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Documenti. Febbraio 2021. Il Consiglio Regionale approva una mozione per la realizzazione del “Polo Unico del Trasimeno”

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Si, lo sappiamo in queste ore ed in questi giorni circolano ben altre notizie. Come quella della delibera della Regione che, si dice,  chiude definitivamente il capitolo ospedali nel Trasimeno. Naturalmente su questa notizie e su altro e sugli sviluppi ci torneremo.  Come sul dibattito ultimo in Consiglio Regionale. Come sull’incontro e sulle posizioni dei sindaci. Quanto prima. Prima però vogliamo concludere la nostra carrellata sulla ricostruzione storica della “telenovela degli esclusi”. Non possiamo infatti escludere da questo festival dell’inganno, dell’incompetenza, del misero interesse politico, della grande incapacità un passaggio fondamentale. Poco più di un anno fa. Non un secolo fa. A febbraio del 2021, il Consiglio Regionale si riunisce, e discute animatamente una mozione presentata dai consiglieri Fora, Squarta, Meloni, Rondini, Peppucci e Pace. Del dibattito pubblichiamo il resoconto stenografico. Cosa dice questa mozione? Dice che bisogna completare la rete ospedaliera regionale con la costruzione del Polo Unico Ospedaliero del Lago. Mozione al termine del dibattito votata alla unanimità dei presenti. Poi vedremo cosa è successo da allora. Ma intento una domanda sorge spontanea rivolta ai consiglieri, a cominciare ovviamente da quelli di maggioranza. La domanda è “O il Consiglio regionale non conta un tubo, oppure voi siete delle frasche”. Gli aggiornamenti chiariranno, forse, in parte, questa domanda. Ma intanto qualche risposta sarebbe gradita. Pechè questa “telenovela” non si concluda sul più bello. (g.f)

 

OGGETTO N. 3 – COMPLETAMENTO DEL SISTEMA DEI POLI UNICI TERRITORIALI ATTRAVERSO LA REALIZZAZIONE DEL “POLO UNICO DEL TRASIMENO” E INTEGRAZIONE FUNZIONALE TRA I POLI UNICI E LE AZIENDE OSPEDALIERE – Atto numero: 694

Tipo Atto: Mozione
Presentata da: Consr. Rondini, Squarta, Meloni, Fora, Peppucci e Pace

PRESIDENTE. Do la parola al Consigliere Rondini. Eugenio RONDINI (Gruppo Lega Umbria).

 

Grazie, Presidente. C’è un emendamento, la espongo come emendata.

PRESIDENTE. C’è un emendamento firmato da tutti i proponenti; quindi lei la illustri come emendata, prego.

Eugenio RONDINI (Gruppo Lega Umbria).
Grazie, Presidente. Tenuto conto che la Regione dell’Umbria ha avviato un percorso per l’approvazione del nuovo Piano sanitario regionale e tale percorso è iniziato dall’analisi dei dati relativi alla situazione attuale, anche in rapporto all’effettiva attuazione di quanto previsto dai precedenti Piani sanitari regionali; considerato che un punto centrale di tale iter sarà rappresentato dalla razionalizzazione della rete ospedaliera, anche alla luce di quanto previsto dal decreto ministeriale 70, definito “Balduzzi”, nonché di quanto emerso dalla gestione dell’emergenza Covid-19; considerato che il precedente Piano sanitario, relativamente alla razionalizzazione della rete ospedaliera, aveva già avviato un processo, che prevedeva, per i comprensori di Gubbio e Gualdo, la riconversione dei due nosocomi e la realizzazione del Polo unico di Branca, già compiuto e funzionante, la riconversione degli ospedali di Todi e Marsciano e la concretizzazione del Polo unico di Pantalla, già realizzato e funzionante, la riconversione dei nosocomi di Narni e Amelia e la realizzazione di un Polo unico ospedaliero nel territorio delle aree interessate, ancora non compiuto, ma recentemente confermato e, per l’area del Trasimeno, la riconversione delle strutture di Città della Pieve e Castiglione del Lago e la realizzazione di un Polo unico del Trasimeno, a tutt’oggi non concretizzato, nonostante si fosse giunti all’individuazione dei terreni e alla predisposizione di un progetto, con la spesa di oltre un milione di euro.
Sottolineato come il completamento del sistema dei poli unici, in forte ritardo e con conseguenze negative in termini di efficienza ed efficacia del sistema sanitario, rimanga passaggio fondamentale nella strategia complessiva per l’elaborazione del nuovo Piano sanitario regionale, che dovrà tener conto sia del potenziamento della rete di emergenza-urgenza e 118, con l’implementazione del servizio di elisoccorso per il quale l’Assessorato alla Sanità si è già attivato, sia soprattutto del potenziamento dei servizi territoriali, da intendersi ricompresi nella nuova organizzazione della medicina specialistica domiciliare e nel raccordo con le aggregazioni dei medici di medicina generale, come dalle proposte che verranno presentate dal Comitato dei Sindaci; preso atto che sia rispetto agli standard previsti dal DM 70 che rispetto ad altri territori della regione, il comprensorio del Trasimeno, in particolare, risulta sottodimensionato per tutti i servizi e in particolare relativamente alla rete ospedaliera, nonostante negli anni, in occasione della chiusura e riconversione delle strutture ospedaliere presenti nel territorio – e ci riferiamo a Panicale, Passignano sul Trasimeno, Città della Pieve – sia stata assicurata la realizzazione di una nuova struttura in grado di sopperire, da un lato, alle necessità della popolazione e, dall’altro, di rappresentare un polo di attrazione anche per le comunità della vicina Toscana, così da invertire i flussi di mobilità passiva verso la stessa; tutto ciò premesso, impegna la Giunta a richiedere al Governo risorse aggiuntive anche nell’ambito del Recovery Plan, al fine di razionalizzare, integrare e potenziare il sistema sanitario sull’intero territorio regionale; a prevedere, nell’ambito della riorganizzazione della rete ospedaliera, il completamento del sistema dei poli unici territoriali previsti nel Piano Sanitario 2009/2011, attraverso la realizzazione del Polo unico del Trasimeno; a prevedere una stretta integrazione funzionale tra i Poli unici e le Aziende ospedaliere e in particolare tra quelli di Narni e Amelia e l’Azienda Ospedaliera di Terni e tra quelli di Pantalla e del Trasimeno e l’Azienda ospedaliera di Perugia, in un’ottica di efficienza ed efficacia del servizio sanitario, che permetta di disporre, all’interno di ciascuno di tali poli, delle dotazioni necessarie in termini di strutture, dotazioni strumentali e di personale; a prevedere la realizzazione ed integrazione della rete ospedaliera con il costituendo sistema di elisoccorso, al fine di ridurre i tempi di accesso alle strutture sanitarie, in particolare delle aree disagiate, di cui al decreto ministeriale Balduzzi; ad assicurare, nelle more della realizzazione del Polo unico del Trasimeno e fino alla realizzazione dello stesso, la piena funzionalità e il completamento dei lavori dell’ospedale di Castiglione del Lago in termini di strutture, dotazioni strumentali e di personale (questo sta avvenendo), nonché la presenza di un presidio di area disagiata all’interno della ex struttura ospedaliera di Città della Pieve e, nel contempo, provvedere all’avvio del processo di potenziamento dei servizi territoriali e dei diversi comprensori, da intendersi ricompresi nella nuova organizzazione della medicina specialistica domiciliare, e del raccordo con le aggregazioni dei medici di medicina generale, sulla scorta della proposta che verrà presentata dall’Unione dei Comuni, in funzione di Comitato dei Sindaci, che vedrà interessata altresì la riqualificazione, nel senso di individuazione delle specifiche peculiarità per ogni Centro di salute, in un’ottica di razionalizzazione a servizio ciascuno dell’intero comprensorio di riferimento.

