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I PIU’ LETTI DELL’ ANNO : Addio Serenella, addio Presidente! Il calcio in lutto!

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Da più di venti anni, parlare della Pievese e del calcio a Città della Pieve ha voluto dire parlare di e con Serenella Baglioni. Presidente dal 1993, dopo la stagione di Gianvito Matarese, è stata presidente della principale società calcistica pievese fino a qualche mese fa con qualche brevissima interruzione, ma presente sempre. Di professione consulente, ha ricoperto da anni e per anni incarichi dirigenti a livello anche di federazione provinciale regionale. Negli  anni novanta è stata anche assessore comunale.

Noi del Corriere Pievese, cui ci inviava al termine di ogni partita un sms con risultato e marcatori, la vogliamo ricordare attraverso una intervista, che riportiamo, quasi integrale sotto,  che le facemmo per il libro “Fanno scuola agli argentini. La storia “, qualche anno fa. E’ la sua dichiarazione d’amore per il calcio, la Pievese, Città della Pieve. La carta programmatica della sua idea del calcio. Non avremmo mai voluto che fosse un testamento così ravvicinato.

(g.f)

 

pie seren

Riassunto dell’intervista a Serenella Baglioni

“Ho studiato ragioneria a Chiusi, anche se poi ho terminato come privatista. Ho cominciato a lavorare molto giovane a sedici anni in uno studio di consulenza del lavoro a Città della Pieve, nel 1968. Da allora ho sempre lavorato in questo settore.

Ho incontrato il calcio nel 1992, casualmente, perché tramite Paolo Pausilli, di cui sono parente,che era consigliere nella Società Sportiva Pievese che aveva allora come presidente Gianvito Matarrese, mi contattarono, mi ricordo ancora oggi nella sede di Via Vannucci 34,e mi proposero di entrare a far parte del Consiglio.

Fino ad allora non mi ero mai interessata direttamente del calcio.Ero una tifosa della Juventus ma la Pievese, pur sapendo che esisteva non l’avevo mai frequentata.

Probabilmente perché Matarrese era già in animo di lasciare, per motivi di lavoro come si diceva allora e come mi disse anche nel corso della riunione.Inoltre si pensava che una figura femminile avrebbe fatto notizia e quindi mi fu proposto subito di fare la vicepresidente. L’annata era in corso e la Pievese era in Eccellenza, nel suo primo anno. Nell’annata successiva 1992/93 fui eletta presidente.

Nel consiglio c’erano Pausilli,Luciano Convito,Maurizio Tassini,Giuliacci Enzo,Franco Carnieri,Bacci Alessandro. Il segretario era Pietrini Sergio.

Io fui attratta dal vivere una nuova avventura, in un mondo completamente diverso da quello del mio lavoro. Io affrontati questo nuovo impegno con la caparbietà con cui ho sempre affrontato il lavoro e gli impegni. Dal punto di vista economico la situazione non era brillante, ma soprattutto era stato trascurato il settore giovanile. Della Pieve in quel periodo c’erano nella rosa soltanto Attili e Cortina. Oggi nella prima squadra ci sono otto undicesimi provenienti dal settore giovanile nostro, dai pulcini,ai giovanissimi, agli allievi agli juniores. Non è un caso che oggi la squadra juniores disputa il campionato regionale A1 che è il massimo torneo.

Oggi abbiamo Allievi e Giovanissimi nelle primissime posizioni in classifica dall’inizio del campionato. Il nostro settore giovanile è prevalentemente a livello sociale, non è solo a livello agonistico.Noi teniamo in attività tutti i ragazzi a prescindere dalla qualità, Noi lavoriamo sul concetto di gruppo che importantissimo perché crea gli stimoli fa raggiungere in ogni caso dei risultati.

Abbiamo dei tecnici bravissimi che però io chiamerei piuttosto degli educatori,

Il settore giovanile è composto da queste categorie e noi lo abbiamo tutto coperto anche con due gruppi: i primi calci 6,7 anni; pulcini 8,9,10,11; esordienti,12,13; giovanissimi 14,15; allievi 16,17; juniores 18,19. Abbiamo un totale di circa 160 ragazzi praticanti il settore giovanile. Gli allenatori del settore giovanile sono: Emiliano Massoli, Luca Capoccia, Carlotta Saravalle, Enrico Giovagnola, Samuele Nappini, Luca Saravalle, Massimo Stendardi, Luca Ciarapica, Giancarlo Mencarelli, Adriano Anselmi, Roberto Saravalle, Sauro Del Grasso.

