Home Rubriche Pievesi alla Ribalta Luciano Della Ciana e il Judo Pievese – Una storia che ha...

Luciano Della Ciana e il Judo Pievese – Una storia che ha 40 anni

Condividi

C’è qualche iniziativa, più o meno significativa in questo paese, che negli anni 60, 70 e 80 non ha visto coinvolto in qualche modo Mario Barzanti?

Forse ai più potrebbe essere sfuggito, ma anche il Judo è iniziato a Città della Pieve, guarda caso, per iniziativa e merito di Mario Barzanti. Vulcano di idee, motore cittadino, energia vitale, impulso, stimolo, promotore: un uomo unico ed irripetibile qual’è stato Mario Barzanti. Forse è arrivato per tutti noi il momento di spendere più di qualche parola in sua memoria e magari scrivere in modo indelebile il suo nome su qualche Piazza di questo paese.

La storia si avvia nel 1973, a raccontarla è il suo protagonista principale, Luciano Della Ciana, Presidente del Comitato Trasimeno UISP, Istruttore II° dan e “anima” del Judo Club Città della Pieve. Fu nella palestra del Piccolo Jolly, l’albergo di Mario Barzanti, che i pievesi eseguirono le prime tecniche di judo. Erano una trentina tra ragazzi ed adulti che, insieme a Luciano, allora bambino, iniziarono a praticare la disciplina orientale. C’era Mario Barzanti, sua figlia Stefania, Roberto Pulito, Fernando Massoli. Il maestro veniva da Perugia si chiamava Ernesto Giaverina ( VIII° dan). Dopo di lui, nel 1978, un nuovo maestro Lorenzo Battistacci anche lui veniva da Perugia, tre sere a settimana, insieme al fratello Simone. Dopo qualche anno si cambia palestra, si passa a quella comunale. Il gruppo cresce, cambiano le persone e qui il ricordo si fa più nitido. Luciano cita Enrico Socciarello, rammenta le sorelle Morucci ed i fratelli Acquarelli, Luca Convito, Fausto Risini. Sorride quando rammenta le epiche sfide tra Antonello Cottini e Ivo Della Ciana.

Si arriva al 1990, ben 23 anni fa, da allora il Judo Pievese ha un solo riferimento, lui Luciano Della Ciana. Prende in mano il gruppo, organizza la palestra, trova gli iscritti, sistema i tappeti, fa tutto ciò che è necessario a tenere in vita un’attività sportiva che ha rappresentato e rappresenta una delle poche alternative al calcio ed insieme un opportunità di crescita personale per tanti dei nostri ragazzi che trovano in Luciano non solo un maestro ma un altro papà. In molti potrebbero raccontarvi il legame che si è instaurato negli anni tra istruttore e ragazzi; un legame che mescola affetto, stima e rispetto, che è sempre più difficile riscontrare altrove.
Passeggiando per il paese insieme a Luciano qualche volta ti viene il dubbio che invece di un figlio ne abbia 50. Un saluto continuo, per ognuno un sorriso, per ognuno una battuta. Un allegria contagiosa che mette tutti di buonumore e che è la sua essenza e la sua identità. In palestra invece non lo riconosci più. Sempre attento, premuroso, “professionale”. Disciplina e impegno sono i suoi riferimenti ed i ragazzi lo seguono in ordine, con diligenza e fiducia. Si, fiducia, fiducia è il termine giusto per descrivere il rapporto che gli allievi instaurano con l’istruttore. Termine non facile da usare al giorno d’oggi se non fosse rivolto a Luciano.

Un altro aggettivo che si accosta bene a Luciano è “umile”. Dopo aver parlato un po di lui già sarebbe in imbarazzo nel pensare che non lavora da solo e le attenzioni, quando arrivano, vanno necessariamente condivise con chi aiuta. E dal 1990 insieme a lui c’è un’altra delle colonne del volontariato Pievese: Enrico Socciarello. Ed è Enrico che ha condiviso tutte le difficoltà che si incontrano nel sostenere un’attività come quella del Judo. Prima fra tutte la ricerca di un luogo dove allenarsi. Mille richieste, mille promesse, zero soluzioni. Adesso il Judo si pratica in una struttura privata, con non poche difficoltà. Difficoltà che Luciano ed Enrico affrontano tutti gli anni e che avrebbero già determinato la resa di molti, non certamente di loro due; chi li conosce non ha dubbi in proposito.
Il futuro del Judo Pievese è comunque garantito dai tanti allievi della palestra e da un altro bravissimo istruttore, Massimo Baffoni cresciuto con Luciano ed Enrico sul “tatami” di casa. Tatami che ha regalato a Città delle Pieve Campioni Regionali e Nazionali. Ma questa è una storia che vi racconteremo un’altra volta.
Ciao Luciano, in tanti vorremmo festeggiare un giorno la nuova palestra di Judo, quella che aprirai per i tuoi 50 ragazzi, dove non ci saranno colonne tra un tappeto e l’altro. Anzi ce ne saranno tre, ma saranno colonne in carne ed ossa: Massimo, Enrico e Luciano.