PRESIDENTE. Grazie. Questa è una mozione “bipartisan”, che è stata sottoscritta da esponenti di maggioranza e di opposizione.
Non so se c’è qualche intervento, prima della votazione della mozione. Consigliera Meloni; poi mi prenoto io, poi il Consigliere Fora.

Consigliera Meloni, prego.

Simona MELONI (Gruppo Partito Democratico).
Grazie, Presidente. Come anticipato dal Consigliere collega Rondini, questa mozione nasce per chiedere e condividere con voi, colleghi, e con l’Aula la necessità del completamento del sistema dei poli unici territoriali, attraverso la realizzazione del

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Polo unico del Trasimeno, ma con l’integrazione tra i poli unici e le Aziende ospedaliere. Quindi, quello che mi preme sottolineare, che è anche quello che ci lascia in eredità l’insegnamento di questa pandemia ancora in corso, è di potenziare la medicina del territorio, che è chiaramente la medicina più vicina alle necessità e ai bisogni dei cittadini.

Quindi vorrei porre l’accento, oltre che sulle cose che sono già state dette, sul fatto che in questo territorio abbiamo necessità di completare essenzialmente i lavori dell’ospedale di Castiglione del Lago, in termini di struttura, di dotazioni strumentali e di personale qualificato e specialistico; di non abbandonare il progetto dell’ospedale di Città della Pieve e di potenziare la medicina del territorio, potenziando i Distretti presenti, ampliandoli e comunque dotandoli di maggiori specialistiche e di maggiori funzionalità; di potenziare l’assistenza domiciliare, la formazione e il supporto ai medici di base (abbiamo visto in questo periodo quanto hanno faticato nei territori) e di rinnovare i poliambulatori.

PRESIDENTE. Per favore, silenzio, altrimenti la Consigliera Vicepresidente fatica ad intervenire.

Simona MELONI (Gruppo Partito Democratico).
Sappiamo che in questo periodo i cittadini hanno avuto necessità e bisogni urgenti, che fossero in maniera tempestiva sottoposti alle specialità del territorio. Quindi, dobbiamo andare in questa direzione, con il rafforzamento e il potenziamento di quello che già esiste e anche con la nascita della telemedicina, che potrebbe aiutarci per quelle che sono le cronicità. Sappiamo che nei nostri territori – l’Umbria, il Trasimeno – l’età media è molto alta, quindi abbiamo bisogno di servizi efficienti, efficaci, vicini e alla portata dei cittadini.
Bene anche che al Trasimeno ci siano oggi due punti vaccinali, Trasimeno Sud e Trasimeno Nord, perché sappiamo che il nostro è un territorio con una densità di popolazione bassa, ma molto ampia sul territorio; quindi, anche grazie al lavoro dei Sindaci dell’Unione dei Comuni, siamo riusciti ad avere un secondo punto vaccinale per Trasimeno Sud, che è un servizio indispensabile per tutta la nostra cittadinanza. Quindi questa mozione, che spero venga accolta all’unanimità, rimette al centro quelli che sono i servizi essenziali per la vita dei cittadini del Lago Trasimeno, che è giusto che abbiano gli stessi servizi e gli stessi diritti di tutti i cittadini dell’Umbria. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie, Vicepresidente. Ho chiesto di intervenire io, poi ci sono i Consiglieri Fora e Peppucci; non so gli altri, me lo diranno.
Il mio è veramente un intervento flash. Ovviamente, ho sottoscritto questa mozione e sono molto contento che abbia avuto un accoglimento trasversale. Faccio un passaggio sulla zona del Lago Trasimeno: credo che, purtroppo, questa sia una zona molto in sofferenza, dal punto di vista sanitario, da tanti anni. Ricordiamo che, al di là della popolazione specifica del comprensorio, di circa 70 mila persone, è il terzo polo turistico regionale, come presenze; dopo l’Assisano e il Perugino, il Lago Trasimeno ha riscontrato, credo, circa 4-500 mila turisti nel 2019 e nel 2020 ancora di più. Paradossalmente, quest’anno, subito dopo le aperture, è stata una delle mete più ambite, a livello di centro Italia. Quindi, credo sia importante arrivare a un rafforzamento del sistema sanitario territoriale, partendo ovviamente da questa vicenda annosa: la realizzazione del Polo unico tra Castiglione del Lago e Città della Pieve. Credo che sia un indirizzo molto importante, anche in vista del Piano sanitario regionale, soprattutto sapendo tutti quanti noi che ci vorrà del tempo per realizzare l’ospedale, ci vorranno anni e anni; quindi vi è la necessità di arrivare nell’immediato a un potenziamento delle strutture di tutto questo comprensorio, che ormai chiede risposte da tanti anni, risposte che non sono più rinviabili. Quindi, il mio non può che essere un plauso all’iniziativa della mozione.

Ora lascio la parola al Consigliere Fora. Per cortesia, prego i Consiglieri di stare in silenzio, perché è fastidioso questo brusio in sottofondo.

