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“Il Giardino della Pace” nasce a Paciano e si diffonde nel mondo

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Pubblichiamo il documento fondativo dei “Giardini della Pace” un’idea di fratellanza che nata a Paciano si sta sviluppando in diversi paese. Uno dei motori dell’iniziativa è Oriano Spadoni nostro conterraneo, segretario dell’organizzazione. 

Introduzione

La “nascita” del Giardino della Pace è un’occasione per costruire un clima sociale di solidarietà e unità e per opporsi a ogni tipo di intolleranza e violenza. Come in un immaginario abbraccio intorno all’ulivo, potremmo incontrarci e alimentare un rinnovato spirito di cooperazione. Le prospettive operative e di sviluppo potrebbero essere molteplici ed estendere il raggio di influenza dal settore commerciale al turismo, alla cultura e alla scienza. Realizzare un giardino della pace significa avere l’opportunità di diventare protagonisti di una storia antica e mistica che parla di pace, e di far parte di una rete di collaborazione internazionale.

L’olivo, albero della pace, si propone come catalizzatore, l’olivo come mezzo per unire tutti i paesi in cui questa pianta ha avuto una forte presenza per lo sviluppo sociale, economico, culturale e religioso: all’ombra di questa pianta millenaria, possiamo conoscerci e riconoscerci.

L’olivo come mezzo per costruire ponti i cui pilastri fondamentali sono la pace, la tolleranza e la cooperazione, soprattutto nel mondo di oggi dove la violenza sta prendendo sempre più il sopravvento rispetto alla carità e alla compassione.

In che cosa consiste l’associazione Il Giardino della Pace (TGPO)?

“Il Giardino della Pace (www.thegardenofpeace.org) è un’associazione senza fini di lucro che si propone di realizzare iniziative di solidarietà sociale, promuovendo uno stretto rapporto tra pace e sviluppo in tutti i suoi ambiti: ambiente, lavoro, recupero della storia, della memoria delle civiltà mediterranee e delle nuove relazioni multiculturali e multirazziali tra i popoli, come testimonianza di pace e tolleranza tra gli stessi.

In questo senso, è facile pensare all’olivo come catalizzatore delle culture mediterranee, come simbolo di pace e tolleranza, come stimolo allo scambio culturale attraverso il quale conoscersi e riconoscersi, soprattutto ora che stiamo vivendo un periodo storico in cui l’intolleranza e la violenza stanno prendendo il posto dell’etica e della pace.

L’obiettivo principale è quello di creare, in diversi paesi, un giardino di olivi con varietà provenienti dal bacino del Mediterraneo e non solo. La moltiplicazione delle piante è realizzata in collaborazione con la Banca Mondiale del Germoplasma Olivicolo, con sede a Cordoba (Spagna), selezionando 21 varietà diverse provenienti da altrettanti paesi olivicoli. Per realizzare questo progetto, l’Associazione firma un accordo con il depositario e responsabile del giardino, che è sempre l’autorità competente.

Il progetto è flessibile e si adatta a qualsiasi soluzione urbana. Passeggiare accanto alla varietà Zard, originaria dell’Iran, e alla Mission, proveniente dagli Stati Uniti, così come vedere insieme la varietà Nabala Baladi, proveniente dalla Palestina, e la Barnea, proveniente da Israele, ci fa riflettere su come l’olivo, l’albero della pace, continui a mostrarci un esempio di convivenza e di pace.

Qual è l’impatto del progetto?

Il progetto ha fodamentalmente 3 principali macro-aree di applicazione, ovviamente complementarie tra loro:

1) LOCALE:

  1. a) Caratterizzazione dell’entità depositaria del giardino come messaggero di pace. Potersi proporre come luogo particolarmente attento alla tolleranza e alla convivenza.
  2. b) Proposta turistica. Il progetto si presta a essere un punto di riferimento per attrarre visitatori al giardino e, in questo modo, realizzare attività legate al turismo.
  3. c) Promozione e sviluppo del territorio. Il riferimento all’olivo, e ai suoi prodotti, porta anche altri prodotti locali, stimolando il commercio e creando le condizioni per un aumento dell’occupazione degli abitanti del luogo.
  4. d) Educazione ambientale. Il progetto porta con sé uno stimolo particolare all’attenzione per l’ambiente, soprattutto per i giovani.

