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Memorabile edizione del Presepe

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Da non perdere. Sapevo che per l’ edizione del Cinquantennale sarebbe stato pensato qualcosa di particolare. Sapevo che all’ idea e al progetto, avrebbe lavorato Fausto Scricciolo,  uno dei due presepisti, che più hanno fatto grande questa manifestazione sanpietrina e pievese. (l’altro è Fausto Biagiotti).
Sapevo che dopo qualche problema iniziale, poi attorno al presepe avevano lavorato un buon gruppo di persone.
E per la storia chi vuole conoscere i protagonisti di questa impresa può andare nella pagina facebook del Terziere Castello, dove c’è  un elenco in continuo aggiornamento.
 Ma quando stamani ho visitato, accompagnato da Maurizio Tassino, il presepe di quest’ anno, il mio personale gradimento ha superato ogni aspettativa.
Roba da palati fini. Roba da esperti di presepi e di storia pievese e castellana. Uno stile essenziale nei quadri che risultano come scolpiti nelle pietre del sotterraneo di Palazzo della Corgna, che da cinquanta anni ospita questo evento della fede religiosa e laica insieme.
Fede, storia, identità , luoghi, momenti simbolici, sono il messaggio che si coglie immediatamente.
L’ effetto storia comincia con  il bianco e nero delle grandi foto all’ ingresso, con Palazzo della  Corgna e Via Garibaldi infiocchettate di bandiere neroverdi, che ci conducono dentro un percorso che è  una camminata per le nostre strade,quelle  del terziere, e che percorrendole diventano animate e colorate e oltre il sottofondo di musica sacra, sembra di sentire tutte le voci del vicinato.
La piccola cascata del Vicolo delle  Pupe, dove qualcuno dice che tutto nacque, dove sembra di vedere anche l’ Anita scamiciata di qualche vecchia foto. Poi  la piazza del Comune, con il teatro. Una visione  che si avvicina e si presenta all’ ingresso quando il visitatore comincia il percorso, ed una chicca che colgono solo i più  attenti: l’ inizio del Profiello con il corridoio che porta fino a quelli che una volta erano gli orti del mulino e dei magazzini di Andreoli e che ora sono diventati, a parte il  parcheggio, uno dei punti più  belli e panoramici.
 E poi le botteghine della festa di San Rocco che si animano all’ improvviso di gente operosa che ricorda i mercati e le fiere vecchie e nuove, queste ultime dell’ artigianato superstite e quelle di una volta che cominciavano al campo della fiera di Sant’ Agostino.
E alla fine le scalette di San Pietro dove in fondo si scorge Palazzo Baglioni nella sua veste rosea più  recente.

Poi la sala della natività. Centrale come sempre, momento e luogo di riflessione. La rinascita di ogni evento. Essenziale, ma con la grande vista che si vede da San Pietro, e la capanna nuda sulla pietra, quasi sotto al Monte di Cetona, con alla destra la chiesa che fu del santo protettore ed alla sinistra quella di santa Caterina.

Il percorso dopo la sala della natività  prosegue con due omaggi alle opere del terziere che più  hanno segnato la sua storia, anche iconografica. Il carroccio che  rappresenta il Terziere nel Palio di Agosto e che chiude il corteo e il castello in legno che fu costruito in una delle prime manifestazioni degli anni sessanta all’ inizio di Via Garibaldi e che rappresenta una sorta di prime mura che i castellani eressero a difesa delle loro feste.

Così come la sala dedicata allo splendido mosaico in mattoni di Alvaro Marchesini, con la vista della Pieve dalle Piagge dove meglio si apprezza il lungo corpo disteso della città  tutta ma soprattutto della parte sanpietrina.

E infine c’è  la sala dedicata alla figura di Don Oscar, collocata dentro la chiesa di San Pietro, dove per tanti anni ha svolto la sua opera di sacerdote, di parroco, a stretto contatto con la vita della parrocchia e del paese, fino  a diventare una delle figure più importanti del secondo nostro novecento.

Uscendo si trova la sala dedicata al merchandising, che ormai è diventata alquanto ricco, con il libro “Il Castello si racconta”, il calendario 2014, il vino del cinquantennale,foto, magliette, bandane, fazzoletti. Produzione che si appresta a diventare ancora più ricca con le iniziative previste per il Cinquantennale del Terziere.

All’ uscita anche il tradizionale messaggio e coinvolgimento della scuola, che ci lascia bene sperare per il futuro, con una finestra di carta per ogni alunno e per ogni messaggio.
Ed il registro dei visitatori, che mai come quest’ anno va tenuto d’ occhio per cogliere il giudizio su questo presepe straordinariamente anomalo e intriso di storia e di tradizione. Io ci ho dato una veloce occhiata. Niente male la risposta!