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AUR “Le nuove certezze dell’aeroporto dell’Umbria”

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di Giuseppe Coco. Nella primavera del 2021, in piena era Covid, come Agenzia Umbria Ricerche abbiamo realizzato una prima analisi (a cui ne sono seguite altre) che metteva in mostra le potenzialità da sfruttare (il prima possibile) dell’aeroporto San Francesco (Link). Uno scalo che, seppur ammodernato nel 2012, arrancava a trovare un suo spazio e quindi, a cascata, a dare un proprio reale contributo nel contrastare lo storico isolamento umbro, che innegabilmente è una delle principali cause del ritardo economico della regione.
Oggi, a circa 30 mesi da quel primo studio, dai dati disponibili emerge che l’infrastruttura, nel lasso di tempo intercorso, ha saputo conquistarsi una sua centralità sia a livello nazionale che internazionale. I numeri recenti ci mostrano le nuove certezze dello scalo. Vediamoli da vicino.

Scalo umbro: quei dodici mesi che valgono oltre 500 mila viaggiatori
Dai dati più recenti al momento disponibili emerge che il San Francesco ha vinto la sfida per cui nel 2012 era stato ammodernato: è ufficialmente un aeroporto con un flusso di viaggiatori che supera quota 500 mila (tab. 1).

Un confronto tra i primi 9 mesi del 2023 col corrispondente periodo del 2019
Nei primi nove mesi del 2023 lo scalo umbro fa registrare importantissimi tassi di crescita rispetto allo stesso periodo del 2019 (anno pre-Covid): si va dai +44,9% di gennaio ai +203% di agosto (tab. 2).

“Lo scalo umbro nel mese di agosto 2023 ha fatto registrare una crescita record del 203,0% rispetto allo stesso mese del 2019”

Il merito (è giusto dirselo) di certi numeri è sicuramente da attribuire ai grossi investimenti voluti dalla Regione in sinergia con la SASE. Dalle informazioni reperibili sul sito web dello scalo (airport.umbria.it/ita) emerge che, nei sette mesi del 2023 compresi tra fine marzo e fine ottobre, sono stati offerti oltre 500 mila posti sui voli operativi da e per l’Umbria. E questi posti, dalle dinamiche che abbiamo poco prima visto, hanno incontrato il favore dei viaggiatori. In pratica, in termini di destinazioni (tra quelle attive e quelle al momento non più attive) nell’anno in corso si è di fronte all’operativo più grande di sempre per l’aerostazione.

I Top 10 aeroporti italiani per crescita nei primi 9 mesi del 2023 rispetto al 2019
Il San Francesco si colloca al secondo posto tra i top dieci aeroporti italiani per crescita nei primi 9 mesi del 2023. Rispetto al 2019 fa registrare un +160,6%. Meglio di lui fa solo Trapani, mentre il terzo scalo è sotto di oltre centoventi punti percentuali.

“Il San Francesco si colloca al secondo posto tra i top dieci aeroporti italiani per crescita nei primi 9 mesi del 2023: +160,6% rispetto allo stesso periodo del 2019”


500 mila passeggeri: i potenziali effetti su occupazione e redditi

Valutare la portata che l’ottimizzazione di un’infrastruttura può avere sullo sviluppo economico di un’area non è un’operazione facile. E non è una questione solo metodologica quanto una faccenda connessa alla complessità dei meccanismi che si innescano quando si va a modificare l’accessibilità di una determinata area geografica.
Detto questo, seguendo un approccio di tipo analogico-qualitativo, nel grafico che segue viene proposta una stima di cosa può significare per l’Umbria, in termini di occupazione (diretta, indiretta e indotta) e di redditi, il raggiungimento (sostanzialmente molto probabile per il 2023) della soglia dei 500 mila passeggeri per lo scalo.

Nota finale
La contemporaneità ci impone di essere collegati agli altri e di esserlo in modo veloce. La velocità degli spostamenti è vitale per qualsiasi territorio che voglia avere un futuro economico, culturale e relazionale attivo. E questo nella consapevolezza che: a) i punti di una rete non sono vicini o lontani, ma connessi o disconnessi; b) le reti di trasporto agiscono direttamente sulla crescita delle destinazioni.
L’Umbria col suo aeroporto (finalmente in salute) ha messo a segno un bel colpo nella battaglia contro il suo vero nemico: l’isolamento.