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Perugia – “Blitz” della Finanza in Regione

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da Nazione umbria di Erika Michele Pontini Nucci. Il fascicolo c’è, anche se ancora contro ignoti. E l’ipotesi è quella di peculato. Ieri gli uomini della Guardia di Finanza del comando provinciale di Perugia hanno bussato alla segreteria del Consiglio regionale, a Palazzo Cesarono per acquisire tutte le spese dei gruppi consiliari. Una visita durata fino a tarda sera e preceduta, nei giorni scorsi, da qualche audizione, come persone informate sui fatti, dei capigruppo. Gli investigatori vogliono capire se le spese anomale trovate in passato in singoli casi, non siano in realtà un sistema’. E’ su questo che le Fiamme Gialle avrebbero avuto la delega a indagare dal procuratore di Perugia, Luigi De Ficchy. Sembra infatti che l’autorità giudiziaria si sia mossa di iniziativa e non in seguito a un esposto. A entrare in azione, in particolare, i militari del Nucleo di polizia tributaria. Una visita che non è passata inosservata, anche perché la Finanza è rimasta parecchio per riuscire a prendere tutto il materiale cartaceo relativo a una parte della passata legislatura (anni 2011-2013). E tra i politici – soprattutto tra coloro che erano in Consiglio regionale a quei tempi — sembra essere montato un comprensibile malumore.

Non è un caso che la procura abbia deciso di vederci chiaro sulle spese di quegli anni, anche se non è dato sapere su quale aspetto particolare indaghi. Proprio nel 2012 comunque fu la sezione controllo della Corte dei Conti prima, e la procura contabile subito dopo, a contestare i bilanci dei gruppi consiliari di Palazzo Cesaroni. La Sezione controllo in particolare chiese spiegazioni sui costi del 2012. Il presidente Salvatore Sfreccia volle sapere perché in molti casi mancavano pezze d’appoggio sulle spese sostenute dai partiti eletti in Consiglio. Lo fece in una relazione di 22 pagine (con tanto di dieci allegati), nella quale indicò per filo e per segno quali erano i rilievi mossi ai costi sostenuti dai 31 consiglieri di Palazzo Cesaroni.

Non si trattava in quell’occasione di accuse o di indagini, ma di un invito a fornire spiegazioni su presunte irregolarità. In particolare su un totale di 489mila euro a disposizione dei Gruppi, secondo la Corte dei Conti, mancavano pezze d’appoggio, scontrini e ricevute per circa 38mila euro (pari al 7 per cento). La spesa media totale sostenuta dai gruppi consiliari per il loro funzionamento in quegli anni è andata via via riducendosi. L’importo complessivo nel 2011 e 2012 è stato di circa 1,5 milioni, un terzo (poco meno di 500mila euro quindi) quale contributo fisso annuale per attività politico istituzionali, consulenze, pubblicazioni, fotocopie, stamperia, telefonia, poste e comunicazione e 950mila circa per il personale dei gruppi.