Cose scritte tra noi. Bianconi. “La Valigia”

by Gianni Fanfano

La grossa valigia di cartone in mano, vestito di abito intero grigio chiaro, cravatta celeste e camicia bianca, saliva a fatica lungo l’ampio vigneto, nonostante la giovane età.

Era ottobre, i braccianti coglievano l’uva ed erano alquanto allegri, anche per la bella mattina che il sole scaldava. Alcuni cantavano.

” Dove andate con quella valigia?”, gli domandò uno .

“ Vado a vendere i lenzuoli”.

“ Ah, ne avete di salita da fare!”.

“Arrivederci e buon lavoro!” disse il giovanotto all’uomo, che non rispose e prese a cantare.

Passato il limite della vigna, il venditore trovò uno spiazzo erboso, vi distese un fazzoletto e sedette, a rifiatare. Aveva caldo e il suo lavoro doveva ancora cominciare. I braccianti erano lontani ed appena visibili. Di fronte c’era una collina, in cima una pieve ed una croce. A sinistra, nel piano, i pioppi, in lunga curva, celavano il fiume, che spuntava solo con qualche bagliore, qua e là. Aprì la capiente valigia, in cui aveva sistemato quattro bacchette di legno, messe in orizzontale, a mo’ di scala…

Un’ora dopo, il giovanotto, scendendo per la china, ripassò accanto ai vendemmiatori.

” Mi sa che non avete venduto niente, questa valigia vi pesa, a quel che vedo!” , disse il curioso di prima.

“ Niente, giornata storta!Buon lavoro, arrivederci!” rispose il giovane.

Il bracciante non salutò, ma non si mise a cantare e osservò quella figura in completo grigio, che pendeva da una parte per via del peso che portava. Disse:” Bah!”, scuotendo la testa.

In cucina il giovanotto aprì la valigia e con cura traslocò i grappoli d’uva dalle bacchette cui erano appesi ad un robusto spago steso in alto e agganciato a due pareti. Per una settimana alla famiglia la frutta fu assicurata.

Massimo Bianconi

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