2) INTERNAZIONALE:

  1. a) Sinergia con altri giardini. Essere all’interno di un’associazione come TGPO, che ha un respiro internazionale, darà al depositario(città, organizzazioni nazionali e internazionali, universitá, ecc) maggiore autorevolezza e un’importante visibilità.
  2. b) Caratterizzazione del depositario del giardino come messaggero di pace. Far parte del circuito darà l’opportunità di lavorare in un ambiente di particolare prestigio e attualità, con l’importante possibilità di stringere accordi con gli altri depositari dei giardini in diverse parti del mondo.
  3. c) Organizzazione di conferenze internazionali.
  4. d) scambi culturali.

3) EDUCAZIONE E IMPATTO AMBIENTALE:

  1. a) Creazione di uno spazio verde unico nel suo genere.
  2. b) Studio dell’adattamento varietale.

(c) Salvaguardia della biodiversità della specie olea europaea.

  1. d) Sviluppo di gruppi di lavoro nelle diverse università per generare progetti e attività con un forte impatto sociale e scientifico.
  2. e) Conferenze tematiche sull’ambiente, la sostenibilità, il cambiamento climatico, la desertificazione, ecc. per aumentare l’informazione e la consapevolezza delle persone. Ciò avverrà attraverso pubblicazioni, programmi televisivi, radio, social network, ecc.

Impatto sociale, economico e scientifico

Credo sia palese che la creazione del giardino della pace non sia l’obiettivo finale del progetto, ma un mezzo per realizzare sinergie tra diverse attività che possono essere sviluppate nei luoghi in cui il progetto viene implementato. Attirare i giovani attraverso attività di collaborazione, concerti, seminari di interesse collettivo, scambi commerciali con altri paesi e città che hanno realizzato il progetto, è il fine ultimo della nostra attività e questo è ciò in cui crediamo. Questi obiettivi sono raggiunti su una base comune a tutti, indipendentemente da razza, religione e cultura. Il progetto, per sua natura, mette sullo stesso piano le espressioni identitarie musulmane, ebraiche e cristiane. Lo stimolo, quindi, è quello di preservare la diversità culturale con un approccio tollerante e solidale verso gli “altri”. Nello stesso giardino convivono differenti varietà di olivo, tali varietà  condividono serenamente luce, aria, acqua e suolo. Sono una fonte d’ispirazione per ispirare un’analoga convivenza tra persone di diversa cultura, estrazione sociale, religiosa ed economica. Ci siamo resi conto che solo la paura dell’ignoto alimenta l’intolleranza e l’odio. L’olivo deve essere il catalizzatore di culture diverse e l’anatema di queste paure: l’olivo come simbolo di convivenza e di armonia. Questo filo d’oro che The Garden of Peace sta tessendo in tutto il Mediterraneo, mira a far crescere la consapevolezza che la ricchezza dell’umanità risiede nella diversità. Questa concezione e questo pensiero è ciò che esprimiamo affinché chi crede nel progetto e lo mette in pratica possa immergersi in un mondo di pace e tolleranza e possa sviluppare attività a beneficio del territorio.

Chi sono i beneficiari?

In generale:

– È chiaro che il giardino è a disposizione degli abitanti della città e degli studenti nel caso in cui il giardino sia realizzato in un campus universitario. Un luogo accogliente, completamente rimodellato dopo un processo di co-progettazione realizzato con cittadini e studenti, che contribuiscono a individuare le esigenze e le proposte che si concretizzeranno nel progetto finale. Il giardino è sempre il risultato di un appassionante processo collaborativo con l’obiettivo di creare uno spazio verde, vivibile, accogliente e rispettoso dell’ambiente.

