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Pievese verso i 90. La rinascita e “la squadra che vinse tutto”

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Città della Pieve. Il prossimo anno, nel 2017, la Pievese e Città della  Pieve, festeggeranno il novantesimo anniversario della fondazione della squadra di calcio. Abbiano già pubblicato alcuni momenti più importanti di questa storia, dal fondazione in epoca fascista, fino alla fine degli anni cinquanta, dove il calcio pievese visse un periodo di breve crisi. Oggi pubblichiamo le pagine relative alla ripresa negli anni sessanta fino a quelli del decennio successivo. Le Pagine sono tratte dal libro “Fanno scuola agli argentini” di Gianni Fanfano (N.d.R)

Dopo al crisi della fine degli anni cinquanta, la ripresa ufficiale del calcio a Città della Pieve avviene nel 1965, con il campionato juniores prima e poi l’iscrizione al campionato di terza categoria. Il protagonista iniziale principale è Don Augusto Panzanelli. Nato a Villastrada di Castiglione del Lago,ha studiato nel Seminario Diocesano di Città della Pieve e fu ordinato sacerdote il 29 giugno 1963 nella nostra città. Parroco di San Donato e Moiano dal 1967 .

Il Csi viene ricostiuito a Città della Pieve alla fine del 1963. Don Augusto racconta che costituì il Csi, nell’ambito della attività rivolta ai giovani. Si doveva ripartire da zero. Il campo era appena abbozzato. I primi spogliatoi furono all’interno dei locali del Santuario. Don Augusto resterà impegnato nell’attività sportiva per 25 anni fino all’88. Sempre nel consiglio, ma sempre senza cariche. Prima dei campionati ufficiali sono rimasti famosi i “Tornei Cecchini” che prima venivano disputati a Monteleone e poi a Città della Pieve durante l’estate organizzati insieme all’Associazione Turistica.

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1964/65.Una formazione giovanile del Csi nelle primissime uscite. Da sinistra in piedi: Bagiacchi Mario,Cesaretti Silvano, Soccierello Enrico, Perugino Ivano, Tassino Maurizio, Giuliacci Enzo, Piotti Rodolfo Scattino Giancarlo, Maccabruno Franco, Porzioli Francesco,Cesaretti, Berni Fausto

Nei primi anni i bilanci dell’attività erano di 7/8 milioni. Così raccontano i nuovi pionieri della ricostruzione biancoceleste. “I primi debiti li facemmo quando andammo in Promozione”, negli anni settanta. Per il finanziare l’attività erano organizzate le feste da ballo al Teatro, come diversi anni prima La metà dell’incasso andava all’Accademia degli Eclettici, l’altra metà era della Pievese. Altri fondi venivano da tombole e collette presso i commercianti e durante le partite.

Ma le gestione era molto attenta. C’è chi ricorda che con due palloni veniva fatto tutto il campionato. Uno serviva per gli allenamenti e l’altro le partite ufficiali. A dosare il consumo, una delle colonne della Pievese per tanti anni, di cui riparleremo, Dario Possieri, fratello di Giuliano, per anni figura fondamentale dell’organizzazione della società, faceva anche lavare le maglie dalla moglie. Per anni ha montato i teloni prima della partita e segnato il campo. Giuliano ricorda che un giorno, che stava piovendo a catinelle, mentre   segnavano il cerchio di centrocampo, in alto sopra le gradinate, passarono due persone, che si fermarono a guardare e poi dissero:” …si vede che hanno la loro convenienza!..”. Dario lasciò il carrettino che serviva a segnare il campo e scappò via.

Per tutta la prima fase degli anni sessanta, i dirigenti. facevano un po’ anche gli allenatori.Molti ricordano comunque Ivano D’Ubaldo come allenatore per antonomasia, dopo avere finito la sua carriera di giocatore e di arbitro. Fra i primi dirigenti c’erano Goffredo Della Ciana (Gufri), Sergio Moretti , Dario Possieri,Giuliano Possieri. Ritroviamo quindi in questa nuova Pievese Giuliano Possieri

.Lo avevamo conosciuto facendo la storia della Frazzi negli anni cinquanta.Lo ritroveremo quando parleremo del calcio nelle frazioni, perché fu uno dei fondatori del Ponticelli. Resterà fra i protagonisti della Pievese fino alla metà degli anni ottanta. E’ stato uno dei collaboratori più preziosi di questo nostro lavoro. Ma credo non sia esagerato segnalarlo come una delle figure più importanti della storia di Città della Pieve di questo secondo Novecento. Ed è tuttora sulla breccia ed io gli auguro di esserlo ancora per tanti anni. Non solo nel suo, am anche nel nsotro interesse. E’ stato uno dei dirigenti più impegnati nella DC fino alla sua scomparsa all’inizio degli anni novanta.Tra i fondatori ed animatori dei Popolari prima e della Margherita poi. Ora è tra i protagonisti del nascente Partito Democratico. Mosso da quell’importante spirito di servizio del cattolicesimo democratico, non ha mai assunto posizioni settarie, nemmeno nei momenti pi duri dello scontro politico. E’ stato tra i fondatori,insieme a Don Oscar Carbonari del Terziere Castello prima e del Palio poi.

