Home Argomenti Cronaca “Grazie Gualtiero”. Quando ci lascia un cittadino esemplare

“Grazie Gualtiero”. Quando ci lascia un cittadino esemplare

Condividi

Ieri si sono svolti i funerali di Gualtiero Fallarino, due giorni fa abbiamo pubblicato il comunicato di cordoglio del Presidente del Comitato per il Gemellaggio, Enzo De Fabrizio. Attestati di stima e di dolore per la sua scomparsa sono stati espressi da tanti cittadini pievesi.

Ma quando se ne va un “cittadino” esemplare come lui, il ricordo da parte dei suoi concittadini non è mai troppo, anzi semmai spesso è “troppo poco”. Da cosa è fatto un cittadino esemplare in questi nostri anni di trapasso vertiginoso? Ma credo sempre e comunque di lavoro, di serietà e professionalità nel lavoro, di impegno civile e politico serio e disinteressato, insieme ad uno stile ed un carattere gentile e raffinato.

Ecco la storia della vita di Gualtiero è stata tutto questo, in un modo così fedele e clamoroso che è sicuramente difficile ritrovarlo tutto insieme, in tante altre storie.

Insegnante per anni all’Alberghiero di Chianciano , Gualtiero è stato dall’inizio alla fine della sua vita professionale, anche lo “chef “ per antonomasia e di fatto di ogni evento gastronomico pievese. Io lo ricordo personalmente nei pranzi e nelle cene di gala dell’Hotel Barzanti e successivamente nelle tante occasioni in cui la società pievese doveva dimostrare la sua classe e valorizzare i suoi prodotti ed i suoi servizi. Fino all’ultimo, così come con affetto ha ricordato Enzo De Fabrizio.

Ma Gualtiero non è stato solo un primo della classe nel suo lavoro, non è stato un cittadino che stava alla finestra ad osservare quello che accadeva nella sua città e nella sua frazione. Non ha lasciato solo fare agli altri. Dico anche frazione perché un pezzo importante della sua vita Gualtiero lo ha dedicato a San Litardo, dove ha vissuto ed abitato per gran parte della sua vita. San Litardo che prima dello sviluppo urbano e dei cambiamenti che la Pieve ha avuto negli anni sessanta e settanta era una frazione prevalentemente contadina, ma con la sua Chiesa, Santa Maria, la sua Parrocchia e successivamente con la sua Casa del Popolo, poi Circolo Arci. A rappresentare la sua frazione nella legislatura 1975/80, Gualtiero è stato consigliere comunale del PCI. Così come sempre dei Ds, uno dei partiti venuto dopo il PCI, è stato coordinatore comunale a cavallo della fine ed inizio del secolo. Così come sempre con spirito laico e critico, una volta notati i limiti di certe esperienze e le mutate esigenze, fu candidato con la lista civica Pieve Nostra nelle elezioni comunali del 2004.

Come cittadino è stato per diverso tempo presidente del Circolo Arci di San Litardo e poi negli ultimi anni del Comitato per il Gemellaggio, prima dell’elezione di Enzo De Fabrizio.

Ma forse la cosa che si ricorderà più di lui sarà il suo carattere, la sua indole, il suo modo di rapportarsi con l’altro e gli altri. Bontà, gentilezza, umiltà, disponibilità, pacatezza, ironia. E l’elenco potrebbe continuare, ma sempre con il segno più.

Anche in questi ultimi anni lo assillava la crisi, la crisi che vedeva ovunque, nell’economia, nella scuola, nella politica, nei rapporti, lo assillava la difficoltà di interessare i giovani e di portarli ad alcune iniziative che veniva promuovendo. Anche se nei giovani aveva una grande fiducia, perché ne aveva esempi in famiglia. E ne era fiero. Fiero quando ne parlava e gli occhi brillavano di orgoglio e contentezza.

Quando si muore si lascia sempre un vuoto. Grande o piccolo che sia. Gualtiero lascia a Città della Pieve, per la sua vita, per quanto ha dato, un vuoto grande. E ci sono tanti modi per salutare una persona che se ne va. Per Gualtiero io sento che il modo più appropriato sia semplicemente “Gualtiero, grazie di tutto”.

Gianni Fanfano