Noi facciamo diversi incontri nel corso dell’anno,con le famiglie soprattutto per i più piccoli, per spiegare lo scopo del nostro lavoro, la nostra idea di calcio,ed il significato della nostra opera oltre a quello della scuola o della famiglia.

Io parlo molto con i genitori,oltre a quello che già fanno gli allenatori e gli accompagnatori, soprattutto a quelli che la domenica vanno a gridare contro l’arbitro,

per spiegare loro che si tratta di persone normali che hanno i problemi che abbiamo tutti. Noi cerchiamo di educare non solo i ragazzi ma anche le famiglie,

tutte le settimane vado a trovare i ragazzi per parlare con loro su quale deve essere il giusto comportamento nei confronti di tutti. Anche gli appuntamento settimanali degli allenamenti devono essere visti soprattutto come momenti di crescita.

I risultati tecnici di questi ultimi anni sono tutti in crescita e dipendono dal fatto che quando c’è un buon gruppo ed un buon tecnico poi i risultati vengono

Ho avuto tutti gli anni delle grosse soddisfazioni. Dai giovani si può ottenere e prendere molto Io, grazie a loro, anche a livello di maturazione e di carattere ho avuto moltissimo. Mario Papi ha aperto il centro turistico nel 2000, lo coinvolgemmo, dette un notevole contributo anche a livello economico ed allora lo abbiamo nominato presidente, ma sempre, su sua indicazione, senza incarichi operativi, mentre io ero il presidente delegato. Dal 2000 ho incarichi a livello regionale come consigliere del comitato regionale umbro della lega nazionale dilettanti.

Mi cercò Repace,mi chiamò e dopo due mesi ho accettato. E’ un’esperienza molto importante dal punto di vista formativo perché sono confronti che hai con un mondo sconosciuto che ti arricchisce. C’è una gestione molto collegiale, anche se io sto a Città della Pieve, ci sentiamo spesso per telefono e sono costantemente informata

Sono cinque i membri più il presidente in rappresentanza di Terni, Foligno, Assisi e Città di Castello. L’anno che siamo risaliti dalla prima categoria alla promozione me lo ricordo particolarmente. Avevamo un giocatore che per noi era un lusso,Salvatore Calabrò,che era stato in Eccellenza toscana con il Chiusi. Verso la metà del campionato per questioni comportamentali dovetti allontanarlo e da quel giorno, quando erano rimaste nove partite, ne vincemmo sette con due pareggi. Questo dopo avere parlato con la squadra. Salimmo in promozione perché la squadra compatta capì la situazione e reagì. Ecco ricordo quell’anno in modo particolare. Ma in ogni caso anche gli altri anni, per un verso o per l’altro, sono stati tutti bellissimi. Ogni anno all’inizio si fanno i progetti sia tecnici che sociali,ma non sempre si riesce a raggiungerli.Il secondo anno di promozione lasciammo pressoché intatta la rosa dei giocatori l’anno precedente arrivammo quinti o sesti e l’anno successivo siamo retrocessi. Non c’è nulla di scontato. Le  entrate che vengono da sponsor che insistono nella zona e dai vice presidenti. Anche il vivaio è importante dal punto di vista economico perché nonostante l’investimento sia grande ci sono anche dei ritorni. Noi abbiamo numerose spese per le attività che facciamo Tutte le spese tecniche ed organizzative ma anche le utenze e la manutenzione del campo, i trasporti sono a nostro carico. Da quest’anno tieni presente che concentriamo tutte le attività delle squadre a Città della Pieve, nei due campi quello sopra e quello sotto. Le famiglie contribuiscono con un contributo annuo di 240 euro. Il bacino del settore giovanile è quello delle frazioni ed arriviamo a Paciano,Tavernelle,Piazze. Il calcio ai nostri livelli è ancora molto positivo, perché è portato avanti con dei criteri che sono completamente estranei al mondo calcistico ufficiale e professionistico che finisce sulle prime pagine dei giornali e della televisione. Il rapporto con il paese è fondato soprattutto con le diverse attività delle società ed anche con il mondo giovanile. “