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Primavera chiancianese

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Siamo in un momento storico veramente particolare, un periodo della nostra vita, epocale. E siamo entrati, guarda caso dentro una insolita primavera, una primavera sferzata da un freddo micidiale. Le primule sono già spuntate qua e là, perfino nelle aiuole sotto alla Macerina, quelle un po’ trascurate e piene di foglie secche. E anche nei boschi ovviamente, ed io proprio seguendo con l’immaginazione le delicate primule, emblema della primavera, vorrei andare con la mente e con la fantasia oltre questa realtà che siamo costretti a vivere.

Non voglio con questo obliare i problemi, accantonare le sacrosante urgenze sanitarie, nemmeno affidarmi ad un pericoloso fatalismo, oppure lasciare che il lume della ragione si spenga sul sentiero che conduce a smentire l’oggettiva realtà. No, voglio solo andare un po’ oltre. Voglio andare ad incontrare la vita in quelle sue manifestazioni che ultimamente abbiamo smarrito. Le sfaccettature dell’esistenza, in gran parte anelano ad innalzarci, ad andare avanti, ad elevarci spiritualmente, a rinascere, e tutti questi vitali fermenti aderiscono a quelle condizioni che la primavera induce nel nostro animo. Ed  i fiori che cominciano a fiorire sui rami degli alberi, le corolle che sbocciano nelle aiuole e nei campi ci indicano proprio questa direzione che non dobbiamo abbandonare abdicando  all’investitura che ci viene dalla più vitale delle stagioni. E pensando ai fiori non voglio nemmeno soggiacere al ricordo delle aiuole di Chianciano quelle che per la primavera e la Pasqua erano colorite e impeccabili pronte ad ammaliare i turisti.

No voglio solo guardare a questa primavera e al futuro che presto ravviverà nuovamente il nostro pensare e ai fiori che sbocciano spontanei nei prati dove sommo giardiniere è la natura. Direi che per un po’ (soltanto un po’) non voglio essere preda dell’angoscia sanitaria, politica, sociale, economica. Nonostante il mio lavoro sia nel turismo e quindi sono tra quelli che se la stanno passando veramente male, voglio ripartire, almeno psicologicamente, dalla primavera e dal colore dei fiori spontanei, quelli che incontrerò dove la primavera e il fato vorranno farli sbocciare. E sbocceranno sbocceranno, possiamo esserne sicuri.

Nunzio Dell’Annunziata