Caro Gianni,
nelle testate che dirigi si rincorrono argomenti, valutazioni, notizie e informazioni che oltre a fornire uno spaccato d’insieme di una vasta area dell’Italia centrale posta tra le provincie di Perugia, Siena, ed Arezzo, cerca anche di segnalarne i bisogni e le aspettative realistiche e perseguibili, intrecciate legittimamente, nell’interesse naturale e condiviso delle comunità, intese in un’ampia eccezione interregionale.
Questo è avvenuto, prontamente, anche quando si è trattato di osservare che il paradigma Umbria/Marche e viceversa è apparso liquidatorio, superficiale, affrettato, foriero di disgregazione e non già somma di potenzialità diversamente non espresse o esprimibili. Il buonsenso, prima che altro, ci induce a ritenere evidente che l’Umbria mantiene una sua ragione d’essere solida nell’ambito di UNA UNICA “AREA EUROPEA DELL’ITALIA CENTRALE.
Questa funzione delle testate si percepisce chiara quando si spende nelle problematiche dello sviluppo economico, nella riscoperta e valorizzazione delle ricchezze nei giacimenti dei beni culturali e ambientali. Questo profilo si mantiene chiaro ad oggi, anche a sostegno della necessità di migliorare i servizi socio sanitari, di trasporto e mobilità, come quelli scolastici e formativi dell’intera “area”.
Di particolare efficacia si dimostra nella vicenda che stà portando alla definizione delle fermate dell’alta velocità a Chiusi, che si affermano sia in termini di uso economico delle risorse sia di estensione di servizio pubblico: è evidente, infatti che, come è stato scritto, “la stazione della Media Etruria, da costruire nuova per l’alta velocità, sarebbe un caso chiuso. Perchè l’alta velocità si fermerà a Chiusi”.
Se, poi ricordiamo a noi stessi che si sono organizzati servizi con autobus per portare utenti di alta velocità da Perugia a Firenze per avviarLi solo verso i centri del nord Italia, la funzionalità di Chiusi, verso la Capitale ed il sud raddoppia e si commenta da sola.
La cosa che non ci possiamo consentire, caro Gianni, o meglio, che gli amministratori locali non possono consentirSi in ordine al necessario miglioramento dei collegamenti stradali con Perugia, sarebbe la replica di quanto accaduto per l’OSPEDALE UNICO ed abbiamo visto come è andata a finire. (Tema, questo, che meritoriamente hai riaperto, quantomeno per comprendere, i motivi di questa rinuncia che si è operata o le ragioni del venir meno di questa esigenza, e che comunque le une e gli altri meritano di essere compresi.)
Ancorché come corollario all’alta velocità ed al collegamento Perugia Chiusi e viceversa è evidente che questo vada migliorato perseguendo l’interesse maggiore delle comunità interessate ed allora al presidente della Associazione dei comuni del Trasimeno, nonchè Sindaco di Città della Pieve non può sfuggire che l’apertura della provinciale 599 sulla Valupina verso Ellera/ San Sisto/ Perugia è destinata ad assumere sempre più rilevanza socio economica che interessa la comunità locale da Città della Pieve/ Po Bandino/Moiano ad Ellera/Corciano/Perugia e le Amministrazioni Comunali di Città della Pieve, Paciano, Castiglione del Lago, Panicale, Magione e Corciano, accorcia il collegamento con Chiusi, apre ad un respiro nuovo le comunità, i residenti e le attività lungo la direttrice di collegamento Perugia/ Chiusi sul il versante Sud del lago Trasimeno.
Quindi è auspicabile che si operi per migliorare il collegamento Perugia/Chiusi senza “priorità” ma secondo la logica della utilità e dell’interesse generale più diffuso.
Certo che se tra i rappresentanti delle Istituzioni che si incontreranno a Firenze con Trenitalia per la fermata dell’Alta Velocità ferroviaria a Chiusi/Città della Pieve, sarà presente una rappresentanza della REGIONE UMBRIA o quantomeno, il Presidente della Associazione dei Comuni del TRASIMENO sarebbe un fatto positivo.
Cordialità
Pietro Spadoni