Grazie, Presidente. Buongiorno alla Giunta e alla Presidente.
Anche il mio sarà un intervento molto breve, intanto per esprimere compiacimento relativamente a una mozione che ha visto esponenti della maggioranza e dell’opposizione condividere i bisogni territoriali e, di conseguenza, individuare un percorso attraverso il quale prenderci cura dei bisogni di una comunità e farlo insieme; questo mi pare sicuramente un buon segno per i nostri cittadini.
La mozione che oggi discutiamo non ha un titolo legato al preservare o rafforzare dei diritti di una comunità rispetto ad altre; ma si tratta di iniziare ad intravedere un nuovo disegno di presenza della medicina territoriale nella nostra regione. Non a caso, la mozione si sofferma sul territorio del Lago Trasimeno, ma fa riferimento alla rete di tutti i poli unici ospedalieri della nostra regione, che ricordo essere anche quelli di Pantalla e di Narni e Amelia, proprio perché vogliamo pensare che, anche alla luce di questa crisi e dell’esito che ci ha consegnato, purtroppo, questa pandemia, la rete territoriale sanitaria, come previsto dal decreto Balduzzi, che dovremo ripensare, è una rete che specializza alcuni interventi in livelli centrali, ma che al contempo permette al servizio sanitario di essere vicino ai territori, accanto ai bisogni sanitari delle comunità, per non lasciare nessuno distante dai livelli di cura primari.
Il rafforzamento del Polo unico del Lago Trasimeno e la strutturazione attorno di una rete di medicina territoriale va in questa direzione, nella direzione di rafforzare la presenza sanitaria nei livelli territoriali, a fianco dei quali – sottolineo – sarà sempre più importante, dentro il nuovo Piano sanitario, ripensare la medicina territoriale, anche attraverso gli strumenti nuovi che la tecnologia mette a disposizione, tra cui la telemedicina e la teleassistenza.
Un plauso alla mozione, augurandomi che tutta l’Aula possa concordare con questa proposta e che possa essere un metodo da applicare anche per altre occasioni. Grazie.

PRESIDENTE. Consigliera Peppucci, prego.
Segreteria Generale. Resoconto stenografico n. 32 – Seduta Assemblea legislativa del Francesca PEPPUCCI (Gruppo Lega Umbria).
Grazie, Presidente. Come è stato illustrato, era prevista una riorganizzazione pensata con la chiusura di dieci ospedali e la realizzazione di quattro che completassero i tre livelli: Azienda, DEA di primo livello e DEA di secondo livello. Nella realtà dei fatti, senza entrare nel merito delle spaccature e delle contrapposizioni, non ha avuto purtroppo completa attuazione.
Questa mozione non deve essere uno spot per avere un comunicato, né deve essere un intervento singolo in cui un territorio, una parte politica o un singolo Consigliere fa indicazioni proprie, ma credo che sia proprio la dimostrazione di come si possa tener conto delle esigenze comuni senza dimenticare quelle di ognuno, inserendo in un contesto complessivo quello che occorre veramente all’Umbria.
Questa mozione, che si basa principalmente sulle esigenze del Trasimeno, fa comunque un passaggio su Pantalla e sui poli unici. Pantalla è una struttura che, come ben sapete, è stata inaugurata nel 2011, una struttura nuova, costata circa 50 milioni di euro. Un percorso, quello di Pantalla, che si inserisce in una riorganizzazione generale, che ha avuto una scarsa attuazione non tanto in termini di costruzione di nuovi ospedali, ma proprio perché, io ritengo, non è stata data la giusta spinta che poteva dare forza a questa struttura, in termini di personale e strumenti. Questo documento va in qualche maniera a dare una prospettiva diversa. Infatti, come sapete, l’ospedale di Pantalla è stato concepito, per scelta politica, come un ospedale di base, con scarse prospettive di crescita e sviluppo, nonostante la collocazione strategica sulla principale direttrice Terni-Perugia. Da un lato, Pantalla è stato pensato come ospedale che sarebbe servito non solo a rispondere alle esigenze di una cittadinanza in maniera più efficace ed efficiente, ma sarebbe servito anche e soprattutto a ridurre il carico dell’Azienda ospedaliera di Perugia. In realtà, però, in alcuni ambiti e settori, è stato proprio il contrario perché, invece di alleggerire, è stato appesantito il lavoro dell’Azienda ospedaliera, proprio perché non si è voluto puntare ed investire adeguatamente sulla struttura di Pantalla. Infatti, nonostante una struttura nuova, molte persone nel corso degli anni hanno deciso di rivolgersi direttamente all’Azienda ospedaliera di Perugia, in grado di rispondere con servizi di alta specializzazione.
Oggi, comunque, la lotta al Covid, se da un lato può aver causato disservizi e sacrifici al territorio della Media Valle del Tevere, dall’altro ha evidenziato non solo la posizione strategica della struttura per l’intera regione, ma le grandi capacità della struttura e del personale sanitario, al quale chiaramente va il più grande ringraziamento per il lavoro svolto in questi mesi.
Con questo documento si evidenza la stretta integrazione fra i poli unici e l’Azienda ospedaliera, quindi integrazione anche tra Perugia e Pantalla; ciò sta a significare che si vuole dare un nuovo impulso e forza ai servizi resi ai cittadini, in termini di efficienza ed efficacia. Così si potrà garantire un futuro più roseo al presidio di Pantalla e, allo stesso tempo, un braccio forte all’Azienda ospedaliera di Perugia, tornando alla concezione iniziale, garantendo una maggiore interazione e funzionalità, con notevoli risparmi dovuti a economie di scala e all’eliminazione di

 

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doppi servizi. Questa ritengo che sia la visione giusta per un’Umbria più forte – perciò ringrazio per la collaborazione che c’è stata tra tutti i componenti della maggioranza e dell’opposizione – una visione più efficace e più vicina alle reali esigenze dei cittadini.

PRESIDENTE. Prego, Consigliere De Luca.

