Home Rubriche Acea. Chiusi in fibrillazione democratica. Bettollini accellera la retromarcia

Acea. Chiusi in fibrillazione democratica. Bettollini accellera la retromarcia

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Arrivando al Mascagni ieri pomeriggio e guardando la folla che a quasi mezzora dall’inizio già si affollava davanti al teatro di Chiusi per il primo vero appuntamento dell’inchiesta pubblica promossa dalla Regione Toscana sul progetto di impianto sperimentale di Acea a Chiusi, mi è tornato in mente il giorno, ormai distante,  in cui un Renzi galoppante, durante le primarie che poi avrebbe vinto,  fece un pieno analogo. E naturale è stata la riflessione su quanto sia mutevole, velocemente mutevole la politica e la fortuna dei suoi protagonisti. E su come sia ancora forte la presa nella nostra cultura della partecipazione democratica.

Chi avrebbe mai detto anche, restando qui nel nostro piccolo, soltanto un anno fa con il sindaco Bettollini, all’apice della sua azione, non solo sua ma sua in particolare,  con il Frecciarossa, che a distanza di solo un anno, si sarebbe ritrovato, nel suo teatro, a prendere la parola e dopo pochi minuti a vedere platea e palchi che si svuotavano.

Perché questo è stato il finale nemmeno formalmente sancito della seconda riunione dell’inchiesta pubblica presieduta dal dirigente dell’Arpa Franchi.

La riunione era iniziata con l’esposizione dei tecnici e dei dirigenti di Acea del progetto presentato. Nulla di nuovo, se non la riproposizione di quello che già era stato scritto e commentato ormai da tempo. Con una insistenza, sulle rassicurazioni circa la non nocività delle emissioni e gli interventi di accompagnamento che sarebbero stati fatti nell’area, in particolare su “Bioecologia”, acquisita nell’operazione, oltre alla mole dell’investimento pari a 36 milioni di euro.

Del tutto ripetitiva anche la lettura da parte del presidente Franchi delle posizioni che i vari enti regionali e statali preposti avevano assunto nei confronti del progetto. Posizioni che prevedevano verifiche, controlli, chiarimenti, modifiche. Posizioni che stavano scritte da diverso tempo nel sito web della Regione Toscana.

Il primo segnale sull’umore della platea c’è stato quando uno dei dirigenti Acea ha definito l’amministrazione chiusina , una “amministrazione in gamba”. Affermazione che, senza entrare nel merito,  ha denotato la scarsa esperienza con riunioni delicate come quella cui stava partecipando. 

E’ stato un gioco da ragazzi per uno dei dirigenti dei Comitati  cittadini e territoriali contrari, Romanini, ricevere un’ovazione, dicendo che una “amministrazione in gamba” avrebbe dovuto fare una riunione del genere, prima di avviare tutto il percorso.

Su questa scia si sono inseriti i due tecnici dei comitati Marrocchi e Bazzocchi che hanno girato il coltello sui punti deboli del progetto. In primo luogo dimostrando platealmente la mancanza dei camini sul rendering illustrato. Poi con  l’assoluta mancanza di altre sperimentazioni simili, di letteratura e studi a riguardo e la difficile prevedibilità di un ciclo produttivo e delle sue conseguenze, in mancanza di  conoscenza strutturata ed organizzata del prodotto che verrebbe lavorato. Non a caso è stato ricordato che nel solo caso che un progetto simile è stato valutato, a Piombino, le autorità regionali hanno autorizzato, anche se ancora non se ne è fatto nulla, una sua realizzazione per step e moduli successivi.

Ma a rendere ancora più evidente l’isolamento che nella zona si è realizzato verso questo progetto, c’è stato l’ intervento di un imprenditore locale che ha rimesso in campo l’altro argomento forte della contrarietà “ Ma quale progetto complessivo si ha per questa area?”. Insieme a quello del capogruppo di minoranza di Cetona che però ha ricordato la posizione unitaria di tutta l’amministrazione.  Così come già da giorni si era pronunciata, in modo critico, l’amministrazione comunale di Città della Pieve.

In questo clima ed in questa situazione, ha preso la parola, va detto con coraggio,  il sindaco Bettollini, che ha accentuato una retromarcia avviata da qualche giorno e che non era sfuggita, ai più attenti e neutri osservatori. Da tempo non erano più i toni, sbagliati a prescindere,  tipo “…avete i giorni contati, il giorno della verità è vicino”. Nel suo intervento Bettollini, oltre alla delusione per gli interventi della squadra Acea ha ribadito che il ruolo del comune per l’approvazione del progetto è decisivo, ma in più ha aggiunto che insieme alle valutazioni di carattere tecnico ci saranno da fare valutazioni anche sulle lacerazioni di carattere sociale che le scelte comportano. Detto questo la partita sembrerebbe avviata ad una prevedibile conclusione.

Perché che questo progetto avrebbe lacerato profondamente la popolazione chiusina ed isolato l’amministrazione della città di Porsenna dal resto del territorio confinante, se ne erano accorti in molti. Bastava chiedere in giro.

Gianni Fanfano