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Nasce Chiusiaperta.it. Presentato il progetto di Paolo Scattoni

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ARCHIVIO DEL CORRIERE PIEVESE
10 APRILE 2017

Chiusi. Sono andato alla riunione di presentazione, così come avevo messo nel Corriere Pievese l’annuncio e la presentazione dell’iniziativa proposta per Chiusi dall’amico Paolo Scattoni, con grande curiosità. Curiosità verso un progetto senz’altro interessante che punta a creare un database condiviso rivolto ai problemi della città di Chiusi, e alle possibili soluzioni. Un progetto civico e politico insieme. Ideato e costruito attraverso un processo partecipativo. Diverso ed originale  dalle esperienze della democrazia partecipativa e diverso anche da alcune esperienze di partecipazione reale che si sono avute in alcune realtà particolarmente avanzate. Diverso anche dall’esperienza di programmazione urbanistica partecipata, da cui, Paolo Scattoni, docente universitario, ha tratto l’ispirazione, citando più volte i progetti urbanistici di Grosseto, in cui è stato professionalmente impegnato.

La riunione è stata interessante. C’era un pubblico che  vedeva presenti alcuni degli esponenti dell’opposizione chiusina del M5S e di Possiamo Sinistra per Chiusi ( con Luca Scaramelli e Bruna Cippitelli) ma anche semplici cittadini.

Gli organizzatori sono andati molto nel concreto affrontando anche alcuni aspetti critici del progetto. In particolare si è cercato di rispondere ai chiarimenti richiesti da una parte sul chi e come selezionerà i materiali che verranno acquisiti e come verranno pubblicati nella “Wikipedia Chiusina” ( della famosa enciclopedia della rete si intendono utilizzare alcune procedure, ma la pagina non avrà caratteristiche enciclopediche, bensì operative ai fini delle decisioni politiche ed amministrative locali). Dall’altra  parte è stato sottolineato il rischio della inutilità del progetto laddove non dovesse essere coinvolto uno degli interlocutori fondamentali, quali il governo cittadino, cioè le istituzioni preposte, cioè il Comune.

Penso comunque che sia un’esperienza da seguire con attenzione, pur sapendo dei limiti e dei rischi appena citati e di altri organizzativi che potrebbero intervenire. Perché la democrazia e la politica,  quelle vere, che non sono la lagna e l’insulto, oggi prevalenti, sono soprattutto fatica. Fatica ed impegno, non sempre sono materie prime disponibili. Ma è un progetto ed una esperienza che potrebbero essere utilizzate come modello anche in altre posti, per esempio dalla nostre parti. Tutto dipenderà dalla serietà dei contenuti, e del processo partecipativo e perché no anche dai numeri. dalle persone coinvolte. A quel punto anche un Comune, che ovviamente, ha una sua autonomia istituzionale e politica, e volendo i suoi percorsi di informazione e partecipazione, non potrà non  tenerne conto. Per rendere più comprensibile il tutto aggiungiamo due interventi che ci sono stati dopo la riunione di presentazione. Uno di Marco Lorenzoni su Primapagina, e la relativa risposta di Paolo Scattoni su Chiusiblog.

Gianni Fanfano

Primapagina Chiusi, Paolo Scattoni propone una “enciclopedia della trasparenza”. Ma può funzionare? di Marco Lorenzoni

Ieri sera, l’architetto Paolo Scattoni, animatore e proprietario di Chiusiblog, ha presentato alla sala Eden, un’idea che più volte aveva accennato anche in precedenti iniziative pubbliche. Quella di costruire un sito internet che funzioni come una sorta di “enciclopedia della trasparenza“, cioè un portale in cui proporre o segnalare argomenti e poi  raccogliere tutto ciò che su quegli argomenti è stato prodotto: atti amministrativi, prese di posizione politiche, dichiarazioni, articoli di stampa ecc. Per esempio: l’intervento da poco approvato sull’adeguamento alla stadio Frullini. Ecco sul portae si porebbero trovare le delibere relative, il dibattito consiliare, gli eventuali interventi politici precedentie successivi, gli articoli dei giornali cartacei e on line ecc.. In modo da avere la “tracciabilità” completa e trasparente della vicenda. E così per qualsiasi altro argomento. Scattoni ha proposto un portale che sia relativo solo a Chiusi. Ha indicato anche un nome: “Chiusi aperta“. Potrebbe essere il primo strumeNto del genere in tutto il territorio. E, pare, anche a livello nazionale.