Thomas DE LUCA (Presidente del Gruppo Movimento 5 Stelle).
Grazie, Presidente. Sosterrò convintamente questa mozione, in quanto, seppure non da firmatario, ritengo che il paradigma con cui si intende approcciare alla Sanità territoriale debba essere proprio questo: abbiamo visto per anni uno smantellamento della Sanità pubblica, e in particolar modo il presidio sui territori, come se fosse un orpello o qualcosa sostanzialmente identificabile in uno spreco, in un flusso di risorse che tanto non avrebbe avuto alcuna ricaduta sul territorio. La pandemia ci ha dato una bella svegliata, ci ha fatto capire come sia inaccettabile che, ancora oggi, in alcuni brani del nostro territorio regionale un’ambulanza su due arrivi in ritardo di 20 minuti, perché questo dicono i numeri e i dati; territori dove non c’è, quindi, la stessa garanzia di cura e le stesse possibilità di sopravvivenza di fronte a un evento che può capitare, purtroppo, a chiunque; possibilità che realmente fanno la differenza non solo sulla qualità della vita di un territorio, ma sul fatto che questi territori siano attrattivi per il turismo, ma anche fruibili per chi decide di continuare a viverci. Questo è il problema di base, se non riusciamo a concepire il fatto che gli ospedali di comunità devono esserci, anche attraverso una differenziazione funzionale nel territorio regionale, perché c’è la possibilità di identificare, così come è stato fatto con l’ospedale di Narni e Amelia, una vocazione per la riabilitazione, una vocazione per servizi che possono essere diversi, ma allo stesso tempo devono essere presidi per il primo soccorso, presidi per tutte quelle azioni che oltretutto devono sgravare i grandi centri ospedalieri e le alte specialità.
E qui apro una piccola parentesi: credo che ormai sia improcrastinabile e non più eludibile una discussione di questa Assemblea sul nuovo ospedale di Terni. Non se ne esce. C’è la necessità di porre tutti quanti insieme questo tema, di capire che ci sono due poli ospedalieri di alta specialità, Terni e Perugia, e intorno una costellazione di ospedali di comunità che riescono a presidiare e a sostenere il territorio, insieme a una nuova politica sulla telemedicina e sui servizi territoriali. Questo è il nuovo paradigma; poi possiamo discutere di tutto, ma è dimostrato – e sotto questo punto di vista ho apprezzato l’approccio del nuovo Governo – che da qui non se ne esce. Quindi, convintamente voterò favorevolmente a questa mozione.

PRESIDENTE. Consigliera Porzi, prego. Donatella PORZI (Gruppo Partito Democratico).

Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.

 

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Vorrei anch’io anticipare il mio voto favorevole a questa mozione, che nasce, come veniva sottolineato, da una compagine bipartisan e quindi testimonia la necessità e l’improrogabilità di un discorso sulla Sanità umbra a 360 gradi.
Nelle premesse di questa mozione, che parte per definire il completamento del sistema dei poli unici attraverso quello del Trasimeno, si fa giustamente riferimento a tutti gli altri territori che sono stati richiamati. La politica che ci ha portato a questa criticità, ormai sotto gli occhi di tutti, che molto spesso è stata denunciata anche negli interventi in quest’Aula, ha messo a nudo la necessità di ripartire nel disegno e nella riorganizzazione di una Sanità territoriale che non può prescindere dagli elementi poco fa enunciati dal collega Thomas De Luca, nella convinzione, però, che questo progetto non può essere affrontato a compartimenti stagni; lo hanno detto sia la collega Peppucci, sia il collega Fora, ed è stato rilanciato da chi ha presentato la mozione. Io credo che il ragionamento debba essere preso per la sua serietà e portato in una discussione nella Commissione attinente, proprio perché si eviti il rischio di ragionare a compartimenti stagni, senza avere un quadro complessivo della nostra regione, dei suoi bisogni e delle possibili soluzioni.

Voglio ricordare che la politica regionale si inseriva in un contesto di regole nazionali, quindi non c’è stata la chiusura degli ospedali e dei centri – penso ai Punti Nascita, che mi hanno anche riguardato per una questione territoriale – per la volontà dell’Assessore scellerato di turno. C’erano delle politiche nazionali che dettavano alcuni parametri ai quali rifarsi e ai quali attenersi, che hanno determinato sicuramente un impoverimento e una criticità di cui oggi una pandemia consegna a tutti gli aspetti negativi. È altresì condivisibile, credo, che non tutti gli ospedali e non tutti i presidi potranno avere gli stessi livelli di prestazioni e di servizi, ma è anche vero che dobbiamo garantire a tutti la possibilità di essere soccorsi in tempi ragionevoli. Le questioni che prima venivano sollevate, rispetto ai ritardi di almeno venti minuti per le ambulanze che arrivano nei luoghi dei soccorsi, sono elementi che gridano vendetta.

Per cui, anche rispetto all’emendamento che ci è stato distribuito, dove si chiedono al Governo risorse aggiuntive nell’ambito del Recovery Plan, al fine di razionalizzare, integrare e potenziare, io vorrei fare una richiesta a quest’Aula, alla Giunta, ai Presidenti di Commissione: nel ragionare su questi temi, che saranno i temi che ci consentiranno di affrontare il dopo emergenza, non arriviamo in ritardo. So di discussioni e dell’avvio di un confronto da parte dell’Esecutivo con i Sindaci su queste tematiche, ma facciamo in modo che anche il ruolo dei Consiglieri regionali, attraverso l’Istituzione del Consiglio regionale e delle sue Commissioni, possa essere tempestivo e soprattutto congruo nei tempi perché, se pensiamo di calendarizzare queste nostre riflessioni in un momento in cui gli atti saranno già inviati al Governo, che è l’organo preposto sicuramente alla gestione e alla ripartizione di questi fondi, noi saremmo veramente fuori dal tempo e saremmo del tutto inutili, pur con la presentazione di atti così importanti e concreti, come quello di oggi, ma senza la possibilità di garantire a tutta l’Umbria una discussione seria e ponderata sui bisogni,

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sulle necessità e sulle possibili realizzazioni dei desiderata di ciascun territorio, perché poi anche quelli andranno contemperati con la fattibilità.
Sappiamo tutti che tutto, ovunque, non ci può essere; ce lo siamo detti tante volte, perché reclamiamo alcune situazioni e poi, nei casi in cui siamo toccati dalla necessità, andiamo a cercare giustamente il centro dove c’è una casistica alta, dove siamo garantiti per la presenza di alcune strumentazioni, dove ci sono quelle garanzie che possono essere veramente salvavita. Vorrei richiamare noi tutti al nostro ruolo e alle nostre competenze: intensifichiamo l’azione delle nostre Commissioni per essere nei tempi giusti, per essere anche d’aiuto, eventualmente, all’Esecutivo, qualora l’Esecutivo sarà interessato a comprendere anche il nostro pensiero, rispetto a tematiche sulle quali ha già intrapreso un’interlocuzione con i Sindaci, che sono i nostri rappresentanti sul territorio. Grazie.

PRESIDENTE. Consigliere Morroni, prego.

