Continuiamo a stimolare un’attenzione ed un confronto fra tutti i soggetti interessati sulla crisi del turismo a Città della Pieve, riportando una presa di posizione di “Pieve di Tutti” apparsa sul proprio sito web.
“Pieve di Tutti” interviene sulla questione turismo con alcune riflessioni.
Città della Pieve – analisi della situazione.
Innanzi tutto pensiamo che la situazione attuale del turismo a Città della Pieve sia in fase di ridefinizione. Dopo il lancio mediatico della città grazie ad un evento culturale quale la mostra su Perugino e grazie alla fiction Carabinieri, due proposte che hanno individuato segmenti diversi di fruitori, oggi la proposta turistica sembra essersi un po’ fermata. Chi sono i visitatori della città? Chi coloro che scelgono di soggiornarvi? Gli operatori dicono che i loro ospiti scelgono genericamente l’Umbria e per i seguenti motivi: cultura, ambiente, tradizioni, stile di vita.
Analogamente crediamo che per Città della Pieve vi siano due tipologie di turista: il turista culturale che predilige i centri cosiddetti minori e il turista amante della natura e di una dimensione di vita lontana dalla frenesia delle grandi città. Infatti il marchio di Città della Pieve, intendendo per marchio la sua essenza unica, è proprio il suo patrimonio storico ( arte, architettura, tradizioni) e la sua posizione naturale. Questi due aspetti congiunti danno l’immagine di un luogo ricco di memoria che propone la sua bellezza non sconvolgente ma penetrante, i suoi sapori autentici, i suoi ritmi ancora a misura di una vita rilassante.
Rispetto a questa dimensione di vita il momento di eccezionalità è rappresentato dal Palio dei Terzieri che fa emergere vitalità e identità nella competizione delle parti. Il Palio è momento di richiamo, ma crediamo che occorra indagare con obiettività quali segmenti attragga. Pensiamo che il Palio sia il momento dei pievesi di ritorno (oggi soprattutto giovani che sono lontani per studio o lavoro), delle persone con legami familiari con la città, delle persone del territorio più o meno limitrofo e di turisti che già gravitano nel territorio. Occorrerebbe uno studio analitico su quanti soggiornano nelle strutture ricettive per il Palio. Bisogna inoltre dire che il Palio significa quindici giorni di Agosto e poi c’è il resto dell’anno in cui l’offerta torna ad essere quella strutturale: storia e ambiente.
Tassa di soggiorno?
Da tempo si discute sulla possibilità di imporre una tassa di soggiorno. Moltissime realtà turistiche l’hanno imposta e sembra che questo sia un percorso sempre più seguito. Le motivazioni sono date dalla necessità di offrire più servizi e quindi valorizzare maggiormente la proposta. Certo questo è vero, ma bisogna valutare attentamente e calare ogni ipotesi nella realtà fattuale. Città della Pieve e le altre realtà limitrofe con le quali si sta affrontando un percorso condiviso sono luoghi che hanno bisogno di potenziare il loro richiamo turistico. In questa situazione una tassa, seppur ridotta, potrebbe essere un elemento frenante e non incentivante. Il turista affezionato potrebbe tornare, ma il nuovo turista potrebbe preferire soggiornare altrove.
Per quanto riguarda Città della Pieve il turista potrebbe solo decidere di visitare la città in una giornata. Il rischio di una tassa è di fare della città un posto di passaggio e non luogo in cui restare. Per lo sviluppo generale, invece, è necessario incrementare permanenze e fare della città uno snodo di diramazioni territoriali. Per questo è importante proporre, attrarre, ma anche alleggerire il turista considerando che la crisi non è proprio alle spalle.
Tassa di scopo?
La tassa di soggiorno viene proposta come tassa di scopo. Il problema è che lo scopo va delineato prima dell’imposizione. Le Amministrazioni non possono parlare di scopi generici, ma di un preciso impiego degli introiti. Di fronte a progetti ben strutturati gli stessi operatori possono valutare con più chiarezza come la tassa viene impiegata. Diversamente si tratta di affermazioni poco credibili.
Sollecitazioni.
Più che di nuove tasse, occorrerebbe parlare di politiche incisive nella direzione del turismo. Prima di tutto si potrebbe puntare a migliorare la qualità dei servizi esistenti, anche in termini di accoglienza, sinergia tra le varie parti e comunicazione .Bisogna poi elaborare progettualità a medio termine, puntare su condivisione con gli operatori, formazione di capacità imprenditoriali di settore e operazioni di comunicazione e marketing.
Il contenuto da cui partire è sempre quello: storia e ambiente. In questo senso la politica dovrebbe progettare interventi e lavorare a proposte sostenibili che non snaturino il contesto, che conservino vivibilità e armonia, che al tempo stesso muovano verso la modernità armonizzata con l’esistente. E’ un processo globale che riguarda urbanistica, cultura, territorio e ambiente. Non possono esistere compartimenti ma un’idea unica verso cui convergere.
da www.pieveditutti.com