( di Giacomo Testini) Aveva proprio ragione il professor Gagliano quando diceva: “I giorni indimenticabili della vita d’un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume.”
Così recita un celebre aforisma, ascoltando anche in un famoso film di Leonardo Pieraccioni. E così, probabilmente vale anche per il basket. Ieri, per la Sangiobbe, in quel di Casale Monferrato, con tutta probabilità, è stato uno di quei giorni indimenticabili. Una gara e una giornata storica, da raccontare ai nipotini, un giorno. In futuro.
Si, perché se il piccolo Jack Trettel, figlio dodicenne del presidente Giuseppe, si commuove, a vittoria ottenuta e se, accanto a lui, la sorellina Matilde, anch’essa adolescente, la ammiriamo mentre le brillano gli occhi di gioia, allora, forse, in questo freddo periodo storico, composto sempre più da intelligenza artificiale, cookie da accettare e hacker da evitare, c’è ancora spazio per le emozioni, quelle vere. Quelle belle.
Due mesi fa, i Bulls della città di Porsenna apparivano quasi rassegnati a scendere di categoria, alternavano sconfitte pesanti a punti lasciati per strada con sfortuna e rimpianti nei finali di partita testa a testa.
Gli infortuni di Spear e Stefanini prima, Possamai e Gaddefors poi facevano pensare che questa, per i bianco rossi, era la famosa stagione in cui gli astri del cielo gli erano contrari e l’energia negativa si era impossessata del team guidato da Coach Bassi dopo un quadriennio stellare.
Invece gli “Dei del Basket” hanno invertito la tendenza, il vento ha cambiato rotta, come su un galeone dei vichinghi, dove tutti renano dalla stessa parte per superare le onde e la tempesta.
Nella fase ad orologio l’Umana è stata quasi perfetta, dopo le vittorie di Roma ed Agrigento sono arrivate le conquiste contro le quotate Cantù e Trapani. E il gap con i diretti concorrenti si è assottigliato. Domenica dopo domenica, inesorabilmente.
Ultima giornata di regular sesson, per ottenere la fase salvezza, la formazione capitanata da Bozzetto ha solo un risultato a disposizione, la vittoria al Palaferraris. Contemporaneamente deve sperare che Orzinuovi perda, ad Agrigento. Stesso discorso, con risultati ovviamente invertiti, nel suo girone per Casale. Con un occhio a Latina, anch’essa a pari punti con i piemontesi e i siciliani è coinvolta nella lotta per non retrocedere. Un thriller, un finale di stagione che neppure Alfred Hitchcock avrebbe saputo scrivere così intenso e magnificamente incerto.
In provincia di Alessandria erano arrivati una ventina di tifosi, ragazzi giovani, donne, e bambini. Sembravano almeno 200 per la passione che hanno trasmesso alla squadra. Carlo, il tamburista, Paolo, colui il quale lanciava i cori, Claudia, con una super bandiera brandizzata proprio per questa sfida, e poi Irene, Luisa, Vincenzo e tutti gli altri supporters che hanno spinto Tilghman ad una vittoria a suo modo leggendaria.
Punteggio altissimo tra Novipiù e Sangiobbe, gli ospiti tengono quasi sempre la testa avanti, ma all’intervallo sono i padroni di casa a guidare l’incontro per 50-49.
Heinonen fa il cecchino da 3, Jerkovic gioca di distanza, Raffaelli è fondamentale nelle rotazioni e Dell’Osto e Visentin portano il loro contributo. Chiusi sfiora i 100 punti e vince di undici.
Suspense, adrenalina, attesa. Tutti gli occhi e le attenzioni sono per quello che succede dall’altra parte d’Italia. Orzi perde nel rocambolesco finale contro la Fortitudo. È festa grande, è salvezza, per adesso, in attesa di incontrare Nardó, Cento, la Luiss, la Benaquista e proprio Agrigento nella post sesson. Solo due roster resteranno in A2.
Dopo essere stata dietro l’Agribertocchi (anche di 6 lunghezze) per tutto il campionato, il sorpasso di Chiusi è arrivato all’ultimo minuto, dell’ultima giornata. Roba che neanche il più sfrontato bookmaker avrebbe mai pronosticato.
Allez le rouge, viva la roja, ironizzano i tifosi con il Presidente, al pensiero, di giocare in Europa, un giorno. Sognare non costa nulla. E anche se la Sangiobbe sappiamo che non giocherà mai in Eurolega, l’importante è che ci possa regalare altre domeniche speciali come questa, perché quando ottieni questi risultati, in questo modo, i giorni della vita, da ricordare, – almeno quella sportiva – aumentano di numero, in maniera esponenziale. Intanto, piccoli Giacomo e Matilde, continuate ad emozionarvi, per questo sport e questa stupenda squadra, che sarà un osso duro da affrontare, e da battere, nei prossimi dieci match. Per chiunque.
Giacomo Testini