Nella breve stagione dell’industrializzazione pievese avvenuta a cavallo degli anni sessanta e settanta, è stato tra i promotore di iniziative imprenditoriali significative. Da sempre è attivo nel mondo associativo cattolico prima nelle Acli e poi nel Mocli.Oggi il figlio Andrea raccogliendo, in un certo senso, il testimone è alla presidenza del Terziere Castello. In quei primi anni oltre alle figure che abbiamo già ricordato meritano di essere segnalati anche coloro che furono i primi presidenti della Pievese ricostituita: Claudio Mariottini, Giuliano Brogelli, Mario Macchioni e soprattutto Giuseppe Pulito, un imprenditore edile, figlio d’arte si può dire, che per anni ha costituito un punto di riferimento della società.

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Campionato 1966/67.Da sinistra in piedi: Timitilli Gianni, Cesaretti Ivano, Cioncoloni Mario, Gori Augusto, Filippetto Ascanio, Stefanucci Nazareno. Seduti: Gori Mario, Tassino Maurizio, Cestola Luigi, Vecchi Mario, Lorenzini Fabio, Saini Giorgio.

La squadra che vinse tutto quello che c’era da vincere: gli anni settanta. La Pievese dei fratelli Possieri, di Brogelli, di Pulito e del primo Matarrese.

Per il calcio pievese, se gli anni sessanta costituiscono quelli del rilancio definitivo del calcio societario a Città della Pieve e del rilancio di una seria ed attenta politica rivolta ai giovani, gli anni settanta sono quelli della prima grande stagione di successi significativi per le squadre biancocelesti.

Tutti sono concordi nel dire che in quegli anni si cominciano a raccogliere i frutti del lavoro svolto soprattutto fra i giovani e quindi a raccogliere i frutti della società rifondata da Don Augusto e presieduta nel corso degli anni da Giuliano Brogelli, da Claudio Mariottini, da Mario Macchioni, da Giuseppe Pulito. Nel 1971 la Pievese vince il campionato di Terza Categoria, imponendosi nell’ultima e decisiva partita sul campo del Pietrafitta per 2 a1. E’ l’anno della scoperta e dell’affermazione di uno degli attaccanti più prolifici del calcio pievese, Enzo Mencuccini, (detto il Tromba), proveniente dal vivaio locale, che vince la classifica dei cannonieri con diciotto reti. Di quella squadra fanno parte : Bani Gainfranco, Socciarello Enrico, Timitili Giovanni, Pizzinelli Giuliano, Tassino Maurizio, Vecchi Mario, Brillo Luciano, Bittarelo Alvaro, Manganello Giuliano, Binaglia Marcello, Mencuccini Enzo, Casubaldo Giuliano, Brenda Vittorio, Tomassoni Gabriele, Della Ciana Edoardo

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Una formazione della squadra “che vinse tutto”

Giugno 1976. S.Maria degli Angeli.Gori Mario, Socciarello Enrico, Tassino Maurizio, Giometti Piero, Giulietti Renzo, Venturini, Gabriele Casubaldo Giuliano, Guerrieri Massimo, Vecchi Mario, Mencuccini Enzo, Mogetti.

Dopo due anni di permanenza in Seconda Categoria, nella stagione 73/74, un’altra promozione e viene raggiunto il primo grande traguardo, con lo spareggio disputato a Castiglion della Valle contro il Tuoro e vinto per 1 a 0, grazie alla rete segnata da Giuliano Manganello ( detto Nettle). La Pievese è in Promozione, la massima categoria, in quegli anni, prima del semiprofessionismo.

Se si guarda alla rosa dei calciatori di questo campionato si nota come l’ossatura fondamentale fosse ancora quella dei campionati precedenti.A conquistare il campionato di promozione furono: Gori, Tassino Binaglia, Vecchi Gonnellini, Socciarello, Manganello, Fattorini, Mencuccini, Casubaldo, Guerrieri, Grezzi, Giuliacci, Guerrini.

