Home Rubriche Ma il nostro 25 aprile fu il 19 giugno del ’44.

Ma il nostro 25 aprile fu il 19 giugno del ’44.

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La ricostruzione storica del passaggio del fronte a Città della Pieve e nella zona circostante è, ormai, abbastanza definita. Sia nei suoi aspetti politici e militari, sia in quelli più civili e della ricostruzione delle vicissitudini vissute dalle nostre popolazioni. Tutto ciò grazie ad alcune pubblicazioni più o meno recenti ed ai corsi della Libera Università che, da qualche anno, hanno messo sotto indagine il Novecento pievese. Tra le personalità di maggior rilievo va ricordato senz’altro Solismo Sacco che prima di essere sindaco di Città della Pieve, dal 1953 al 1958, fu partigiano e commissario politico della Brigata Risorgimento. Altri contributi erano venuto dal libro di Mario VillaniAntifascismo e Resistenza. Appunti di storia pievese” edito nel 1965 presso la Tipografia Dante. Maria Luisa Meo nel suo libro “Città della Pieve 1900 1944” ha ripreso e ampliato le notizie e gli avvenimenti soprattutto di quel drammatico 19 giugno del 1944 e dei giorni precedenti e successivi, che videro gli ultimi scontri fra le truppe asserragliate a Città della Pieve e le truppe alleate che venivano da Monteleone e da Ponticelli.

La nostra liberazione fu infatti quasi un anno prima di quella di Milano che viene considerata la Festa della Liberazione del paese. E nel libro di Solismo Sacco “Storia della Resistenza nella zona Sud Ovest del Trasimeno“,edito nei Quaderni della Regione nel 1991, che ha completato una serie di pubblicazioni  precedenti,  viene descritto molto dettagliatamente lo scenario di quei giorni.

Le truppe alleate, che avevano sfondato a Cassino un mese prima stavano risalendo sia nella zona di Piegaro, Monteleone e Montegabbione sia lungo la ferrovia da Fabro a Ponticelli. I tedeschi per diversi giorni fecero una dura resistenza difendendosi proprio da San Pietro dove avevano allestito uno dei loro punti strategici.

Fu importante anche il contributo che diedero le due principali formazioni partigiane presenti nella zona, la Brigata Risorgimento comandata da Alfio Marchini e da Solismo Sacco che faceva capo al CLN romano di area comunista  e quella operante sul Monte di Cetona, comandata dal colonnello  Silvio Marenco di area monarchica.

Dopo la liberazione di Città della Pieve, avvenuta in occasione della festività dei Santi Patroni, San Gervaso e Protasio il 19 giugno, ad opera di truppe prevalentemente sudafricane, il fronte si spostò verso Chiusi e Castiglione del Lago. Vi rimase per qualche settimana dando vita a quella che fu chiamata “la seconda battaglia del Trasimeno”. Fu in questi giorni che avvennero i fatti più sanguinosi ed efferati. A Città della Pieve furono fatti saltare due palazzi per ostruire il passaggio nelle due direttrici principali, furono uccise diverse persone, nella ritirata, tra cui il parroco di San Pietro don Pompeo Perai. Altre e numerose vittime a la Muffa, a Montebuono, a Petroiio a Palazze e alle Coste. Diverse vittime anche nel Chiusino.

In questo articolo abbiamo voluto riportare un documento importante che è riportato nel libro di sacco che abbiamo citato. Si tratta del verbale della prima riunione del CLN  ( Comitato di Liberazione Nazionale) di Città della Pieve che ha per oggetto la distribuzione degli incarichi, dei primi incarichi. Porta la data del 23 giugno 1944 e la firma di quello che fu , per nomina concorde fra alleati e partigiani, il primo sindaco della Pieve liberata, Gino Convito.

Riportiamo anche alcune foto della celebrazione del trentennale della liberazione fatta nel 1975, dove nelle foto si possono riconoscere Solismo Sacco e Mario Villani, oltre che il sindaco Marino Serafini  con  Gianni Fanfano . Riportiamo anche il numero di Pieve Nostra dedicato a quella celebrazione, con un articolo sempre di Sacco, detto “Sole” nel campo di battaglia.

verbale CLN 1

verbale 2

foto sacco

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