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Chiusi. Impianto Acea. L’Inchiesta pubblica si avvia verso il No. Ma intanto la Regione ed il Ministero “si propongono di finanziare” il progetto.

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Terzo  round ieri sera in un Mascagni, stracolmo che conteneva sicuramente almeno le quasi quattrocento  persone dichiarate dagli addetti, per l’inchiesta promossa dalla Regione Toscana per quanto riguarda il progetto di carbonizzatore presentato da Acea Ambiente dopo avere acquistato l’ex area del Centro Carni di Chiusi, ubicata in località Le Biffe, al confine tra Chiusi, Città della Pieve e Cetona, in zona limitrofa alla stazione.

Come per il secondo round che si era svolto la settimana scorsa sempre al Mascagni, si può dire che se lo sono aggiudicato, largamente i cittadini, i Comitati, i Comuni e le forze politiche contrarie al progetto. Anche perché, al di là del merito delle posizioni, che è fondamentale, il confronto è stato impari dal punto di vista della comunicazione. Forse ad una azienda ambiziosa come Acea, servirebbe un investimento in risorse e personale su questo settore.

Erano presenti diversi sindaci, oltre quello di Chiusi, quelli di Montepulciano, Cetona, San Casciano e Sarteano. Era presente il consigliere regionale Scaramelli. Erano presenti diversi rappresentanti di forze politiche. Erano ovviamente presenti i  Comitati che hanno attivato questo percorso democratico. Erano presenti  semplici cittadini interessati al bene pubblico.

In sei ore di confronto le novità più significative sono state tre.  La prima l’ha evidenziata con forza, Bazzocchi, per i comitati,  dimostrando come il progetto imprenditoriale,  dell’impianto proposto, si fonderebbe,  per gran parte, sui ricavi della  tariffa riscossa da Acea, dai contribuenti tramite gli enti locali, per lo smaltimento dei rifiuti, piuttosto che sulla commercializzazione del prodotto finale, la biolignite. Una constatazione importante se si ragiona e si programma in prospettiva.

La seconda novità importante l’ha comunicata Paolo Scattoni, uno dei promotori del Comitato Aria, rivelando che in un recentissimo accordo, Ministero e Regione Toscana, si sono impegnati a finanziare tra gli altri anche il progetto di cui si sta discutendo. Questo è il passo riportato nel suo intervento depositato e pubblicato in rete.

“L’accordo per l’innovazione” del 16 settembre 2019 fra Ministero dello sviluppo economico, Regione Toscana, SEI Toscana, e ACEAAmbiente, REAimpianti così recitaall’articolo2:

“Con il presente Accordo il Ministero dello sviluppo economico e la Regione Toscana si propongono di sostenere, mediante la concessione di agevolazioni, il programma di investimenti in attività di ricerca e sviluppo denominato “Beyond the landfill 4.0” promosso dalla società capofila Sei Toscana S.r.l., da realizzare presso le unità produttive di Castelnuovo Berardenga, Monticiano, Sinalunga, Pienza (SI), Rosignano Solvay (LI) e Chiusi (SI), finalizzato allo sviluppo di proposizioni  innovative e descritto nella Proposta progettuale del 28 gennaio 2019”

A parte l’esito, si tratta di una situazione piuttosto complicata quindi, tutta riconducibile all’interno di un vecchio e superato regionalismo, fatto di commistioni, non ben definite e regolate, fra interessi pubblici e privati che ben conosciamo nella realtà umbra e che probabilmente interesseranno anche il confronto elettorale della prossima primavera in Toscana.

Così come lo sarà anche in Toscana il problema della gestione complessiva dei rifiuti. Che resta una delle emergenze irrisolte del nostro sistema economico ed anche di quello politico. Il caso ha voluto poi che proprio  qualche settimana fa ci  sia stato il rinvio a giudizio per SEI e per alcuni ex manager per il mega appalto del 2016.

Terza novità, ma non per ordine di importanza la dichiarazione, all’interno del suo intervento, del sindaco Bettollini, che ha annunciato una lettera alla Regione Toscana in cui si chiede di negare l’autorizzazione alla realizzazione dell’impianto per le tensioni sociali  che si sono create e si propongono  interventi alternativi.

Tutto finito? Non credo. Le imminenti elezioni consiglieranno prudenza ulteriore a tutti. Ma il problema della gestione corretta dei rifiuti, del giusto rapporto pubblico privato, della programmazione territoriale che parta dal basso e che in primo luogo veda coinvolti  cittadini resi sempre più consapevoli e protagonisti, questo è un tema che quando sarà affrontato, non sarà mai risolto definitivamente. L’unica garanzia è di lavorarci. Sempre. Senza stancarsi. E senza credere, mai, di avere verità o soluzione già pronte in tasca.

Gianni Fanfano