stati raccontati gli anni della formazione di Valerio a Firenze con uno storico gruppo guidato da Mina Gregori, allieva di Roberto Longhi, che a lungo ha rappresentato il gotha della storia dell’arte a livello internazionale, ma ancora gli anni di servizio nella patria del Perugino di cui era diventato un profondo e attento conoscitore. Lo stesso Sindaco Risini ha sottolineato come tutto il grande progetto sull’anniversario della morte del pittore era partito con Bittarello già nel 2019, grazie a lui era stato possibile coinvolgere fin da subito personaggi di spessore e rilievo.

La mostra ospitata alle Cripte della Cattedrale fino a domenica 2 luglio (sempre aperta con accesso dall’interno della chiesa) indaga un “tassello” speciale della esperienza professionale e personale del conosciutissimo storico dell’arte pievese, quella appunto dei carri allegorici da parata che Valerio ideava e realizzava per aprire il corteo del Palio dei Terzieri.

Il carro allegorico nel rinascimento era la trasposizione di quel desiderio della nobiltà di autocelebrarsi meriti e virtù generalmente associate alle divinità classiche; erano oggetto della committenza “laica” nel rinascimento e popolavano stanze nuziali o stanze pubbliche di ricevimento; lo stesso accadeva per i carri, in occasioni speciali (feste, celebrazioni di vittorie o successi) la famiglia offriva l’uscita in corteo di un carro che ripercorreva il messaggio filosofico della casata attraverso la personificazione delle allegorie stesse. Tableau vivant in piena regola che talvolta replicavano gli stessi dipinti che gli artisti avevano effigiato nelle stanze nobili.

Valerio Bittarello, nel suo grande lavoro di “riallineamento” storico del Palio dei Terzieri, inserisce l’uso del carro nel gruppo di apertura del corteo e ne fa un vero e proprio capolavoro di ricerca, ingegneria e sartoria.

“A guardarli con attenzione – è stato spiegato ieri pomeriggio – si capisce che il progetto del carro rappresenta una sintesi dell’espressione umana e professionale di Valerio; incarnano e tengono insieme la sua profonda e sterminata conoscenza dell’arte, una puntuale conoscenza del mondo classico, il suo profondo gusto estetico e la sua capacità di essere sempre e comunque un visionario, di vedere al di là. Tutto questo diventava possibile solo e soltanto grazie al supporto fondamentale delle mani d’oro della madre Anita Caricchi. Che era già “avvezza” a questo tipo di attività perché, castellana appassionata, aveva realizzato alcuni abiti affiancando le sarte storiche del corteo negli anni Sessanta. Sguardi, dettagli, gesti, scelte dei colori e delle fisionomie, un lavoro il cui risultato sembra avvicinare al sublime”.

Fanfano e Fiacconi hanno sottolineato inoltre come questa mostra sia solo un punto di partenza per un più ampio e approfondito lavoro di ricerca sull’operato di Bittarello, anche attraverso un laboratorio aperto di memoria cittadina che porti ad una sistematizzazione di tutti i suoi lavori. Il Sindaco Risini dal canto suo ha caldeggiato questa attività, assicurando da parte sua e del Comune i necessari finanziamenti per trarre, al termine della ricerca, una pubblicazione non solo celebrativa, ma di approfondimento, fruizione e futura ulteriore crescita della città.