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Pietrafitta. “Polo di energia alternativa e mobilità elettrica”

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Rassegna stampa dal Corriere dell’Umbria di (AleAnt)

Chiedono risposte alle istituzioni locali e nazionali. “Quale politica energetica in Umbria?” I rappresentanti dei lavoratori dell’Enel di Pietrafitta si muovono. Marco Cappelloni, Carlo Cerati e Urbano Remoli, della rsu Enel, pongono il quesito sul futuro del sito e della politica energetica regionale.

“Siamo ancora in una fase di stallo sul fronte dello sviluppo energetico della Regione – spiegano – e con i progetti di riqualificazione delle due centrali fermi, si rischia lo stallo”. A Bastardo “c’è il rischio del trasferimento dell’ufficio direzionale a Civitavecchia, qui a Pietrafitta abbiamo già assistito al trasferimento a Santa Barbara in Toscana. Tutto nel silenzio delle istituzioni locali e non”.

In particolare per Pietrafitta “dopo le promesse del polo di innovazione – continuano i tre – si dovrebbe andare verso un progetto per l’energia alternativa e l’accumulo a bassa potenza, per la produzione di batterie non impattanti per la mobilità elettrica. Si dovrebbe tornare cioè all’idea di creare un progetto di circuito all’avanguardia per risollevare tutta l’area sia sul fronte economico produttivo e quindi anche lavorativo sia sul fronte sociale”.

Un’area dove Enel ha già speso milioni e milioni di euro per il territorio, in passato, proprio nell’ambito della riconversione della centrale a lignite, di cui oggi non si raccolgono i frutti. Anzi, c’è da leccarsi le ferite. C’è un’area di oltre 250 ettari interessata dall’indagine che al termine dell’iter giudiziario “potrebbe diventare un circuito di archeologia industriale, con le grandi macchine di lavorazione della lignite – affermano ancora Cappelloni, Cerati e Remoli – e il museo paleontologico”.

Per non parlare del lago, in cui si pratica carp fishing e che è stato recentemente interessato dall’allestimento di attrezzi sportivi, “da potenziare e valorizzare sul fronte turistico”.