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UN CITTADINO PIEVESE ALL’ASSEMBLEA DEL PD2

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1360Come è difficile, dopo aver governato 10 anni con i democratici (che la sera del 2 maggio hanno presentato il loro nuovo corso) reinventare il futuro di Città della Pieve partendo dalle stesse convinzioni di fondo che hanno portato gli stessi compagni di partito a prendere un”altra strada. Messo sotto pressione dal lavoro che il Movimento 5 Stelle ha sviluppato nell’ultimo anno, qui a Città della Pieve, su temi come lo scellerato contratto con Gest, il fallimentare comprensorio del Trasimeno, la gestione della farmacia comunale, il piano urbanistico, la questione del dimensionamento scolastico, per lo meno il PD1, per bocca del suo nuovo leader, Fausto Scricciolo, ha parlato di tentativi di prendere una via diversa – a parole, ovviamente, visto che i vertici regionali erano presenti a ribadire chi comanda. La lista Meo-PD2 no. La leadership del PD2 è legata alla conservazione, a quello che le precedenti amministrazioni – delle quali la capolista faceva parte – hanno portato avanti in completa sudditanza al blocco di potere dominante in Umbria. Ritiene che sia il meglio che possa essere riproposto per il futuro del nostro Comune, la panacea di tutti i mali. Non basta dare la parola ai candidati consiglieri che aleggiano tra il marketing del turismo, la consulenza sui programmi comunitari o l’impianto fotovoltaico per i lumini del cimitero, tutto è legato al passato. Come per l’assemblea del PD1, non è previsto né il dibattito, né la possibilità di far domande da parte dei giornalisti e del pubblico: alle 10,30 buonanotte a tutti! Sui temi caldi per Città della Pieve il Movimento 5 Stelle ha organizzato assemblee partecipate esponendo le proprie idee e ascoltando quello che avevano da dire i cittadini, sovrani del processo partecipativo. E i cittadini ora riflettono sul magheggio: perché capita spesso, in politica, che si cambino i nomi alle cose. Quando lo chef inserisce nel menù la voce “omelette”, sa bene che si tratta di una semplice frittata. Sembra che sia quello che abbia fatto anche la signora Meo, una frittata definita omelette, una lista PD chiamata Lista Civica. Un’illusione più da mago Zurlì che da Houdinì: lo sforzo di rendere il gioco assolutamente convincente ad una prima occhiata, ma non per chi, con sguardo un po’ più attento, il trucco lo scopre. Così risulta evidente che quello che sembra separato è invece ancora unito, basta guardare chi, alle spalle dei due presunti contendenti, li sostiene: le due anime della onnipresente nomenclatura PD. Nonostante “l’espulsione”, nonostante l’inserimento di candidati di varia provenienza, il PD è occultato negli ingredienti perché il piatto sembri una nuova ricetta (PD1 più aperto a cambiare, PD2 più legato alla vecchia politica?) ma pur sempre elemento di base, come le uova nell’omelette. Al di là della parafrasi, parliamo chiaro: il PD, a corto di consensi interni ed esterni, lacerato dalle primarie e preoccupato di perdere il potere consolidato in decenni di nomenclatura, si inventa una seconda lista; in questo modo si ottengono almeno due vantaggi, uno immediato e uno potenziale: il primo è l’abbassamento del quorum per ottenere la vittoria elettorale; l’altro che, qualora per scellerata ipotesi il PD1 (Scricciolo) arrivasse primo e la lista PD2 (Meo) si posizionasse seconda (ma possiamo anche invertire l’ordine dei fattori, il risultato non cambia), l’opposizione verrebbe completamente estromessa dalla dialettica politica del comune di Città della Pieve. E’ un po’ come dire che l’illusionista, abbacinato dai riflettori, dimentichi di liberare la ragazza sezionata nel baule. Abbiamo il forte sospetto che il suo nome sia Democrazia.