Ad Orvieto un nuovo weekend nel segno dell’arte e della storia. E’ quello compreso fra venerdì 30 settembre e domenica 2 ottobre 2016 quando presso la Sala Unità d’Italia del Palazzo Comunale per iniziativa del Comune di Orvieto e della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, si terrà l’esposizione eccezionale e temporanea di alcuni importanti reperti archeologici venuti alla luce dalla necropoli di Crocifisso del Tufo durante la campagna di scavo 2016.
L’evento che ha per titolo Gli Etruschi d’Oro è patrocinato dal Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del turismo, Sostratos / Io sono Etrusco – Trust di scopo, PAAO / Parco Archeologico Ambientale dell’Orvietano.
Per tre giorni, custoditi in apposite teche sigillate e nella massima sicurezza e sorveglianza, si potranno ammirare tre oggetti di grande pregio: una coppia di orecchini d’oro a bauletto e il finale di una collana in oro e pasta vitrea azzurra, recuperati presso la necropoli di Crocefisso del Tufo nel corso della campagna di scavo 2016.
In mostra anche pannelli illustrativi per raccontare ai visitatori gli scavi effettuati con la titolarità del Comune di Orvieto presso la Necropoli di Crocifisso del Tufo ed un filmato che documenta le ricerche archeologiche svolte quest’estate.
L’esposizione sarà inaugurata Venerdì 30 settembre alle ore 16:00 alla presenza, tra le altre autorità, dell’Assessore alla Cultura della Regione Umbria, Fernanda Cecchini e della Soprintendente per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, Marica Mercalli.
Gli straordinari reperti potranno essere visitati nei seguenti giorni ed orari:
- Venerdì 30 settembre – 16:00 / 20:00
- Sabato 1 ottobre – 10:00 / 23:30
- Domenica 2 ottobre – 10:00 / 18:30
“Il progetto espositivo – spiega l’Assessore alla Cultura, Vincenzina Anna Maria Martino – è finalizzato alla restituzione, tutela e valorizzazione dell’enorme patrimonio archeologico che caratterizza il territorio e la Città di Orvieto e fa parte del più complesso progetto ‘Orvieto Caput Etruriae’ avviato lo scorso anno sul percorso di ‘Experience Etruria’ volto alla conoscenza del mito e del mistero degli Etruschi.
Orvieto Caput Etruriae oltre ad essere un viaggio nel mondo degli Etruschi, è anche un elogio al fascino di Orvieto nella storia. Il progetto è il risultato di un lavoro intrapreso in questi anni dal Comune di Orvieto che, dopo una lunga interruzione delle indagini archeologiche nella necropoli orvietana del Crocifisso del Tufo, ha chiesto e ottenuto dal Ministero competente la concessione per la ripresa degli scavi unendo forze e competenze varie: dalla Soprintendenza dell’Umbria, al trust di scopo Sostratos, al Comune appunto.
Un sentito ringraziamento va alla Soprintendente per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, Marica Mercalli da poco insediatasi che, con grande sensibilità e attenzione verso l’esperienza in atto nella nostra città, ha autorizzato l’esposizione dei reperti. E’ un ulteriore segno dell’importanza delle ricerche e di incoraggiamento nella direzione della valorizzazione del nostro patrimonio”.
“Anche se per un tempo limitato – conclude – al termine della mostra, infatti, i reperti torneranno nei depositi della necropoli, l’appuntamento di questo fine settimana sarà sicuramente un’occasione straordinaria per apprezzare gli oggetti rinvenuti, di rara fattura, e conoscerne la storia. Ma anche per appassionarsi al futuro delle ricerche archeologiche che interessano il perimetro della rupe di Orvieto”.
Le indagini archeologiche nella necropoli etrusca di Crocifisso del Tufo
Dopo un lungo periodo di inattività sono riprese le indagini archeologiche nella necropoli etrusca di Crocifisso del Tufo: si tratta del sito archeologico aperto al pubblico più importante di Orvieto, senza il quale non si può comprendere la città dei vivi, la quale, a sua volta, ha ispirato la città dei morti, specchio della consolidata organizzazione sociale basata sull’isonomia.
Il progetto di ricerca ha lo scopo di comprendere lo sviluppo di un settore nel quale sono presenti tombe databili tra VII e V sec. a.C.; l’area è stata interessata da caotiche ricerche già a partire dal XVIII secolo ed ha restituito edifici funerari costruiti in blocchi di tufo quasi sempre caratterizzati da iscrizioni funerarie relative agli esponenti delle famiglie deposte all’interno del monumento.
I corredi funerari che accompagnano i defunti, sia inumati che cremati, sono in genere costituiti da ceramiche, sia di produzione etrusca che di importazione greca, vasi in lamina di bronzo e strumenti in ferro per il banchetto.
Il progetto opera a più livelli, da quello della valorizzazione a quello della ricerca scientifica e della formazione sul campo.
Crocifisso del Tufo è infatti gestita direttamente dalla Soprintendenza Archeologia dell’Umbria, il Comune ha ottenuto la concessione di scavo triennale, il trust di scopo Sostratos – organizzazione senza scopo di lucro fondata da liberi imprenditori – provvede economicamente alla necessità della ricerca archeologica, ai restauri ed allo studio di reperti, ed infine alla loro eventuale musealizzazione; le indagini archeometriche fanno capo all’Institute for Mediterranean Archaeology, sul campo si alternano studenti di atenei italiani ed esteri, archeologi professionisti e volontari. Il cantiere si caratterizza per essere “aperto” e fornisce anche ai visitatori occasionali una rara opportunità per comprendere le tecniche legate alla moderna ricerca archeologica.