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Berna “C’era una volta l’ospedale di Città della Pieve…”

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Normalmente le favole hanno sempre un lieto fine ma la nostra, purtroppo, non l’ha avuto.

Come anche non l’ha avuto quell’altra favoletta sull’ospedale unico del Trasimeno Pievese che doveva sorgere a poca distanza da Moiano e di cui, invece, abbiamo visto solo il progetto e sul quale abbiamo sentito le sbruffonate dei vari Presidenti Lorenzetti e Marini e dei loro assessori alla sanità regionale Rosi e Tomassoni.

Oltra la beffa il danno (o oltre il danno la beffa , decidete voi) si è chiuso l’ospedale di Città della Pieve, si sono spesi oltre 1 milione e 200 mila euro per progettare il nuovo ospedale e non si è fatto più nulla.

Non mi piace fare il facile profeta ed usare la fatidica espressione “io ve lo avevo detto”, ma le cose stanno proprio così: io ve lo avevo detto.

E lo dissi in faccia anche alla Governatrice Marini la quale, in pubblica assemblea nel 2011 mi rispose che per gennaio 2016 io avrei fatto le mie analisi del sangue nel nuovo ospedale unico del Trasimeno Pievese

Ebbene, io quelle analisi non ce le ho fatte perché l’ospedale non è stato mai realizzato!

Non mi piace fare il facile profeta, dicevo, ma questa era una previsione impossibile da sbagliare, viste le premesse.

Era il 2005, infatti, l’anno in cui dopo già lunghe discussioni politiche, veniva firmato l’accordo di programma tra Regione Umbria, ASL, Comune di Città della Pieve e Comune di Castiglione del Lago per la chiusura e vendita dell’ospedale castiglionese e la riconversione di quello di Città della Pieve.

Tenete a mente le parti contraenti perché era lì che stava il vizio di tutta l’operazione.

E mio malgrado, ancora oggi sarò facile profeta nel dire che, entro dieci anni da adesso (dico dieci perché per far digerire ai cittadini le grandi porcate occorre lavorare a lungo) anche l’ospedale di Castiglione del Lago verrà chiuso.

Anche in questo caso, viste le premesse, la previsione è ancor più facile.

Quale sarà dunque il risultato? Zero ospedali per il nostro ambito territoriale e l’abbandono del Trasimeno – Pievese – Alto Orvietano ad una ulteriore marginalizzazione con conseguente gravissima compressione del diritto alla salute della nostra popolazione.

E tutto per quel vizio di origine cui ho fatto cenno poco fa.

La questione sanitaria di questo grande territorio non poteva essere lasciata alla negoziazione di due soli comuni verso Regione ed ASL ma doveva coinvolgere tutte le Amministrazioni Comunali che erano e rimangono interessate alla presenza in loco di servizi ospedalieri e sanitari efficienti.

E’ dunque da qui, dalla costituzione di un fronte unitario tra i comuni del Trasimeno, di Città della Pieve e dell’Alto Orvietano che occorre ripartire.

Se i sindaci di questo territorio, ampio ma omogeneo per tante ragioni, sapranno mettersi ad un tavolo comune e fare fronte verso la Regione Umbria, allora si potrà avviare il necessario processo di ripensamento delle decisioni (sbagliate a più livelli) assunte in materia di politica sanitaria regionale.

Se di questo non saranno capaci, essi avranno perso l’occasione della vita per lasciare un segno positivo, anzi il maggior segno possibile della loro parabola di governo.

Lorenzo Berna