Roberto MORRONI (Presidente del Gruppo Forza Italia).
Grazie, Presidente. Molto rapidamente, solo per esprimere il consenso del Gruppo di Forza Italia a questo atto di indirizzo, che vanta una serie di connotati che lo rendono un atto di indirizzo positivo e un contributo importante alla discussione, in quella che sarà la ridefinizione del sistema sanitario della nostra regione.
Il primo elemento di pregio è che l’istanza non è stata confezionata come una mera rivendicazione localistica, ma è stata costruita ed avanzata nel rispetto di una visione complessiva e generale del sistema sanitario della nostra regione e delle sue esigenze ineludibili di riorganizzazione e di razionalizzazione. Il richiamo all’esperienza che è stata scandita nel corso degli anni, attraverso processi che hanno portato alla soppressione di ospedali e alla realizzazione di nuove e moderne strutture, credo che sia anch’esso un elemento cui guardare con estremo interesse perché, appunto, coerente con la necessaria e non più eludibile esigenza di riorganizzare la rete ospedaliera della nostra regione. Credo che sia anche una presa di posizione utile per ribadire e riaffermare la necessità di un’attenzione forte, da parte della politica regionale, verso quella porzione del territorio della nostra Umbria nel corso degli anni forse non adeguatamente considerata, verso la quale non si sono indirizzate, come invece forse sarebbe stato importante fare, energie e attenzioni tese a garantire condizioni di sviluppo di quell’importante porzione del territorio regionale.
Quindi, per queste considerazioni, esprimo il consenso di Forza Italia a questo atto di indirizzo.

PRESIDENTE. Grazie, Vicepresidente Morroni.
Consigliere Paparelli, prego. Poi la Consigliera Pace e il Consigliere Bianconi.

Fabio PAPARELLI (Gruppo Partito Democratico).
Presidente e colleghi, io non vorrei rompere questo clima idilliaco, rispetto a una mozione che condivido. Condivido gli impegni, un po’ meno le premesse, ma

 

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condivido gli impegni che si chiedono alla Giunta: l’impegno a prevedere nella riorganizzazione della rete ospedaliera regionale il completamento del sistema dei poli unici territoriali previsti nel Piano sanitario vigente, attraverso la realizzazione del Polo unico del Trasimeno; condivido l’integrazione – che può essere già realizzata – tra gli ospedali di Narni e Amelia con l’Azienda ospedaliera di Terni, sta già nella delibera da me approvata nella pre-adozione del Piano sanitario regionale, che ancora giace lì, e quella di Pantalla e del Trasimeno. Qui mancherebbe l’Ospedale di Assisi, perché credo che l’Ospedale di Assisi debba essere integrato con l’Azienda ospedaliera di Perugia; quindi, quanto meno, correggerei e presenterei, se i colleghi sono d’accordo, questo emendamento, aggiungendo l’Ospedale di Assisi.

Però, pur votando a favore della mozione, non condivido l’emendamento che è stato presentato, aggiuntivo a quello che era già scritto nella mozione. Vedete, nei miei anni di esperienza amministrativa, il faro che mi ha sempre guidato è stato la capacità di essere pragmatico – poi, ci sarò riuscito o meno – e non fantasioso nelle cose che scrivevo: mi piace dare un indirizzo che sia reale, concreto, che poi trovi concretezza ed efficacia. Per parafrasare, nell’azione amministrativa ho sempre preferito la prosa rispetto alla poesia. E questo emendamento mi pare molto poetico, ma per nulla concreto, perché non abbiamo un Piano sanitario, non abbiamo un progetto di Sanità umbra, che avremmo già dovuto presentare eventualmente nei progetti ricognitivi, nella ricognizione che ha fatto il Governo nell’ambito delle possibilità che ci ha dato per vedere se si integrava con le direttrici del Recovery Plan che si stava elaborando; anche ieri, al Senato, il Presidente Draghi ci ha detto che i titoli sono quelli, non verranno toccati, verranno rimodulate alcune cose, verranno rimodulate le cifre, ci saranno più fondi per la transizione ecologica, ambientale, digitale eccetera, ma i capitoli rimangono quelli. E in quei capitoli noi dobbiamo sapere, intanto, che non c’è l’edilizia sanitaria. Sgombriamo il campo: è inutile che firmiamo documenti, accordi, intese con cui pensiamo di fare edilizia sanitaria in Umbria con i fondi del Recovery Plan, perché non è possibile. È una strada non percorribile. La Comunità Europea non permette che possano essere costruiti nuovi ospedali con quei fondi. Infatti, nel piano approvato il 12 gennaio dal Governo decaduto, tutte le risorse dell’edilizia sanitaria erano integralmente riservate alla messa in sicurezza e all’efficientamento energetico delle strutture esistenti.

Trovo un po’ traballante, per quanto riguarda l’Ospedale di Narni-Amelia, il fatto di affidarsi al futuro CIPE perché, se ci affidiamo al CIPE, intanto la programmazione la dovremmo discutere, la dovremmo decidere, ci dovrà essere un confronto col Governo, vediamo quali saranno le cose prioritarie. Quindi, non me ne vogliate, non voglio rompere nessun idillio, ma questo emendamento mi sembra molto fumoso; quindi l’emendamento, per questo, non lo voterò. Avrei votato un emendamento del genere, qualora avessimo avuto a corredo un disegno della Sanità del dopo Covid, che avremmo già dovuto elaborare e presentare in quella fase; una Sanità che dica con quali progetti trasferiamo e rafforziamo la medicina di territorio, come costruiamo le Case della Salute e i Consultori, come costruiamo il progetto dell’infermiere di famiglia, come facciamo la digitalizzazione, la telemedicina e la teleradiologia, come

 

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rafforziamo la Sanità pubblica. Se avessimo avuto tutte queste cose già programmate, avremmo potuto avere qualche ambizione di stare dentro le direttrici del Recovery Plan; ma adesso votare un emendamento che dice di richiedere al Governo risorse aggiuntive, al fine di fare cosa? Non è chiaro, perché prima bisogna avere i disegni e i progetti e poi andare, eventualmente, ammesso che fossero quelle le leve finanziarie giuste, a chiedere fondi.

Quindi, io voterò la mozione, ma non voterò l’emendamento.

PRESIDENTE. Perfetto. È finito il tempo del Gruppo del Partito Democratico, perché sono intervenuti Porzi, Paparelli e la Consigliera Meloni.
Consigliere Pace, prego. Poi, il Consigliere Bianconi; poi votiamo.

