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Edoardo Gobbini di Marco Bertozzi

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Edoardo Gobbini e’ stato sicuramente uno degli ultimi esponenti,per cultura e formazione,di una visione Togliattiana della Politica .

Non so se fosse, in tal senso, estimatore di Togliatti,ma sicuramente aveva implicitamente ereditato,(anche se, per generazione ,di Togliatti aveva forse solo sentito parlare dai piu’ anziani), l’espressione autentica della politica come mediazione continua ed incessante,a partire dall’interno del suo Partito.
Un politico,autodidatta,votato con testardaggine,a voler unire e non dividere.
Lui di formazione stretta di Partito, il PCI,io da ex giovane ,Socialista Lombardiano,ambedue confluiti nei Democratici di Sinistra,ci ritrovavamo nella difesa dei principi generali della Politica come visione allargata dei problemi e non come soluzione alle aspettative personali.

Pronto alla mediazione,ma in fondo,non al compromesso ad ogni costo,era un incessante tessitore di soluzioni possibili.
Un uomo senza nemici (almeno dichiarati),pertanto.
Ma anche una persona che negli ultimi anni osservava lo svolgersi di una nuova fase con stupore ed incredulita’.
Sicuramente,in parte fiaccato da una malattia non prevista, raccontava di come stesse cambiando tutto un quadro sociale e politico,di cui non trovava piu’ le trame autentiche.
Mi raccontava ,a volte di questa fase ,con stupore ,quando negli ultimi anni lo incontravo casualmente, vicino casa sua a Madonna Alta di Perugia,dove in quel periodo ero spesso presente per lavoro.
La sua frase ricorrente,quando ci salutavamo, era:vienimi a trovare quando sei in Centro alla Federazione dei DS (e poi del PD),cosi’ approfondiamo alcune questioni.

Non ci sono andato spesso ,in realta’,perche’ preferivo parlare con Edoardo in mezzo alla strada,come si usava una volta,dove l’informalita’ era complice della spontaneita’.

Un Uomo del suo tempo,Edoardo,fortemente radicato nella cultura contadina e mezzadrile del Trasimeno,che detestava le avventure,gli estremismi,ma che apprezzava sempre i giovani,le nuove leve che si avvicinavano al partito ed alla politica.

Non credo che ,in questo senso,abbia ad oggi degli eredi politici ;troppo e’ cambiata la politica ,dove prevale la divisione ad ogni costo,il gusto del particolare e non piu’ del generale.

Ma questo e’ un segno dei tempi,dove Edoardo (e noi)poco potevamo e possiamo incidere.

Come diceva un grande drammaturgo :Che cosa canteremo nei tempi bui?Canteremo i tempi bui,

Marco Bertozzi