Nel corso del campionato Mencuccini segnò 18 reti, 6 Binaglia, 5 Guerrieri, 3 Gonnellini, 3 Vecchi, 2 Guerrini, 2 Casubaldo, 2 Fattorini, 2 Tassini, 1 Socciarello. Nel campionato di Promozione la Pievese si affidò, come allenatore ad un ex giocatore del Perugia,Nissim e acquistò tre giocatori Diano, Giovannini e Sensini. Per il resto restò il gruppo dei giocatori del campionato precedente rafforzato dall’innesto di qualche giovane del vivaio.

A fare il campionato di Promozione furono: Sensini Sergio, Giovannini Piero, Diano Paolo, Gori Mario, Gazzurra Alfredo, Socciarello Enrico, Tassino Maurizio, Giuliacci Enzo, Binaglia Marcello, Imbroglini Valfrido, Casubaldo Giuliano, Fattorini Enzo, Brillo Maurizio, Guerrini Moreno, Manganello Giuliano, Mencuccini Enzo, Guerrieri Massimo.

E’ l’anno in cui iniziano lavori di una certa serietà, per rendere dignitoso il fondo del campo sportivo.

Durante il campionato la Pievese perde in casa con il Todi 1 a 2, vince con il Lama 1 a 0, perde a Gualdo 2 a 1, pareggia con il Camicia 1 a 1, pareggia a Bevagna 2 a 2, vince con l’Angelana 3 a 2, pareggia a Deruta 2 a 2, pareggia con il Ponte Pattoli 0 a 0. La squadra biancoceleste sembra avviata sino a questo punto del calendario ad un campionato dignitoso e tranquillo, ma inizia una serie di brutte sconfitte: sconfitta 3 a 4, in casa con la Pontevecchio, sconfitta con la Tiberis a Umbertine 2 a 1, sconfitta con la Nestor a Marciano per 4 a 0, sconfitta ad Assisi 3 a 0.E ancora pareggio in casa con l’Elettrocarbonium per 1 a 1, sconfitta a Orte per 2 a 1. A questo punto la nostra fonte storica Mario Barzanti, su Pieve Nostra, non riporta più nemmeno i risultati, ma ci dice che la nostra squadra è i fondo alla classifica e che si è tentato un rafforzamento con l’inserimento di due militari Brusco e Marini. Ma non basteranno. Dopo un solo anno la Pievese lascia la massima categoria dilettantistica regionale anche se in diverse partite fece un buon gioco ed Enzo Mencuccini, il goleador della squadra, arrivò, comunque, secondo nella classifica cannonieri. Dopo quella retrocessione la Pievese tornerà in Prima Categoria anche grazie alla ristrutturazione dei campionati. Ci sarà il primo ingresso nella società, dopo essere stato lo sponsor, di Gianvito Matarrese che tornerà alla fine degli anni ottanta come protagonista insieme a Daniele D’Ubaldo ed a Serenella Baglioni, della seconda grande stagione del calcio pievese culminata nella partecipazione per diversi anni ai campionati di Eccellenza.

Maurizio Tassini una delle colonne del calcio pievese di quegli anni definisce quella Pievese della prima Promozione “forse la squadra più forte e più bella per gioco, era una squadra molto forte fisicamente.Con una difesa molto alta e “fisica” con corrazzieri come Socciarello, Binaglia,e me, che ero il più piccolo ed ero alto un metro e settantacinque. Mi ricordo che in un campionato subimmo soltanto undici reti.”. In quegli anni la Pievese   vinse oltre ai campionati di cui abbiamo parlato, anche la Coppa Italia, di categoria oltre a svariati tornei notturni.

La finale della Coppa Italia Dilettanti (che allora si chiamava Trofeo Gaggi)fu disputata e vinta contro la Castellana di Castel Ritaldi allo stadio di S. Maria degli Angeli nel ‘76. Ho accennato prima che, in questi anni, fa la sua prima apparizione nel calcio pievese quella che poi si rivelerà una delle figure più importanti della sua storia, Gianvito Matarrese.

Imprenditore di origini pugliesi, Matarrese entrò in contatto con la nostra città tramite rapporti di parentela. La sua prima moglie era nativa di Carnaiola, vicino a Fabro. Il cognato aveva sposato una donna della Pieve ed aveva costruito una casa in fondo a Cappuccini. Matarrese ha raccontato che dopo essere stato ospite della sorella e del cognato, in un fine settimana, si innamorò subito di Città della Pieve. Sarà Giuseppe Pulito a costruirgli la casa ed ad diventarne, insieme ad altri, grande amico ed ad convincerlo con Mario Barzanti ad entrare nella Pievese.

Materrese iniziò prima a sponsorizzare la squadra, tramite il marchio di quella che era allora la sua azienda principale, la Romana Quadri, poi nel 1976 divenne presidente e lo rimase, in questa prima esperienza, fino all’inizio degli 80.