Eleonora PACE (Presidente del Gruppo Fratelli d’Italia)
Grazie, Presidente. Io, invece, a differenza del Consigliere Paparelli, questa mozione l’ho sottoscritta e la voterò convintamente, proprio perché, per la prima volta in questa regione, si offre una visione d’insieme della Sanità di tutto il territorio umbro e ci si approccia con un metodo nuovo, che è quello del confronto e del ripristino di un’uguaglianza di tutti i cittadini, affinché in Umbria non esistano più cittadini di serie A e cittadini di serie B; un metodo nel quale si dà la stessa rilevanza a tutti i territori, a differenza di quanto accaduto in passato, quando avevamo visto investimenti appannaggio esclusivo di alcune parti del territorio, riducendo l’Umbria del sud come tutti sappiamo. Ricordava prima il collega De Luca, che non fa certo parte della mia coalizione, che abbiamo l’Azienda ospedaliera di Terni che oramai è l’ospedale più vecchio dell’Umbria.

(Intervento fuori microfono del Consigliere Paparelli)

PRESIDENTE. Facciamo finire la Consigliera Pace, per favore. Consigliere Paparelli, per favore. Per favore, non interrompete chi sta parlando.
Consigliera Pace, prego.

Eleonora PACE (Presidente del Gruppo Fratelli d’Italia).
Io non l’ho mai interrotta e la pregherei di fare ugualmente. Visto che lei, spesso e volentieri, tra le sue parole nasconde sempre delle provocazioni, è giusto anche che accetti chi le risponde parlando di fatti e non certo di processi alle intenzioni.
Nella città di Terni abbiamo l’Azienda ospedaliera che è l’ospedale più vecchio dell’Umbria. Abbiamo i due ospedali di Narni e Amelia, dei quali si parla oramai da anni e finalmente – e sottoscrivo: finalmente – anche qui siamo riusciti a tirare una linea, grazie all’impegno di tutti: grazie a un metodo totalmente nuovo, per quanto riguarda l’integrazione con l’Azienda ospedaliera, mentre lei l’aveva deliberato, come sostiene, nella pre-adozione della delibera di Giunta del vostro Piano sanitario regionale, che non è stato mai approvato, noi invece l’abbiamo realizzata, l’abbiamo presentata a Narni, nel mese di luglio, alla presenza dell’Assessore Coletto, l’abbiamo annunciata alla nostra cittadinanza. Abbiamo avuto un blocco fra settembre e ottobre, a causa della seconda fase del Coronavirus, ma dalla metà di dicembre siamo partiti con la realizzazione completa del progetto di integrazione, che oggi sta creando grande entusiasmo, sia all’interno dei presidi di Narni e Amelia, dove finalmente i nostri operatori, dopo anni di sacrifici, si sentono finalmente valorizzati e sono tornati a lavorare, così come sta creando entusiasmo all’interno dell’Azienda ospedaliera, oggi in forte sofferenza a causa dell’emergenza Covid, perché permette di smaltire le liste d’attesa, trasferendo équipe dell’ospedale di Terni che lavorano all’ospedale di Narni. Oggi le sale operatorie di Narni lavorano tutte e quattro, cinque giorni a settimana, dal lunedì al venerdì, la mattina e il pomeriggio. Quindi, questo credo sia un esempio di come si dà attuazione a cose che per anni sono state immaginate, ma che purtroppo non hanno mai trovato concretezza.

Per quanto riguarda il completamento dei nuovi poli unici, da narnese, avendo vissuto le peripezie che hanno riguardato la mia comunità, non posso che essere vicina alla comunità del Trasimeno, che chiede a gran voce la costruzione del nuovo polo unico. E su questo ci spenderemo, così come ci spenderemo affinché, prima possibile, venga realizzato il nuovo Polo unico di Narni e Amelia, un progetto, lo ricordavo prima, di cui si parla da tanti anni. Oggi, la riorganizzazione dovuta al Covid ha reso necessaria una rivisitazione del vecchio progetto, una rivisitazione specifico-funzionale e non tecnica: abbiamo sostituito la parte dedicata alla RSA, che, sempre secondo il DM 70 che prima ricordavamo, non poteva essere ricompresa all’interno dell’ospedale, sostituendola con cinque posti di Terapia intensiva, che oltre a essere utili per la comunità regionale – lo abbiamo visto in questi mesi e in questi giorni dell’emergenza – permetteranno a Narni e ad Amelia di avere un Pronto soccorso vero, h24, e non punti di primo soccorso aperti h12, come abbiamo avuto fino a oggi, e permetteranno di fare un ulteriore passo avanti nell’integrazione, appunto, con l’Azienda ospedaliera di Terni, in attesa che anche lì si riesca a mettere in piedi finalmente un progetto serio e concreto di investimento. Capirete meglio di me che la presenza di un Pronto soccorso e di terapie intensive permetterà di trasferire attività anche di specialità un pochino più elevata rispetto a quelle che riusciamo a fare oggi nei due vecchi presidi di Narni e Amelia, che hanno già iniziato a lavorare, perché i nuovi presidi ci vuole qualche anno per costruirli, ma il progetto deve iniziare all’interno dei vecchi presidi. Il nuovo ospedale di Narni-Amelia non nascerà tra quattro o cinque anni, quando i lavori saranno ultimati; il nuovo ospedale di Narni-Amelia sta nascendo oggi, dando vita a questa integrazione e potenziandola con gli investimenti e con l’integrazione tra gli operatori che lavorano già nei vecchi presidi. Questo è il metodo che immagino la Giunta vorrà utilizzare, così come lo stesso metodo riguarderà tutte le partite relative alla costruzione del nuovo Piano sanitario regionale.

Ne ho già parlato con l’Assessore: a breve prenderanno il via, all’interno della Commissione che presiedo, tutte le audizioni con tutti i soggetti portatori di interesse, per stilare le priorità e le necessità per la nostra regione; sono convinta che con l’impegno e la buona volontà di tutti, sgomberando il campo da mistificazioni o

 

processi alle intenzioni, consegneremo alla nostra comunità un nuovo Piano sanitario regionale, che risponderà con efficienza e concretezza a tutte quelle criticità che da troppi anni avvolgono la nostra regione.

PRESIDENTE. Grazie. Consigliere Bianconi, poi il voto. Prego.

Grazie, Presidente. In linea generale, voglio dire che voterò favorevolmente questa mozione, che da una parte rappresenta un principio che abbiamo condiviso, un principio bipartisan: quello di vedere una Sanità sempre più territoriale; ma allo stesso tempo non posso non rappresentare qualche mia perplessità e, da questo punto di vista, seguo quanto detto in parte dal Consigliere Paparelli: parlare di poli unici, che è quanto prevedeva il vecchio Piano sanitario, è sano e ragionevole, ma lo sarebbe stato sicuramente di più se fosse avvenuto a valle del nuovo Piano sanitario regionale. Infatti, bisogna partire da una programmazione, una progettazione chiara verso il futuro, all’interno della quale poi innestare tutto quello che di buono era stato previsto e progettato prima, nella vecchia visione del Piano sanitario regionale, e da lì in poi fare degli interventi mirati e puntuali.

