Home Argomenti Arte e Cultura Bettollini”Autorizzare il Festival sarebbe stato un atteggiamento di grande irresponsabilità”

Bettollini”Autorizzare il Festival sarebbe stato un atteggiamento di grande irresponsabilità”

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Torniamo su uno dei temi che è al centro dell’attenzione a Chiusi in questo momento, cioè il futuro del “Festival Orizzonti”. Diciamo che l’attenzione non riguarda soltanto Chiusi, ma l’intera area, dal momento che la città di Porsenna, con il festival e con le “Giornate della Cultura” si era messa al centro dell’interesse anche degli altri comuni della zona per quanto riguarda le politiche culturali promosse dalle pubbliche amministrazioni.

Ora il confronto invece resta prevalentemente all’interno di Chiusi e in particolare della politica di Chiusi. Sarebbe interessante cogliere l’occasione per fare una riflessione più ampia sia territorialmente che sui temi, per capire fino a che punto Comuni come i nostri, possono spingersi per realizzare in un settore strategico come la cultura, un progetto di qualità, di richiamo e di interesse superiore.

Finora abbiamo sentito ed ospitato le campane dell’opposizione politica di “Possiamo Sinistra per Chiusi” e dell’ex consigliera comunale Rita Fiorini. Abbiamo visto le posizioni di Chiusiblog, una realtà riconducibile ad una iniziativa di “cittadinanza attiva”. Abbiamo riportato una intervista al direttore artistico del Festival, Andrea Cigni. Non abbiamo avuto direttamente il punto di vista dell’Amministrazione chiusina ed allora pubblichiamo alcune dichiarazioni che il sindaco Bettollini ha fatto in un articolo di Andrea Pocosgnich sulla rivista “Teatro e Critica”. Continueremo a seguire il dibattito per le ragioni che dicevamo sopra. Queste che seguono sono le parole di Bettollini (N.d.R)

«Se fosse stato autorizzato, il festival avrebbe prodotto un’ulteriore perdita di 170mila euro che sarebbe andata ad aggravare la posizione debitoria della Fondazione in maniera irreversibile. Da qui la decisione responsabile e sana di bloccare e sospendere il festival cercando di attuare misure straordinarie per risanare il debito. In questo momento la Fondazione ha 500 euro di liquidità. Autorizzare il festival sarebbe stato un atteggiamento di grande irresponsabilità, non avremmo potuto pagare nessuno. Sarebbe stata la fine della Fondazione. Ad oggi non è detto che si riesca a salvarla, io ce la sto mettendo tutta, cosciente del valore prodotto in questi tre anni, di cui vado fiero e orgoglioso. Non vado però fiero e orgoglioso della gestione: la struttura poteva dare dei grandi risultati se avessimo avuto un po’ di pazienza nell’affrontare la ricerca di sponsor. Gli sponsor rappresentavano solo 24mila euro a fronte dei 158 che dava il Comune; il festival che costava 300mila euro, questo vuol dire che ogni anno sono stati accantonati debiti per 100mila euro. Una struttura come questa o la chiudi o la salvi e salvarla ha voluto dire ridurne drasticamente le spese».

«Ci siamo presi, come gruppo di maggioranza, un tempo entro il quale dobbiamo dirci cosa fare, quel tempo è il 31 dicembre. Se per quella data saremo stati in grado di recuperare gli errori degli altri recuperando sponsor e contributi allora potremo immaginare un futuro, altrimenti è finita non solo una grande esperienza ma anche la stagione della Fondazione. Quello che ho chiesto ad Andrea Cigni era una mano per cercare altri contributi».

Sull’eventualità di pensare a un programma ridotto il sindaco risponde:

«Io ho chiesto ad Andrea Cigni di salvare il salvabile, di fare dieci serate utilizzando le nostre compagnie (del territorio ndr), chiedendo loro di intervenire gratuitamente e il direttore mi ha detto che non era possibile, che le dieci serate potevamo farle tranquillamente senza il suo nome e la sua faccia».