Home Argomenti Arte e Cultura Città della Pieve – Quando il Santuario di Fatima era un rifugio

Città della Pieve – Quando il Santuario di Fatima era un rifugio

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(Cittadino e Provincia). Si è scelta la ricorrenza dei Santi Gervasio e Protasio per ricordare uno dei momenti più drammatici vissuti da Città della Pieve e dal suo Santuario. In vista della Festa dei Patroni (19 giugno), la Rete Studi Storici Pievesi, in occasione dei cent’anni dalla fondazione, dà vita ad un appuntamento culturale per riportare alla luce il passaggio del Fronte e il tempo in cui il Santuario di Fatima fungeva anche da rifugio antiaereo.

Il 19 giugno la Chiesa festeggia i santi Gervasio e Protasio che la Matrona romana Vestina, nel V secolo d.C. scelse per come patroni di Città della Pieve, donando parte dei suoi terreni per erigere una chiesa intitolata ai martiri milanesi.

Da allora i pievesi non hanno mancato all’appuntamento sacro. Appuntamento ricco di tradizioni, spiritualità ed emozione, diventati ancor più forti nel 1944 quando il 19 giugno i pievesi si accorsero che il fronte era passato. Proprio il giorno dei patroni Città della Pieve fu liberata dalla Ottava Armata dell’Esercito Inglese che respinsero le truppe tedesche.

I giorni precedenti erano stati cruenti e pieni di spavento, e uno dei luoghi considerato sicuro e accogliente fu appunto il Santuario della Madonna di Fatima.

E da lì riparte quest’anno la Festa dei Patroni grazie alla Rete Studi Storici Pievesi che ne ha raccolto le memorie.

Sabato 17 giugno, alle 17 sarà possibile ascoltare i ricordi di chi ha utilizzato il rifugio sotto al Santuario. Dopo l’introduzione di Maria Luisa MeoMaria Scargiali racconterà quelle ore in cui la sua famiglia, certa della protezione mariana, si riparò al Santuario. Previsti anche gli interventi di altri testimoni diretti dell’epoca per riferire di un patrimonio indelebile che ha riempito veglie e memorie.

La Rete Studi Storici Pievesi ha scelto anche per questo incontro la formula del “salotto”, luogo ideale dove ritrovarsi e “mettere i tasselli della memoria al riparo dall’oblio”.