Quindi, rispetto a questo, il primo intervento che avrei avuto piacere di ascoltare in quest’Aula sarebbe stato quello dell’Assessore Coletto, per capire cosa pensa lui, in primis, di questa mozione, se la vede esattamente combaciare con il progetto di nuovo Piano sanitario regionale oppure no. Ho sentito parlare di rischio di fughe in avanti; in termini progettuali, se faccio una metafora, è come pensare di scegliere i mobili per un albergo senza aver progettato prima le camere. Bisogna capire se queste camere sono giuste per un nuovo albergo. Questo non lo so.

In linea generale, il principio della Sanità territoriale risponde in pieno alle aspettative di tutti gli umbri (ne ho sentito parlare anche dalle mie parti, alla Presidente Tesei, in più occasioni) ed è quello di cui questa regione ha bisogno. Occorre partire, prima di tutto – ci tengo ancora una volta a dirlo in quest’Aula – dal garantire a tutti gli umbri, prima di tutto, un primo soccorso di qualità, a prescindere da dove vivano in questa regione. Dopodiché occorre garantire a tutti gli umbri una Sanità di qualità, e qui bisogna andare un po’ oltre i campanilismi, come ha detto anche la Consigliera Porzi, perché è inutile pensare e promettere che tutti avranno tutto, dappertutto; sappiamo tutti che è impossibile, ma bisogna avere il coraggio di dirlo e di rappresentarlo. Questo è un atto di maturità, un atto di serietà.

Bisogna anche andare oltre quella logica rispetto alla quale, quando si parla di Sanità, i territori devono vedere se sono più o meno fortunati, a seconda dei santi in paradiso che si possono trovare rispetto all’esito elettorale. Un progetto serio prescinde dalla provenienza territoriale dei componenti di questo Consiglio regionale; un progetto serio dà risposte a tutti gli umbri. Voglio cogliere in questa mozione la cosa che ritengo più sana: l’idea di Sanità sui territori. Quindi, per questo motivo, voterò favorevolmente; ma mi auguro che la costruzione del Piano sanitario risponda a quanto ho rappresentato finora. Grazie.

 

Vincenzo BIANCONI (Presidente del Gruppo Misto).

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PRESIDENTE. Consigliere Mancini, prego.

Palazzo Cesaroni Piazza Italia, 2 – 06121 PERUGIA www.alumbria.it Tel. 075.576.3386 – Fax 075.576.3205 ATTI CONSILIARI XI LEGISLATURA

 

Valerio MANCINI (Gruppo Lega Umbria).
Grazie, Presidente. Chiaramente, ringrazio i miei colleghi per il lavoro svolto, perché questa mozione trova una firma trasversale, complessa, che in qualche maniera anticipa il nuovo quadro di Governo: tranne lei, Presidente, tutti gli altri sono al Governo; non so se lei è l’intruso di questo documento. Io propongo di cancellarla. Sottoponevo all’attenzione, Presidente, che farò l’emendamento per togliere il suo nome; mi consenta la battuta. Siamo già tutti a favore.
Quindi, detto questo, al di là della battuta politica, che ci stava, l’emendamento è interessante. Però voglio portare all’attenzione dei miei colleghi che l’accezione di individuare risorse opportune per portare avanti quanto riportato in epigrafe della mozione, in qualche maniera, trova una sua sostanziale e documentata applicazione nella redazione del Patto per la salute 2019/2021 che, ovviamente, trova sintesi di tutte le accezioni poste al Governo da parte delle Regioni. Anche il nostro Assessore Coletto, quale rappresentante a suo tempo di AgeNaS, aveva fatto un documento molto corposo, che invitava alla revisione del DM 70; lo ritroviamo anche in questo importante documento pubblicato il 7 gennaio 2020, ancora prima degli elementi ulteriormente preoccupanti del Covid. Si parla, in alcune schede, puntualmente di cifre e di prospettive; questo documento, in qualche maniera, dà il là e dà le gambe a questa mozione perché, parlando proprio di spiccioli, e non più di tanto, stiamo dicendo alla scheda 1 che il fabbisogno messo a disposizione complessivamente fra Stato e Regione per la Sanità nazionale, per il nostro sistema sanitario, parla di 117 miliardi e 974 milioni per l’anno 2021, con un incremento di 3,3 miliardi rispetto ai 114 previsti per il 2019.
Se andiamo avanti, alla scheda 3, sempre in questo Patto della salute, leggo testualmente: “Risorse umane. Si conviene” – quindi si è stabilito – “di sostituire nel triennio 2019-2021 la percentuale di incremento di spesa per il personale di cui al secondo periodo del comma 1, articolo 11, del decreto legge 35 del 30 aprile 2019, fissata nella misura pari al 5 per cento, con il 10 per cento”. Abbiamo quindi 3 miliardi in più, abbiamo la possibilità di modulare ulteriormente le spese del personale, quelle che poi alla fine fanno Sanità, quelle che oggi sono in difficoltà per le tante esigenze nella nostra regione, ma in tutta Italia, per l’emergenza Covid. Altrettanto interessante è l’aspetto riportato nella scheda “Investimenti”, scheda 7, perché è quello che viene un po’ incontro a quanto afferito nella mozione. Leggo testualmente: “Investimenti. Il Ministero della Salute, in collaborazione con le Regioni, ha effettuato una ricognizione sullo stato del patrimonio immobiliare e tecnologico del Servizio sanitario nazionale, la cui analisi ha evidenziato la necessità di procedere ad investimenti infrastrutturali, per un importo complessivo pari a 32 miliardi di euro”. Quindi – mi rivolgo al Consigliere Paparelli, che ha definito poetico l’emendamento – io potrei anche… (Intervento fuori microfono del Consigliere Paparelli)
No, mi permetta….

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PRESIDENTE. Fate finire il Consigliere Mancini.

