(riceviamo e pubblichiamo) Quando la politica celebra se stessa e perde di vista la realtà confonde (rimanendo nell’onestà intellettuale) l’impegno profuso nella gestione delle risorse con i risultati ottenuti. L’assessore alle attività produttive del comune di Chianciano ha fatto delle dichiarazioni apparse su un articolo che sta facendo molto discutere. Secondo la sua visione le possibilità di lavoro a Chianciano, per esempio, ci sono. “Per chi ha voglia di lavorare” aggiunge. Sempre secondo lui il territorio, nel senso del tessuto economico, è sano. Inoltre la situazione nei settori dell’agricoltura, esercizi commerciali e nella ristorazione è stabile ed eccellente. Tesse poi un preciso paradigma sul comportamento dei negozianti: Se resti aperto poche ore e non ti impegni è ovvio che l’attività va male. Già qui viene da pensare: Se l’economia è florida, come mai bacchetta i negozianti sulla gestione del proprio lavoro: insomma queste attività vanno bene oppure no? Ma il paradosso si evidenzia se di da una occhiata, così con semplicità, alla situazione chiancianese. Partiamo dal Paese di babbo Natale.
Sì il comune di Chianciano è stato il primo a promuovere questa manifestazione che nell’esordio andò anche benino. In seguito non opportunamente guidata si è trasformata in un flop. Gli alberghi non sono stati coinvolti in maniera congrua. I ristoranti da quel misero afflusso di visitatori non registrano (come nel primo anno si era verificato) nessun incremento sostanziale di avventori. Gli eventi sportivi e non portano un lavoro esiguo. Dal punto di vista economico diventano una goccia che si perde nel mare dell’agonia nella quale languono gli alberghi e le attività ad essi collegate. infatti le aziende continuano a chiudere. E se consideriamo gli alberghi, rimangono aperti rimettendoci tutti gli anni. Cercano strenuamente di resistere nella speranza di vendere l’immobile. Questa è la triste realtà.
In questo momento, per di più, Chianciano si trova ad essere un territorio senza più identità. Perde sempre più la vocazione termale senza guadagnarne una “alternativa.”
Le amministrazioni in generale, quando si insediano, con solenni proclami fanno emergere di aver individuato le strategie per risollevare la situazione di questa cittadina che di per se sarebbe piena di potenzialità poi, pur impegnandosi a mettere in atto programmi e progetti, non imprimono una svolta allo status quo, forse in verità, perché non hanno un preciso organico programma di azione, si limitano ad interventi che sono una serie di palliativi che non incidono, non sono inizio di un tracciato che segna la strada di una ripresa.
Ora voglio dire, quindi, alla fine del suo mandato, nella figura dell’assessore alle attività produttive, l’amministrazione chiancianese rileva che la situazione economica (che a suo dire va a gonfie vele) subisce delle flessioni perché la popolazione è formata da una massa di fannulloni disinteressati alla loro attività? Credo che i cittadini chiancianesi avrebbero meritato delle dichiarazioni, da parte degli amministratori, più umili e più concrete.
Nunzio Dell’Annunziata