Home Argomenti Ambiente Città della Pieve. Il “Riccio” presenta il ricorso al TAR contro il...

Città della Pieve. Il “Riccio” presenta il ricorso al TAR contro il progetto di impianto a biomasse di San Donnino

Condividi

(comunicato stampa). L’Associazione “Gruppo Ecologista IL RICCIO” è lieta di invitare la V.S. cittadinanza tutta e gli organi di stampa alla conferenza stampa di illustrazione del ricorso proposto al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) per l’Umbria dalla stessa assieme all’associazione di volontariato per l’ambiente “Il Ginepro” e assieme a cittadini co-firmatari, per il tramite dell’avvocato Valeria Passeri.

La conferenza stampa si terrà lunedì 11 dicembre alle ore 21.00 presso la sede del Riccio, in via Marconi 14, a Città della Pieve.

Il ricorso, che chiama in causa le istituzioni locali, è stato proposto per l’annullamento – sia per vizi propri sia per vizi derivati – della Determinazione del Settore Area Tecnica del Comune di Città della Pieve n. 11 del 18 settembre 2017 avente ad oggetto la procedura abilitativa semplificata per la realizzazione di un impianto di produzione di energia da fonti rinnovabili biomasse e delle relative opere ed infrastrutture connesse della potenzialità di 199 KWe da realizzare in Voc. San Donnino, proposta dalla società Società “Tecnologie Ambientali S.r.l.” di Rimini.

In data 12 novembre 2017, i cittadini di Città della Pieve, venuti inaspettatamente a conoscenza del progetto e senza alcuna preventiva partecipazione (in evidente spregio della Convenzione di Arhus), tenevano una pubblica assemblea, nel corso della quale, convenivano di adire l’intestato Tribunale a difesa del diritto a vivere in un ambiente salubre e sicuro, rispettoso dei valori culturali, paesaggistici e delle tradizioni agroalimentari locali nonché a difesa delle loro proprietà e attività agrituristiche, ivi numerose e come espressamente tutelate D.lgs. 387/2003 e s.m.i. e dal Decreto Ministeriale 10 settembre 2010.

La determinazione comunale n. 11 del 18 settembre 2017, a rilascio dell’autorizzazione a costruire ed esercire l’impianto a biomasse di Tecnologie Ambientali s.r.l., appare illegittima e viziata da numerosi errori, sia tecnici sia giuridici. La determina comunale è infatti un mero richiamo sic et simpliciter di quanto unilateralmente affermato e prodotto da Tecnologie Ambientali s.r.l., e mancano alcuni dati fondamentali che possano sincerare in via definitiva il fatto che il “principio di precauzione” sia stato rispettato in toto nel fornire i permessi al privato costruttore.

Risulta piuttosto, ad un’analisi legale del procedimento, che le garanzie sancite dal principio di precauzione (rappresentato dall’art 191 del Trattato UE e, a livello nazionale dal d.lgs. n. 152/2006) siano state ignorate nell’iter di approvazione della centrale.

Il “principio di precauzione fa obbligo alle Autorità competenti di adottare provvedimenti appropriati al fine di prevenire i rischi potenziali per la sanità pubblica, per la sicurezza e per l’ambiente, ponendo una tutela anticipata rispetto alla fase dell’applicazione delle migliori tecniche proprie del principio di prevenzione. L’applicazione del principio di precauzione comporta dunque che, ogni qual volta non siano conosciuti con certezza i rischi indotti da un’attività potenzialmente pericolosa, l’azione dei pubblici poteri debba tradursi in una prevenzione anticipata rispetto al consolidamento delle conoscenze scientifiche, anche nei casi in cui i danni siano poco conosciuti o solo potenziali”.

Per questo, e per altri motivi sia giuridici che di lotta civica, il Riccio, il Ginepro e i cittadini firmatari, rappresentati dal legale Valeria Passeri che da anni è al fianco dei comitati che si battono per la tutela dell’ambiente e della salute in Umbria, saranno onorati di illustrare al pubblico e agli organi di stampa il fulcrum del ricorso proposto.

Associazione Gruppo Ecologista Il Riccio