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Uffici postali, chi chiude e chi si salva

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dal GIORNALE DELL’UMBRIA di Christian Cinti

E alla fine furono i tagli. «Accogliamo la notizia con sentimenti aitemi di rabbia e soddisfazione. Quello che non ci va bene è, ancora una volta, la modalità attuata da Poste: doveva essere aperto un tavolo di confronto con le istituzioni locali, la Regione, l’Anci e tutti i soggetti interessati che, però, non ha avuto luogo». «Non è ancora arrivata l’ufficialità ai sindaci dei comuni interessati – spiega Giuliano Tognellini, segretario regionale del sindacato – ma a distanza di qualche mese dallo scorso febbraio. Poste sembra avere ripreso a parcorrere con maggiore vigore di prima la strada delle chiusure e delle razionaiizzazioni degli uffici postale sul territorio regionale».

Il piano originario coinvolgeva in Umbria 33 sportelli: 15 sarebbero stati interessati da chiusure e 18 da razionalizzazioni. La scure avrebbe dovuto entrare in azione nel mese di aprile e seguire un iter che, a livello nazionale, avrebbe coinvolto 1.064 uffici con 455 chiusure e 609 razionalizzazioni.

La diplomazia e le proteste del territorio hanno fermato la lancetta dell’orologio che, però, si è evidentemente rimessa in moto, caricata da un ingranaggio piuttosto articolato che dovrà coinvolgere anche il servizio di corrispondenza, l’introduzione della figura del cosiddetto postino “telematico” fino ad arrivare alla quotazione in borsa dell’azienda. Dalle notizie ufficiose in possesso della Failp Cisal, il piano sarebbe stato così rivisto:

11 uffici postali da chiudere (in provincia di Perugia si tratta di Castel Ritaldi, Annifo e Capodacqua a Foligno, Perugia piazza Partigiani e Sant’Egidio nel capoluogo, Villastrada a Castiglione del lago e Collazzone mentre nel Ternano le chiusure interesseranno Collestatte a Temi, Capitone a Narni, Sugano ad Orvieto e Melezzole a Montecchio).

Salvati in extremis gli sportelli di Ripa e Gioella nel Perugino e di Schifanoia e Porchiano nel Ternano con quest’ultimo che sarà sottoposto a una ristrutturazione dell’orario di apertura.

Le razionalizzazioni ri guarderanno inoltre nel Perugino Gualdo Cattaneo e Gaifana (Nocera Umbra) con 4 giorni di apertura; Castiglione della Valle (Marsciano). Cerreto di Spoleto, Monteleone di Spoleto, Piegaro, Poggiodomo, Preci, Sant’Anatolia di Narco, Scheggino, Casteinuovo di Assisi e Viole di Assisi, Ponticelli (Città della Pieve) 3 giorni di apertura; Monte Santa Maria Tiberina (2 giorni). Nel Ternano toccherà invece a Civitella del Lago (Baschi) con 4 giorni di apertura; Allerona, Ficulle e Piediluco (Terni) con 3 giorni. POSSIBILI RICORSI «So che, altre regioni si stanno muovendo insieme a sindaci ed enti per ricorrere al TAR e fare di tutto per scongiurare tali chiusure. Mi auguro che anche in Umbria, ora che le elezioni regionali sono terminate e i nuovi consiglieri si sono insediati – commenta Tognellini – i nostri amministratori, dopo le sfuriate sulla stampa di qualche mese fa, si decidano ad intervenire con forza al nostro fianco e con i cittadini, soprattutto quelli più deboli, che non intendono rinunciare della presenza di Poste in quei territori dove gli uffici chiudono perché l’Azienda li ha ritenuti diseconomici, dimenticando l’alto ruolo sociale e di aggregazione che un ufficio postale può rappresentare per una piccola collettività. Anche una briciola concorre a formare una pagnotta». La fine dell’estate porterà altre novità visto che il primo ottobre prenderà il via la “rivoluzione” del servizio di recapito a giorni alterni in tutti quei comuni (86 in Umbria) con una densità di abitanti inferiore a 200 persone ogni chilometro quadrato. Il recapito a giorni aiterni si svilupperà seguendo lo schema bisettimanale lunedì-mercoledì-venerdì e marted’i-gioved’i e avverrà in tre fasi successive: la fase “2” verrà avviata il primo aprile 2016 mentre la parte finale si svilupperà non prima di febbraio 2017.