Home Argomenti Arte e Cultura Claudia Bettiol. Piccoli teatri fanno crescere le città

Claudia Bettiol. Piccoli teatri fanno crescere le città

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L’Italia centrale è un posto magico dove il feudalesimo ha lasciato il posto a centinaia di piccoli comuni e borghi dove i signori e le comunità rivaleggiavano in cultura e bellezza. Non ci sono palazzi reali o grandi edifici “fuori-scala” per gli esseri viventi (a parte qualche grande Duomo come ad Orvieto), ma centri urbani a dimensione umana che ancora trasudano di armonia e diffondono benessere.

Toscana, Umbria e Marche sono le regioni che ancora raccolgono i frutti di una semina fatta centinaia di anni fa che aveva come centro le comunità locali ed è per questo che entrare in un centro storico di uno di questi paesi fa sentire “a proprio agio”. A parte alcuni centri più turistici, la maggior parte di questi borghi conservano traccia di vita reale dei residenti e si può sperimentare una dimensione umana creativa.

La creatività la si ritrova in molte diverse espressioni artistiche, dai piccoli musei sparsi raggruppati in una associazione (www.piccolimusei.com) fino agli oltre 200 piccoli teatri alcuni dei quali sono delle vere e proprie miniature. Sono sicura che moltissimi artisti del mondo sognerebbero di calcare queste scene in cui passato, presente e futuro si fondono e si sprigiona il desiderio di creare insieme.

Questi piccoli teatri sono ancora uno dei centri creativi delle comunità e possono tornare a svolgere un ruolo strategico nel panorama culturale internazionale. E’ la storia del Teatro degli Avvalorati di Città della Pieve, un centro fra Umbria e Toscana in cui i raggi di sole riflessi dal vicino Lago Trasimeno donano alla luce un’aurea particolarmente magica.

Da 11 anni l’International Opera Theater di Philadelphia, diretta da Karen Saillant, viene a presentare un’opera prima in questo piccolo teatro e per un mese la troupe e i protagonisti soggiornano in questo centro condividendo con i locali gli stili e la qualità della vita. Karen è ormai “di casa” e la conoscono tutti ed ha catalizzato attorno alla sua iniziativa l’interesse di molti artisti e artigiani locali.

Al nostro arrivo ci mette subito in contatto con un ebanista speciale, Antonio Mugnari, che oltre ad aver realizzato delle miniature perfette dei mobili di Napoleone, ha messo la sua arte a disposizione della musica. Andato in pensione ha iniziato a realizzare strumenti musicali a corda che suonassero con le corde di budello. Ha studiato gli Stradivari ed ha recuperato i disegni dei maestri liutai prima che cambiassero il manico dei violini.

I suoi violini hanno un manico più corto e meno inclinato capace di esaltare il suono delle corde naturali. I suoi strumenti non hanno suoni potenti ma sono molto armoniosi e sono perfetti per le piccole dimensioni dei teatri come quello degli Avvalorati. Antonio ci ha guidato dentro ai suoi studi ed ai suoi esperimenti mettendo a disposizione i suoi strumenti musicali a tutti i musicisti che vogliono emozionarsi con suoni inusuali e con nuove sensazioni, magari dentro il piccolo teatro di Città della Pieve.

Claudia Bettiol

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