Non vi è dubbio che sarebbe uno strumento interessante e anche utile. Scattoni dice pure a basso costo, perché ne ipotizza una gestione su base volontaria, anche se prevede comunque una redazione che si incarichi di gestire il sito e di  “selezionare” e “moderare” gli argomenti, le segnalazioni, i contributi che via via perverranno, anche per evitare il rischio dello sciacallaggio informatico.

Naturalmente il sito proposto da Scattoni sarebbe cosa diversa da un semplice blog o da un sito di informazione. Sarebbe una “Enciclopedia”, una sorta di wikipedia locale che si arricchisce man mano con tutto ciò che su un argomento emerge nel dibattito politico amministrativo e pubblico e quindi si autoalimenta.

Dicevamo che sarebbe certamente interessante e utile. Certamente per gli “operatori” della politica e dell’informazione, per quella parte di società locale che si interessa a vario titolo delle questioni della città: quindi anche le associazioni, i sindacati, i comitati…

Meno, crediamo, per la massa. Per il semplice fatto che la stragrande maggioranza della cittadinanza legge poco, si informa solo “en passant”, partecipa ormai molto poco alla vita pubblica. I giornali hanno subito negli ultimi 4-5 anni un calo drastico e inesorabile delle vendite (solo a Chiusi hanno abbassato la saracinesca tre edicole); crescono, di contro, i fruitori delle testate on line, ma c’è una parte consistente di popolazione che non ne fruisce, che non padroneggia il mezzo necesario (il computer) e se anche lo usa, non lo fa per cercare informazioni e per partecipare al dibattito politico. Basta scorrere i social per rendersi conto di quali siano gli argomenti più in voga. Di norma cani e gatti…

Per esperienza ormai 30ennale, crediamo che non sarà facile gestire una cosa del genere con continuità e con efficienza, contando solo su qualche volenteroso volontario che ha qualche ora di tempo da poterci dedicare…  E’ difficile, quasi impossibile, portare avanti anche un blog, o un sito web come Primapagina senza una struttura organizzata e persone impegnate a tempo pieno. Una “enciclopedia” anche se solo chiusina, richiede non solo dimestichezza e padronanza dello strumento, ma anche conoscenza piuttosto profonda della città, delle cose di cui di parla e quindi anche degli argomenti che dovrebbero essere affrontati. Non si può selezionare e moderare un intervento, senza conoscere il nodo del contendere, gli “attori” della questione ecc… Servirà gente preparata che possa dedicarvi molto tempo. E’ possibile quindi pensare solo ad una iniziativa su base volontaria? E poi l’enciclopedia dovrà anche evitare di apparire uno strumento orientato, di parte, magari finalizzato a fare opposizione o a creare un “contropotere”, perché a quel punto sarebbe uno strumento diverso.

Insomma una buona cosa, ma con il rischio che non funzioni come si vorrebbe.  Senza un gruppo di persone affiatato, motivato e in possesso dei “fondamentali”, ma in qualche modo retribuito e stabilizzato, sarà difficile che possa funzionare e soprattutto durare a lungo.

E comunque un luogo tecnologico e virtuale di trasparenza che aiuti a trovare la tracciabilità delle decisioni sarebbe come abbiamo detto senz’altro utile, ma non sarà mai un luogo di partecipazione attiva. E a Chiusi,  a nostro modestissimo parere (e lo abbiamo scritto più volte) in queso momento, ciò che manca di più è proprio la partecipazione, il confronto tra posizioni e idee, la voglia di ricomicmiare a parlarsi guardandsi in faccia e non solo attraverso il filtro dello schermo del computer e le piattaforme social. In ogni caso ben venga l’enciclopedia dela trasparenza. Se verrà.

