Home Argomenti Istituzioni Fanfano “Comunali 2019. Aperte le danze”

Fanfano “Comunali 2019. Aperte le danze”

Condividi

Anche nella prima repubblica si cominciava per tempo, a parlare e a preparare le elezioni comunali. Per tempo si lavorava per confermare o per lanciare un sindaco o un candidato sindaco. Quando soprattutto la stabilità dei voti e degli elettori era una certezza.

In questa terza repubblica o giù di lì, i giochi sono molto più scoperti e incerti, almeno  e vige quasi una libertà d’azione da parte di tutti i protagonisti. Così in prossimità delle prossime elezioni comunali che si svolgeranno nel 2019, e che vedranno interessati tutti i comuni della nostro comprensorio, meno Passignano, già da qualche tempo aspiranti candidati, partiti, movimenti e liste civiche si sono messi in moto nel tentativo di arrivare alla fine della corsa a tagliare il traguardo per primi o almeno per salire sul podio.

Una cosa risulta subito all’occhio del cittadino e dell’osservatore attento. Gruppi e cavalli sono partiti, ma per fare cosa nei prossimi cinque anni, in questo o quel comune, è ancora abbastanza nebuloso, sia fra chi oggi è  maggioranza e governa sia fra coloro che aspirano a sostituirli.

Sarà importante nei prossimi mesi e negli appuntamenti che ci saranno, cercare quindi di capire qualcosa di più.

A Città della Pieve il primo a muoversi ufficialmente è stato il Pd. Partito solitario al comando in questa ultima legislatura che ha dichiarato di muoversi per costruire, invece, nel 2019 una alleanza con tutto quello che resta del centro sinistra e con le associazioni. Per quanto riguarda le candidature ed in particolare per quella da sindaco è stato dato un giudizio positivo sull’operato della giunta attuale e quindi del sindaco Fausto Scricciolo, ma non è stata detta, ancora oggi, pubblicamente,  nessuna parola su di una eventuale disponibilità alla ricandidatura da parte dell’interessato o una richiesta di riconferma da parte del partito.

Anche le riposte da parte dei soggetti chiamati in causa nel mondo politico ed associativo non sono certamente state entusiastiche. Anzi. Il Comitato per il Diritto alla Salute , che era stato citato ha tenuto a precisare immediatamente che non è un soggetto politico e che non intende diventarlo.

Liberi ed Uguali che mette insieme, quel che resta della sinistra radicale, ha invece convocato una riunione sulla situazione dell’Umbria con rappresentanti di Leu appunto, del M5Stelle, di Pieve di Tutti e del Comitato per la Salute, più Luca Cesaretti che era stato l’assessore di riferimento nella passata legislatura dell’ex sindaco Manganello. La piccola sala della Rocca era gremitissima e così tutti gli spazi accanto, non tanto per parlare di Umbria, ma  proprio perché ci si aspettava l’avvio di un discorso riferito al Comune. Così non è stato, almeno nelle fasi ufficiali dell’iniziativa. Ma non è detta la parola fine.

Di certo il livello dei rapporti fra Pd e Leu non è al massimo. Sopra questa situazione, nel centro sinistra, aleggia poi quello che alcuni chiamano “lo spettro delle primarie”. In molti vorrebbero evitarle, ma è chiaro che se qualcuno le chiederà , un figlio delle primarie come Fausto Scricciolo, ed il partito che in qualche misura ha contribuito a cambiare, non potranno tirarsi indietro.

Sul fronte delle opposizioni molto dipenderà dalla possibilità di presentare una unica lista, che sarebbe la condizione , stando agli ultimi risultati elettorali. di poter conquistare il comune. Ma questa possibilità dipende da diverse variabili. Cosa farà Maria Luisa Meo, la capogruppo di Pieve di Tutti, si imbarcherà nella sua quarta legislatura da amministratore, di cui la metà vissuta da assessore? Il M5stelle si presenterà da solo, come è sua prassi consolidata, o aprirà alla possibilità di alleanze con altri? E la destra orfana di Berna, troverà un candidato unificante adeguato e ricercherà punti di incontro verso soluzioni con maggiore possibilità di vittoria?

Nel frattempo sullo sfondo c’è Città della Pieve e i suoi problemi. Problemi soprattutto di natura economica ma non solo. L’esplosione del nodo ospedale e sanità che era prevedibile venisse al pettine dopo il “pasticciaccio brutto” della mancata realizzazione dell’Ospedale unico, che ha padri e responsabilità un po’ ovunque, rischia di diventare decisiva anche in questo appuntamento elettorale così come lo era stato in quella precedente.

A Castiglione del Lago, le prossime elezioni comunali avranno una novità assoluta imposta dalla legge. Avendo superato i 15.000 abitanti se nel primo turno una lista non prenderà più del 50% dei voti si andrà al ballottaggio. Calando il concetto nella realtà, questo vuol dire che se il Pd, partito di maggioranza relativa, da solo o con i suoi alleati, non vincerà al primo turno, quasi sicuramente al secondo turno sarà sconfitto.

Nel Pd benché gli organismi dirigenti stanno cercando di frenare e di indirizzare le iniziative dei singoli, già ci sono due candidati ufficiali ed una terza in procinto di… Burico, Meloni e Mariella Spadoni hanno già cominciato a definire le caratteristiche delle loro candidature. Fuori del Pd c’è la presenza decisiva a sinistra della lista “Progetto Democratico” che fa capo a Duca e Nuccioni. I contatti che ci sono stati sinora pare che sono improntati alla ricerca a di una collaborazione. Resta lo scoglio del passato. Ma forse alla fine si troverà un punto di incontro essendo il futuro e non il passato all’ordine del giorno.

Sul versante delle opposizioni nella Lega si sta facendo avanti Terrosi, mentre i 5Stelle probabilmente seguiranno le loro procedure via rete. Resta una destra, anche qui sempre più debole per i salassi subiti. Se non matureranno anche qui percorsi unitari, la possibilità di farcela, per le forze di minoranza attuali,  dovrebbe passare per le autonome decisioni degli elettori al secondo turno.

Ma la vera domanda che si fanno la gran parte degli elettori è “Si, va bene tutto, andiamo alle elezioni, con questo o quel candidato, con questo e quel partito, ma per fare poi cosa, un cambio di cavallo, un cambio di partito, o un cambiamento di cose reale e profondo delle cose da fare?”

E qui viene il punto. Cosa sono le cose da fare, quelle  che possono interessare questa nostra zona? Quelle che possono cominciare a voltare pagina?

A questa zona interessa che ci sia qualcuno che prima di prendere ordini da Perugia o da Roma o da questo o quel comune singolo,da questo o quel notabile,  punti ad una politica che sappia rispondere ai bisogni ed agli interessi “autonomi” delle nostre aziende, dei nostri lavoratori, dei nostri cittadini, dei nostri giovani. Cioè una sorta di “Prima di tutto noi e le nostre terre, tutto il resto, poi”. Per una parità di diritti e di opportunità rispetto a tutte le altre aree. Sembra un concetto semplice e scontato. Ma non è così.

Gianni Fanfano