Palazzo Cesaroni Piazza Italia, 2 – 06121 PERUGIA www.alumbria.it Tel. 075.576.3386 – Fax 075.576.3205 ATTI CONSILIARI XI LEGISLATURA

 

Valerio MANCINI (Gruppo Lega Umbria).
Consigliere Paparelli, non è una critica. Le spiego: l’emendamento può trovare una virgola ulteriore, se i proponenti vogliono ritenerlo interessante, come riportato nella scheda 7 del Patto della salute, perché c’è scritto che qui sono stati messi a disposizione, tra Regione e Stato, 32 miliardi di euro per l’edilizia (“Investimenti”). A questi vanno aggiunti – non ho finito, perché è importante essere più puntuali, quando si parla di Sanità e di cifre – 1,5 miliardi di euro, necessari per un adeguato ammodernamento tecnologico delle attrezzature a disposizione dei servizi sanitari regionali. In tal senso si conviene di incrementare progressivamente, in coerenza con le disponibilità di bilancio delle risorse regionali, le risorse a disposizione dell’edilizia sanitaria di cui all’articolo 20 della legge 67/88.
Mi preme continuare quello che ho accennato rispetto all’Assessore Coletto, perché lui ha ampiamente sostenuto, nei suoi ruoli precedenti, che per il DM 70, come scritto nel DM 70 stesso, è prevista, dopo quattro anni, una sua naturale rivisitazione. Penso che l’emergenza Covid non ci imponga una naturale rivisitazione, ma ci imponga un’obbligatoria rivisitazione, anche perché – e arrivo alla scheda 15 – mi permetta, Presidente, tutto lo sforzo che si sta portando avanti in termini di vaccinazione, che rimane l’arma principale contro questa pandemia e le sue varianti, che chiaramente, come tutti i virus, sono naturali – è inutile starci a inventare che qualcuno le ha portate: sono di fatto nella natura di ogni virus uguale al Covid, basta chiedere a qualsiasi medico, è evidente – rende necessario che la Sanità, proprio dopo l’emergenza Covid, cambi. Ed è cambiata perché il virus ha sconvolto gli equilibri sanitari di intere nazioni.
Quindi, quando nel DM 70 si fa riferimenti a posti letto, a ospedali di primo livello e di secondo livello, c’è bisogno di riprogrammare come queste definizioni classificano i nostri ospedali: DEA di primo livello e di secondo livello. Cosa vuol dire? Che hanno una serie di caratteristiche, ma non è detto che queste caratteristiche oggi siano attuabili e siano ottimali rispetto al quadro sanitario post Covid. Quindi la scheda 15 dice testualmente una cosa molto importante: “Come previsto nella stessa norma, a quattro anni dalla sua adozione si conviene sulla necessità di revisione del decreto, aggiornandone i contenuti sulla base delle evidenze e delle criticità di implementazione individuate dalle diverse Regioni”.

PRESIDENTE. Tempo, Consigliere. Valerio MANCINI (Gruppo Lega Umbria).

È importante, Presidente. La Lega non mi risulta che abbia parlato. PRESIDENTE. Sì, la Consigliera Peppucci.

Valerio MANCINI (Gruppo Lega Umbria).
Va bene, però penso che qualche voce in più va data. Sto parlando di un documento importantissimo.

PRESIDENTE. Prego.

Valerio MANCINI (Gruppo Lega Umbria).
Siccome non sto esprimendo opinioni politiche, ma scientifiche, che grazie a Dio leggo…

PRESIDENTE. Sì, però c’è un tempo, altrimenti dopo sforano tutti. Quindi la invito a chiudere, per favore.

Valerio MANCINI (Gruppo Lega Umbria). “Nonché integrando gli indirizzi”…

PRESIDENTE. Consigliere, Consigliere, qui ci sono i tempi! Non è che uno… Valerio MANCINI (Gruppo Lega Umbria).

Però, scusi…
PRESIDENTE. Ci sono i tempi. Finisca il ragionamento e poi ha finito. Prego.

Valerio MANCINI (Gruppo Lega Umbria). Presidente, io non so…

PRESIDENTE. C’è un regolamento, non è che uno si inventa e va. Prego, finisca!

Valerio MANCINI (Gruppo Lega Umbria).
Va bene. Le ho detto che ho finito. Se me lo dice quattro volte, non è che… Grazie a Dio, ho un minimo di intelligenza da esprimere, quindi me la faccia esprimere. Dicevo: “Nonché integrando gli indirizzi specifici per alcune tipologie di ambiti assistenziali e prevedendo specifiche deroghe per le regioni più piccole”.

PRESIDENTE. Va bene, grazie.
Valerio MANCINI (Gruppo Lega Umbria).

No, no, “grazie”. Concludo. Concludo. Volevo semplicemente dire…

PRESIDENTE. Ho tollerato a tutti un minuto di sforamento
(Intervento fuori microfono del Consigliere Bori: “Ma qui siamo oltre!”)
No, perché ha parlato per otto minuti la Consigliera Peppucci… sette minuti, la Consigliera Peppucci. Nove, sedici, è un minuto. Lo faccio concludere.

 

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(Intervento fuori microfono del Consigliere Bori)

Ho tollerato sempre tutti. Prego, Consigliere. Però finisca.

Valerio MANCINI (Gruppo Lega Umbria).
Capisco che, quando si parla di Sanità, magari questa cosa…

PRESIDENTE. Mancini, concluda, per favore. Per favore!

Valerio MANCINI (Gruppo Lega Umbria).
Semplicemente volevo ringraziare e chiedere che nell’emendamento in qualche maniera si possa tener conto di inserire semplicemente la frase, in fondo – faccio la proposta – “Così come riportato anche sul Patto della salute 2019/2021”.

PRESIDENTE. Va bene. Visto e considerato che all’emendamento il Consigliere Paparelli ha dichiarato di votare contro, va votato prima l’emendamento, poi la mozione. Quindi apriamo la votazione sull’emendamento.
Prego, apro la votazione.

(Intervento fuori microfono)

No, non è accettato.

(Intervento fuori microfono)

No, ha detto di no il Consigliere Paparelli, il proponente. Non è accettato.

(Intervento fuori microfono)

L’emendamento, Consigliere, l’unico emendamento che c’è.

Valerio MANCINI (Gruppo Lega Umbria).
Presidente, siccome sono duro di comprendonio, mi fa spiegare l’emendamento da un proponente, per favore?

PRESIDENTE. No, perché è nella facoltà del proponente; l’ha già illustrato il Consigliere Rondini, quando ha illustrato la mozione. Ha illustrato mozione ed emendamento.

Il Consiglio vota.
Il Consiglio approva.

PRESIDENTE. Chiudo la votazione. L’emendamento è stato approvato. Votiamo la mozione come emendata. Apro la votazione.

Il Consiglio vota.
Il Consiglio approva all’unanimità
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