E’ stata una delle prime Case del Popolo che il PCI realizzò in Umbria, grazie anche ad un contributo di una famiglia di moianesi che ebbe fortuna a Roma come costruttori edili, i Marchini. Poi negli anni di piombo, negli anni settanta, subì un attentato, ad opera della cellula fascista di Arezzo, che insanguinò in quegli anni, l’Italia centrale. Fu un attentato che lesionò l’edificio dove c’era anche la sede del partito della zona e che era in quegli anni il simbolo della forza comunista non solo in Umbria.
Ora per rilanciare l’attività all’interno di questa struttura che, resta di proprietà della Fondazione Pietro Conti, la fondazione cui fanno capo nella regione le proprietà dell’ex PCI, l’Arci, che è l’associazione che da sempre ha gestito il circolo e l’attività ricreativa al suo interno, ha presentato un progetto di ristrutturazione dell’intero immobile.
A farlo sono stati nei giorni scorsi il Presidente regionale dell’Arci, il panicalese Franco Calzini, il progettista Michele Verdi, il presidente della Fondazione Conti, e i due responsabili locali dell’Arci, Raffaele Parbuono e Claudio D’Arienzo.