Sulle specifiche:

Comuni, organizzazioni internazionali o università potranno collaborare con gli altri enti ed altri paesi in cui il giardino è stato realizzato, intrecciando diverse attività, siano esse turistiche, culturali, scientifiche o commerciali.

Gli artisti hanno a disposizione un luogo di ispirazione. Infatti, il messaggio del Giardino della Pace ha già ispirato una famosa compisitrice spagnola a scrivere un brano di musica classica dedicato al Giardino della Pace. Un pittore, anch’egli ispirato dal messaggio di pace e tolleranza che l’associazione promuove, ha disegnato l’immagine che è presente in tutti i giardini che sono stati realizzati: due mani che si tendono l’un l’altra dove una porta la terra e l’altra un ramo d’olivo.

Gli studenti e la comunità scientifica hanno a disposizione un luogo dove poter analizzare l’adattamento di 21 varietà provenienti da 21 paesi nello stesso ambiente. Questo è certamente unico. Se pensiamo al cambiamento climatico e a come questo influisce sulle piante, la realizzazione di un progetto sull’adattabilità di olivi provenienti da aree geografiche diverse nello stesso ambiente può dare un risultato interessante e di alto valore scientifico.

I bambini possono godere di uno spazio verde e imparare il significato delle parole tolleranza e coesistenza. In un municipio di Granada, i bambini della scuola primaria hanno scritto poesie sull’olivo e sulla pace, che sono state affisse su cartelloni nel giardino della pace.

Comunità internazionale. Il filo conduttore che lega tutti i giardini stimola la comunità internazionale, che è sempre più interessata al messaggio di pace e tolleranza trasmesso dal giardino della pace e sta dimostrando il suo interesse in partecipare attivamente a questo progetto. È il caso del Consiglio Oleicolo Internazionale e del CIHEAM. Queste due organizzazioni intergovernative hanno già installato un giardino della pace presso le loro sedi, una a Madrid e l’altra a Chania, a Creta.

Le altre associazioni, fondazioni e collettivi presenti sul territorio hanno nel giardino un catalizzatore per incontrarsi e generare attività di interesse comune.

Cosa è successo dopo un anno e mezzo di attività?

Ad oggi sono stati creati sei Giardini della Pace: uno in Italia, in un paese dell’Umbria dove tutto è iniziato, chiamato Paciano; tre in Spagna, il primo a Cogollos de la Vega, un piccolo villaggio nella valle che domina Granada; un altro a Saragozza, davanti al monumento più emblematico della città, La Aljafería. È importante notare che Saragozza è stata anche scelta dall’UNESCO come città della pace; un altro giardino è stato creato a Madrid, presso la sede del Consiglio Oleicolo Internazionale (https://www. internationaloliveoil.org/); due in Grecia, il primo a Trifylia, nel Peloponneso, e il secondo presso la sede del CIHEAM (https://www.ciheam.org/) a Creta, ed esattamente presso l’Istituto Agronomico Mediterraneo di Chania (www.iamc.ciheam.org). Un Giardino della Pace è previsto anche a Toledo (Spagna), a San Paolo (Brasile), a San Juan (Argentina) (sede della quarta banca mondiale del germoplasma olivicolo), ad Amman (Giordania) e sono stati avviati contatti con Marocco, Tunisia, Turchia e Roma.

Come riassumere questa attività?

Forse con un pensiero: se ognuno di noi mettesse con sincerità ed altruismo un piccolo granello di sabbia, fatto di tolleranza e fratellanza, forse insieme riusciremmo a costruire una spiaggia meravigliosa dove le generazioni future possano trovare pace e amore. Questo è ciò per cui lavoriamo, questo è ciò in cui crediamo e questo è ciò che vogliamo lasciare in eredità ai nostri figli.