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Fiorello Primi “Bisogna investire qui per industrializzare il settore in tutto il Paese”

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II 2017 è stato dichiarato dal ministro dei Beni culturali ambientali e del turismo Dario Franceschini, l’anno del turismo nei Borghi. Ne abbiamo parlato con Fiorello Primi, presidente nazionale, fin dalla sua costituzione, del club I Borghi più belli d’Italia,

Presidente come valuta l’iniziativa adottata dal Ministro Franceschini?

“Si tratta di un’importante decisione assunta nell’ambito del piano strategico nazionale del turismo che si pone l’obbiettivo di ampliare l’offerta turistica italiana. Evidentemente si è preso atto che il nostro Paese, pur essendo attraente e maturo, ha bisogno di rinnovare la propria proposta turistica da presentare in un sempre più competitivo panorama internazionale”.

Cosa significa in termini pratici? Quali vantaggi si prevedono per gli operatori e per i visitatori italiani e stranieri?

“Le tradizionali mete, come Roma, Firenze, Venezia, che attraggono ancora oggi milioni di turisti da tutto il mondo, non sono più sufficienti a corrispondere all’esigenza di industrializzare il settore del turismo su tutto il territorio nazionale. Finalmente il governo si è accorto che esistono numerose straordinarie opportunità per offrire turismo di qualità in altrettanto numerose destinazioni cosiddette “minori” ad integrazione e completamento di quelle già conosciute e riconosciute. E il modo che invochiamo da anni per radicare l’economia del turismo su tutto il territorio italiano. Se siamo considerati il Belpaese non è solo per le grandi città d’arte citate”.

Sembrerebbe un passaggio epocale. Possiamo dire che a questa “scoperta” abbia contribuito la creazione e lo sviluppo della rete de I Borghi Più belli d’Italia, nati nel 2002?

“Sì e credo che abbiamo giocato un ruolo determinante. Al club dei Borghi hanno fatto seguito altre esperienze analoghe e successive, ma non connotate dalle stesse caratteristiche di certificazione e promo-commercializzazione. La messa in rete di centinaia di piccole destinazioni, selezionate per le loro eccellenze architettoniche, culturali, di qualità della vita per i residenti, di servizi di accoglienza e ospitalità, è stato il frutto della intuizione di alcuni sindaci, come ero allora anche io a Castiglione del Lago, che esattamente 15 anni fa decisero di intraprendere questo percorso con il supporto e il sostegno dell’Anci”.

A suo parere quale sarebbe il valore aggiunto portato dal movimento dei Borghi più belli d’Italia al turismo nazionale?

“Il turismo moderno, che si basa sulle esperienze da vivere, piuttosto che sui luoghi di visita, si attaglia perfettamente a quanto i piccoli centri possono offrire al visitatore in cerca di emozioni da provare e raccontare. Meglio ancora se esso stesso diventa protagonista della propria vacanza potendo avvicinare le persone del luogo e vivere con loro, come se fosse uno di loro, trasformandosi da consumatore a consum’attore”.

Lei ha prima parlato di promo-commercializzazione, come capacità del club dei Borghi più belli d’Italia, rispetto alle altre associazioni nazionali che perseguono medesimi scopi. Quali sono state le azioni intraprese in questi anni?

“Più che di azioni parlerei della creazione di un vero e proprio sistema Borghi. In tal senso abbiamo favorito la nascita di un tour operator specializzato denominato Borghi Italia Tour Network (Bitn) ormai protagonista del settore. Per promo-commercializzazione intendiamo pertanto la possibilità, offerta ai potenziali clienti dei Borghi, di scegliere tra centinaia di destinazioni ed esperienze uniche, organizzate in rete e componenti un prodotto turistico confezionato e acquistabile su cataloghi e portali dedicati. Ciò rappresenta una rilevante novità nel panorama turistico nazionale. E la risposta moderna ad un antico problema del sistema italiano: la formazione del prodotto e la sua commercializzazione. A questo si aggiunga un consorzio di produttori di tipicità artigianali ed eno-gastronomiche, denominato Ecce Italia e si completa la filiera borgo-territorio-produzioni”.

E di questo progetto se ne sono accorti anche al Mibact.

“Certo. Non è un caso che l”Ente nazionale del turismo italiano (Enit) abbia sottoscritto un accordo di collaborazione con noi per un programma annuale comune di promocommercializzazione internazionale del prodotto Borghi più belli d’Italia in varie parti del mondo, in collaborazione con Ambasciate e istituti italiani di cultura. Il 2017 dovrà essere l’anno in cui elaborare strategie e mettere a punto programmi che permetteranno di migliorare l’offerta dei Borghi. Abbiamo bisogno che venga favorito il recupero e la valorizzazione di patrimoni identitari di cui le comunità sono gelose e importanti custodi. Occorre un piano di investimenti, pubblici e privati, per il mantenimento di tale patrimonio e per la realizzazione di infrastrutture che ne permettano migliore accessibilità e fruizione da parte di tutti e in ogni stagione”.