Chiusiblog. Risposta ad un articolo di Prima Pagina di Paolo Scattoni

L’iniziativa del 7 aprile sulla trasparenza ha raccolto un lungo e interessante articolo su Primapagina. Ringrazio per questo Marco Lorenzoni. Credo, però, che quell’articolo richieda una fondamentale precisazione. Utilizzando sempre la metafora dell’enciclopedia occorre sottolineare con forza che chiusiaperta.it NON è una wikipedia su Chiusi, bensì una wikipedia dei problemi di Chiusi che potrebbero richiedere una decisione pubblica per essere affrontati. La finalità è quella di garantire un’adeguata trasparenza dei processi decisionali. Prendiamo ad esempio l’annosa vicenda dello stadio/palazzetto. La pagina della “enciclopedia” che riguarda questa decisione dalla sua genesi alla realizzazione, per poi essere seguita nei suoi sviluppi. Un lavoro di questo genere potrebbe richiedere la ricerca di alcune centinaia di documenti (da quelli ufficiali d’archivio comunale) agli articoli e post che hanno accompagnato e accompagneranno lo sviluppo della decisione. Perché viene inserita questa pagina di enciclopedia? Semplicemente perché a parere di qualche cittadino questa è una decisione che merita di essere documentata. Lasciare il cittadino da solo in questo compito significherebbe farlo rinunciare all’impresa.

Marco Lorenzoni cita la sua esperienza trentennale nella conduzione di giornali locali e negli ultimi venti anni proprio di Primapagina. Per questo lavoro sostiene giustamente che occorrono molti mezzi: l’affitto di una sede, le bollette connesse e soprattutto il tempo di un giornalista professionista. Qui però si tratta di altra cosa. Per capirci faccio riferimento a chiusiblog. I costi vivi si riducono a qualche decina di euro all’anno (dominio, spazio su ARUBA, un po’ di tempo di un informatico). C’è poi il mio tempo da volontario (circa un mezz’ora al giorno) e di tutti quelli che scrivono o commentano i post. Grafica molto semplice, ma qualche effetto l’ha avuto. In chiusiblog (con chiusinews) si contano nei 7 anni di vita più di 3000 post e 15000 commenti. Ma chiusiblog non è un giornale come Primapagina. Sarebbe come confrontare una bicicletta con un SUV. Si possono valutare nel proprio ambito specifico, ma non mettere a confronto fra loro.

La stessa cosa è per chiusiaperta.it. Continuando nella metafora non è un SUV e neppure una bicicletta, ma semplicemente un libro che ci guida alla lettura dei processi decisionali che riguardano i problemi più importanti di Chiusi. Per ora i problemi individuati sono 35. Nei prossimi giorni ne verranno inseriti un’altra decina emersa proprio nell’incontro del 7 aprile. Poi se funziona continueremo. Saranno 100 o anche di più? Vedremo.

La redazione funzionerà da ponte fra le segnalazioni ed elaborazioni dei cittadini e la pagina specifica su chiusiaperta.it. La garanzia di trasparenza sul lavoro della redazione sarà garantita dalla pubblicazione integrale di quanto ricevuto sulla pagina di discussione relativa alla specifica pagina. L’articolo di Lorenzoni, ma anche questo mio saranno adeguatamente citati e linkati nella pagina di discussione della pagina principale. Andranno a far parte del patrimonio informativo di quella pagina. Quindi chiusiaperta.it si configurerà come un libro in uno scaffale che conterrà la documentazione utile a meglio leggere le pagine di quel libro.

Il lavoro sarà volontario, ma molto meno di quello necessario per chiusiblog. Già esiste un potenziale nucleo di quattro redattori che si impegnano per 8/9 ore al mese. Poi ci saranno, si spera, volontari che si impegneranno a manutenere le voci sulle quali hanno maggiori competenze. Diciamo un impegno di non più di mezz’ora al mese.

Vorrei chiudere con un aneddoto. Quasi quaranta anni fa mio padre incontrò l’on. Scricciolo. Erano amici. Riferendosi al quindicinale l’Agorà, scritto da giovani volontari, Scricciolo disse a mio padre più o meno “Questo giornale dovrà chiudere“. Il babbo rispose con “Chiuderà anche, ma loro si divertono tanto“. Grande. Ecco per chiusiaperta.it si tratta della stessa cosa: intraprendere un percorso in cui oltre all’utilità ci sia anche il divertimento.