Home Argomenti Arte e Cultura Tomba etrusca, da Silvia De Fabrizio una rettifica all’articolo della Soprintendenza

Tomba etrusca, da Silvia De Fabrizio una rettifica all’articolo della Soprintendenza

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Riceviamo da Silvia De Fabrizio  e pubblichiamo volentieri, una lettera a proposito dell’articolo,  che abbiamo riportato completo di traduzione, con  il testo pubblicato sull’ ‘Etruscan News” da due funzionarie della Soprintendenza Archeologica dell’Umbria. La dottoressa Silvia De Fabrizio è stata la coordinatrice del gruppo di alcune archeologhe  volontarie,  che si sono impegnate durante tutta la fase del rinvenimento e degli scavi di San Donnino, prima della messa in sicurezza e del trasferimento dei reperti in parte a Santa Maria dei Servi a Città della Pieve ed in parte a Perugia. (N.d.R)

“In merito all’articolo che riporta un’intervista rilasciata dalla Dott.ssa Natalini e dalla Dott.ssa Scarpignato, pubblicato dalla rivista Etruscanews, riguardo al rinvenimento della tomba etrusca di Laris, articolo apparso nella versione originale e in quella tradotta nel vostro giornale on-line Corriere Pievese, vorrei fare alcune precisazioni. La Dott.ssa Natalini, Ispettrice della Soprintendenza Archeologica dell’Umbria, responsabile della tutela del territorio che comprende anche il comune di Città della Pieve, è stata presente più volte nel cantiere di scavo ma le indagini stratigrafiche sono state svolte da quattro archeologhe volontarie che per oltre un mese e mezzo hanno garantito presenza e disponibilità, e successivamente hanno prodotto tutta la documentazione relativa, scritta, grafica e fotografica, consegnandola in tempi brevi al suddetto Ufficio. La Dott.ssa Scarpignato, Ispettrice etruscologa della stessa Soprintendenza, è stata incaricata dello studio e della pubblicazione dei reperti rinvenuti, dal punto di vista stilistico ed epigrafico, perciò si è recata alcune volte presso la tomba e presso il Museo di S.Maria dei Servi, dove sono stati collocati urne e sarcofagi, per prendere visione dei rilievi e delle iscrizioni etrusche, ma non ha mai preso parte allo scavo stratigrafico.

Nell’articolo non è minimamente menzionata la disponibilità offerta dall’Amministrazione Comunale per tutta una serie di operazioni senza le quali la Soprintendenza di Stato sarebbe stata costretta a rimuovere, in situazione di emergenza, le sepolture e il corredo, sacrificando la messa in luce del dromos e della porta a due ante di travertino, comunque pregiudicando una comprensione scientifica del sito.”

Silvia De Fabrizio

Città della Pieve, 9 maggio ’16