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Andrea Fabrizi a tutto campo Il mister della Pievese si racconta al CP

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E’ martedì sera, sono le 18:45. Sono il primo ad arrivare al campo verde ma poco dopo ecco anche Canuti, Salvi e Muccifori. Canuti è ancora esaltato per la partita di domenica scorsa, gli altri due ci tengono a raccontarmi di quante “botte” ha rischiato il nostro centrale a fine gara.
Appena il tempo di due chiacchiere che dalle scalette spunta un Fabrizi a dir poco raggiante. Qualche convenevole poi mi invita ad entrare nel suo spogliatoio.
Soli e tranquilli, Andrea comincia a raccontarmi il suo passato da giocatore con la Pievese:
“Ho militato nella Pievese per 3 stagioni, mi sembra dal 1997 al 2000. La Presidentessa era sempre l’indispensabile Serenella Baglioni e ricordo che a spingere per il mio trasferimento in bianco-celeste fu Edoardo Rampi che allora era Direttore del personale alla Perugina nonché Vice-Presidente della Pievese.”
Sempre con un velo d’emozione continua: “Sono stati tre anni davvero belli ed importanti, il mister era Valfrido Imbroglini, abbiamo fatto tre ottimi campionati anche se mi porto sempre dentro il dispiacere di non essere riuscito a vincere il campionato in quegli anni qui a Città della Pieve. Mi sono trovato molto bene con la società, con i compagni e con la gente, conservo un ottimo ricordo. Dopo questi 3 anni avevo richieste da squadre di categoria superiore, e allora sono tornato alla Pontevecchio, lasciando però tanti amici e un ambiente unico.
A livello personale mi sono tolto le mie belle soddisfazioni, ho segnato 37 goal in 3 anni, 12 il primo, 12 il secondo e 13 il terzo. Contro il Pila, squadra con cui giocheremo domenica, ricordo un mio goal da centrocampo. Il mitico Claudio Della Ciana me lo ricorda ogni volta che ci vediamo.
Giocare in quegli anni nella Pievese era un onore, era un grande palcoscenico. C’era un seguito maggiore rispetto ad ora, più trasporto di tutto il paese, più passione. Tutto questo l’anno scorso all’inizio non c’era, poi con i risultati ci siamo contornati da più entusiasmo.”
Colgo l’assist del mister e gli chiedo quindi di parlarmi un pò del presente, ed in particolar modo di quest’anno: di chi sono i meriti di questa cavalcata?
“Quest’anno stiamo disputando un campionato pazzesco, bisogna fare davvero onore al MARRA che è riuscito a tenere i nostri ritmi: senza un avversario così forte il campionato già sarebbe finito.
Il merito però parte da lontano, e più precisamente da quello che si è formato l’anno scorso. Si era creato un gruppo solido e compatto, uno spogliatoio unito, la mentalità giusta, le motivazioni. Quest’anno, seppur con qualche perdita dolorosa come questa del giornalista (paraculo), è stato facile integrare in questo progetto i nuovi arrivati visto che lo zoccolo e l’ossatura della squadra sono gli stessi dell’anno passato.
Onestamente non posso nascondermi dietro un dito, bisogna dire che abbiamo anche dei giocatori di categoria superiore”.
Mister Fabrizi, a parlare della sua squadra e del suo gruppo, si scalda ma non si lascia andare quando gli chiedo quali sono i suoi segreti:
“Il segreto di Fabrizi non c’è, il vero segreto è l’unione di tante cose: i giocatori, l’allenatore, la società, il lavoro fondamentale di Cisio che fa da collante, il motore della società che è la Serenella, i Vice-Presidenti e tutti i dirigenti. Sembra una cosa stupida, ma quello che ti porta la pizza agli allenamenti, quello che paga l’aperitivo la domenica dopo la partita, quello che tutti gli allenamenti
viene al campo.. sono tutte cose che fanno la differenza. Certo, se non c’erano i risultati queste cose sarebbero pian piano scemate, ma col nostro avvio e con le 9 vittorie di fila ci siamo portati tutti dietro”.
Poi si difende bene: “Andrea Fabrizi non ha nessun segreto, il ruolo dell’allenatore el sè quant’è difficile?. Bisogna essere bravi ad unire talmente tante cose che da qualche parte, anche se le vinci tutte, ci sarà qualcosa che non va bene. Essere perfetti è impossibile, mi piace dire meno danni fè, e meglio è!
Ridacchia, poi con l’aria da furbetto mi dice che non può svelare veramente i suoi segreti, sennò io li scrivo e li possono usare tutti quanti. Se mi avesse svelato qualcosa non sarebbe stato davvero Fabrizi, lui che è talmente scaramantico che sono passati quasi due anni e Nicola Croccolino ancora deve rivedere il suo cronometro che portò fortuna alla Pievese nella prima gara dell’era Fabrizi.
Tralasciando allora i segreti, il mister continua parlando delle prossime due gare:
“Adesso abbiamo due partite in casa in cui si deciderà il campionato. E’ importante però guardarne una alla volta, anche perché la partita più importante è sempre quella che viene prima.
Non bisogna pensare al MARRA con cui giocheremo tra due domeniche, domenica contro il Pila sarà una gara fondamentale per mantenere almeno il distacco che ci separa ora dalla seconda in classifica e poter arrivare a quella sfida con un buon margine di sicurezza. Sono comunque fiducioso, la mia squadra arriva a queste sfide molto bene”.
Manco a farlo apposta, entra nello spogliatoio il mister dei portieri, Fedi, che si raccomanda ad Andrea: “Mister, mi raccomando, domenica è la chiave di volta. Devi tenere tutti sull’attenti, non vorrei che il secondo posto ormai matematico porti qualcuno ad un certo rilassamento. Questo non deve succedere, avete fatto un gran campionato e bisogna portarlo in fondo; ma un gran campionato veramente, perché io sfido chiunque a trovarsi a 6 giornate dal termine che anche se le perde tutte da qui alla fine arriva secondo… mi raccomando..!”
Lasciamo l’intimità della doccia a Sergio Fedi e usciamo in campo, mentre arrivano gli ultimi ritardatari. Provo a chiedere a Fabrizi qualcosa sul suo futuro, ma mi risponde che non lo sa, che è talmente concentrato a finire bene questa stagione che non ci pensa.
Prima di lasciarlo all’allenamento, però, gli chiedo un’ultima cosa: non voglio chiederti chi sono i tuoi giocatori preferiti, tanto non me li diresti, però posso chiederti chi è il giocatore preferito dalla tua figlia visto che sappiamo tutti che conosce alla perfezione tutto su questa squadra?
“Beh, lo sapete tutti che io ho un grosso seguito, i miei genitori, mia moglie e mia figlia mi seguono in ogni passo, sia in casa che fuori non si perdono una gara. Però l’sai com’è, le bambine possono avecce du preferenze, quelli che ie piaciono e quelli che fon gol…allora già v’ho detto tutto…! Vede che uno bello segna sempre, il suo preferito è Cacciamano, è troppo facile..!”
Saluto il mister, lo ringrazio, lo lascio alla sua squadra. Una squadra, anzi una famiglia, che ormai è sua, di cui ne parla fiero ed emozionato, che difende a spada tratta, che ha formato l’anno scorso e che sta guidando anche quest’anno; una squadra a cui vuole regalare un sogno, un sogno che si chiama campionato.