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Sulle note ed i versi di Lucio Dalla. Il Presepe Monunemtale. Storia, identità, speranza.

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Se ci sono state, ad oggi, 57  edizioni, ripetute ogni anno,  dalla metà degli anni settanta. Se ci son migliaia di visitatori ogni anno, molti dei quali che ripetono la visita come un rito necessario e riempiono un libro di riflessioni e ringraziamenti. Se  ci sono decine di persone ogni anno che da settembre lavorano alla sua preparazione. Se ci sono centinaia di metri quadri che ogni anno vengono allestiti in modo mirabile, e poi sgombrati. Se ogni anno il messaggio tocca, parla, commuove, esorta. Se ogni anno nonostante il trionfo dell’automazione, che cancella posti di lavoro e capacità di lavoro. Mani umane costruiscono fiumi, cascate, deserti, ponti, case, cieli, mari, con l’occhio attento anche all’innovazione.  Se per tre settimane circa ci sono persone che, al freddo, si sacrificano, insieme alle loro famiglie, per tenere aperto e visibile l’evento.  Se avviene tutto questo in una cittadina di ottomila anime, a cavallo tra l’Umbria e la Toscana, ancora oggi in questo mondo, in questi anni,  dove tutto sta diventando uguale, tutto sta inchinandosi al dio profitto, tutto sta deflagrando in guerre scatenate  da pochi potenti e subite dal mondo intero ed in particolare dai poveri cristi. Se tutto questo ancora accade, un qualche buon motivo deve pur esserci.

Se ogni anno il Presepe Monumentale del Terziere Castello compie il miracolo di essere realizzato e di impreziosire il Natale e le Festività pievesi un motivo deve esserci.

Si il motivo c’è. Ed è che ancora riusciamo, nonostante tutto,  a difendere e tramandare: Identità, tradizione, storia, solidarietà. E infine, ma soprattutto: speranza. Si! Speranza che tutto cambi, che ciò che non è riuscito alle nostre generazioni, possa riuscire a quelle che ci seguiranno. Continuando anche se in mezzo a tante difficoltà a non mollare. Continuando a ricordare e riaffermare, ogni anno, il messaggio cristiano della speranza, della nuova natività. Continuando a ricordare e riaffermare ogni anni il messaggio laico di una  giustizia che unisca tutti i popoli.

Quest’anno il Presepe Monumentale del Terziere Castello è stato progettato e coordinato da Fausto Scricciolo, un presepista storico. Un gigante nella galleria che comprende  Vittorio Massoli, cui è dedicata una delle stanze, Alvaro Marchesino, Fausto Biagiotti che ha curato un gran numero di edizioni ed è stato un caposcuola.

A Fausto Scricciolo,  ed al gruppo di lavoro che lo ha assistito, va il mio personale ringraziamento insieme a quello di tutto il consiglio direttivo. A Fausto Scricciolo che per cinque anni ha servito anche il paese da Sindaco e che ha presieduto per diversi anni  il Terziere Castello

E’ un presepe da vedere e rivedere per gustarne tutti i significati. La sala principale è dedicata alla tragedia dei migranti causata da quei lorsignori che ricordavamo prima. Ma nelle altre sale si potrà leggere tutto il dramma del mondo contemporaneo. Mi chiedere allora dove risiede la speranza? Oltre che nel ricorrente miracolo della natività. La speranza trasmessa da questo presepe è nel protagonismo dei giovani. In quelli che lo hanno realizzato, in quelli del Liceo Musicale che hanno composto la colonna sonora, sulla base di brani dell’indimenticato Lucio Dalla. In quelli ancora più giovani dell’Istituto Comprensivo che hanno realizzato i fiori che sono stati messi nei cannoni. Come cantavano i Giganti nel 1967. Prima che scoppiasse, nel secolo scorso,  un sessantotto si speranza e di mobilitazione in tutto il mondo contro un mondo che già cominciava ad andare di traverso.
E chissà che in qualche corso e ricorso storico non si rinnovi qualcosa di quella rivolta, qualcosa di quelle speranze, grazie anche alle lezioni, tante, che in questi decenni la storia ci ha impartito.

Gianni Fanfano